La Ashtavakra Gita Cap. 4-5-6-7

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Mario Zanoletti
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La Ashtavakra Gita Cap. 4-5-6-7

Messaggio da Mario Zanoletti » 10 febbraio 2021, 13:16

RIPROPONGO LA PREFAZIONE

La Ashtavakra Gita riporta il dialogo fra il giovane maestro Ashtavakra e Raja Janaka, il re di Mithila.
È una raccolta di brevi versi, esposta con una semplicità disarmante, senza compromessi.
Essa rivela la verità più alta e descrive la vita in completa libertà, esprime gli insegnamenti più alti delle Upaniṣad, è l'essenza del Vedanta.
Non dà un'esposizione della verità con un ragionamento logico, ma è una descrizione della beatitudine sperimentata da un santo illuminato, un divino pazzo.
Il riadattamento in italiano è a cura di Govinda Das Aghori.
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Capitolo IV
Ashtavakra disse:
“ La persona saggia che ha conosciuto sé stesso, sebbene partecipe al gioco della vita, è di gran lunga differente e non riporta alcuna somiglianza da coloro che sono oppressi dal fardello del Samsara. 4.1
In verità lo yogi non prova eccitazione neanche per quello stato a cui tutti gli Dei, da Indra a tutti gli altri, aspirano sconsolati. 4.2
Certamente Colui che conosce Quello non è toccato dalle buone o dalle cattive azioni, da vizio virtù, come il cielo non è toccato dal fumo, nonostante lo sembri. 4.3
Chi può impedire alla persona dalla grande anima, che abbia conosciuto l’Universo intero come sé stesso, di vivere come più gli piace? 4.4
Di tutte le quattro categorie di esseri, da Brahma al filo d'erba, solo l’uomo di Conoscenza è capace di eliminare desiderio e avversione. 4.5
Raro è colui che conosce sé stesso come il non duale Signore dell’Universo, egli agisce conformemente a questa verità e chi sa questo non ha paura di nulla.” 4.6


Capitolo V
Ashtavakra disse: “Non sei legato da nulla. Tu sei immacolato, intoccabile. A che cosa dovrebbe mai rinunciare una persona pura come te? La mente è complessa, abbandonala , nella dissoluzione potrai trovare la pace. 5.1
L’Universo e tutto questo che vedi sorge da te, come schiuma dal mare. Riconoscendo te stesso essere null’altro che Uno, nella dissoluzione potrai trovare la pace. 5.2
Come un serpente sembra esistere dove in verità c’è solo una corda, così l’Universo sembra apparire nel puro Sé. Ma in verità non esiste. Malgrado tutto questo sia visibile ai tuoi occhi, essendo solo apparenza, non esiste in te, puro come sei. È un’illusione come un serpente scambiato per una corda, pertanto puoi trovare la pace. 5.3
Tu sei perfetto, immutabile. Equanime verso il dolore e il piacere, equanime verso la speranza e la delusione, equanime verso la vita e la morte, e completo come sei, potrai trovare la pace.” 5.2


Capitolo VI
Ashtavakra disse: “Io sono come lo spazio infinito, e l’Universo e il mondo naturale è come un vaso. Conoscere questo è conoscenza, dopo di che non vi è rinuncia, accettazione o cessazione. 6.1
Io sono come l'oceano sconfinato, e la molteplicità degli oggetti è paragonabile alle onde. Conoscere questo è conoscenza, dopo di che non vi è rinuncia, accettazione o cessazione. 6.2
Io sono come la madreperla, e il mondo immaginato è come l'argento. Conoscere questo è conoscenza, dopo di che non vi è rinuncia, accettazione o cessazione. 6.3
Io sono tutti gli esseri, e tutti gli esseri sono in me. Conoscere questo è conoscenza, dopo di che non vi è rinuncia, accettazione o cessazione.” 6.4


Capitolo VII
Janaka disse: “E' nell'infinito oceano di me stesso che l'arca dell’Universo naviga sospinta, qui e lì dal suo stesso vento. Io non ne sono turbato. 7.1
Se le onde del mondo per loro natura sorgono o scompaiono io che sono nell'infinito oceano di me stesso, non acquisto e non subisco perdita ne guadagno da questo. 7.2
E' nell'infinito oceano di me stesso che l'immaginazione chiamata mondo ha luogo. Io sono immensamente in pace e senza forma, e come tale rimango. 7.3
La mia vera natura non consiste negli oggetti, né alcun oggetto esiste in essa, poiché è infinita e purissima. Poiché sono senza attaccamenti, senza desideri e in pace, e come tale rimango. 7.4
Io sono pura consapevolezza, e il mondo è come lo spettacolo di un mago. Come potrei pensare che vi sia qualcosa da accettare o da rifiutare?” 7.5

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