Meditazione: perché interessarsene?

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Mario Zanoletti
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Meditazione: perché interessarsene?

Messaggio da Mario Zanoletti » 8 marzo 2022, 14:34

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Meditazione: perché interessarsene?

La meditazione non è facile. Ci vuole tempo e richiede energia.
Ci vuole anche grinta, disciplina e determinazione. Essa richiede una serie di qualità personali che normalmente sono considerate
non-piacevoli e che si cerca di evitare per quanto possibile. Possiamo riassumerle col termine Americano 'grinta'. La meditazione richiede 'intraprendenza'. E' certamente molto più facile solo rilassarsi e guardare la televisione. Quindi, perché preoccuparsi? Perché sprecare tutto quel tempo ed energia quando si potrebbe solo cercare di divertirsi?
Perché preoccuparsi? Semplice. Perché siete esseri umani. E proprio per il semplice fatto che siete umani, siete eredi di una inerente insoddisfazione nella vita che semplicemente non vi lascerà mai. Potete sopprimerla dalla vostra coscienza solo per qualche tempo. Potete distrarvi per ore, ma prima o poi tornerà sempre - di solito quando meno ve lo aspettate. Tutto ad un tratto, apparentemente di punto in bianco, voi vi sedete, fate il punto, e realizzate la vostra attuale situazione nella vita.

Voi ci siete, e improvvisamente vi rendete conto che state sprecando tutta la vostra vita solo per tirare avanti. Per mantenere un buon tenore di vita. Riuscite in qualche modo a farla quadrare e dall'esterno tutto sembra OK. Ma quei periodi di disperazione, quei momenti in cui sentite che
tutto vi crolla addosso, quelli rimangono. Siete un disastro. E lo sapete. Ma voi lo nascondete benissimo. Nel frattempo, andate a fondo in tutto e arrivate a sapere è che c’è un qualche altro modo di vivere, un modo migliore di guardare il mondo, un modo per contattare la vita in modo
più pieno. Voi continuate a cliccarci su di tanto in tanto. Ottenete un buon lavoro. Vi innamorate.

Vincete la partita, e per un po' le cose sono diverse. La vita assume una ricchezza e una chiarezza che fa sì che tutti i periodi difficili e la monotona svaniscono. L’ intera struttura della vostra esperienza cambia e dite a voi stessi: "OK, ora ce l'ho fatta, ora sarò felice!". Ma poi anche tutto
questo vola via, come fumo nel vento. E vi lascerà alla fine solo con un triste ricordo ed una vaga consapevolezza che qualcosa non va.
Ma in realtà c'è tutto un altro reame di profondità e sensibilità nella vita, in qualche modo; solo che non lo vedete. Vi succede di sentirvi tagliati fuori.
Con una sorta di bambagia sensoriale vi sentite isolati dalla dolcezza dell’esperienza. Invero, non state affatto toccando la vita. Di nuovo
non lo state facendo. E poi anche questa vaga consapevolezza svanirà, e tornerete alla solita realtà di sempre. Il mondo sembrerà il solito luogo folle, che è quanto meno noioso. E’ una sorta di emozionale ottovolante, in cui state passando molto tempo giù in fondo alla rampa, ma col forte
desiderio per l’altezza. Quindi cosa c'è di sbagliato in voi? Siete maniaci? No. Siete solo esseri umani. E state soffrendo della stessa malattia che infetta ogni essere umano. E' un mostro che sta dentro tutti noi, e ha molte braccia: tensioni croniche, mancanza di genuina compassione per gli altri, comprese le persone a voi più vicine, sentimenti bloccati, e torpore emotivo. Molte, molte braccia. Nessuno di noi è completamente libero da esso. Possiamo anche cercare di negarlo. Cercare di sopprimerlo.

Noi costruiamo un'intera cultura per nasconderci da esso, facendo finta che non ci sia, e distraendoci da esso con obiettivi, progetti e situazioni. Ma esso non va mai via. E’ una costante e sottostante corrente in ogni pensiero e ogni percezione; una piccola voce senza parole dietro la
nostra testa che dice: "Non ne hai ancora abbastanza. Volevi avere di più. Volevi fare di più.
Volevi essere migliore". E 'un mostro, un mostro che si manifesta ovunque in forme sottili.



L'essenza della vita è sofferenza, disse il Buddha. A prima vista, questo potrebbe sembrare eccessivamente morboso e pessimista. Sembra addirittura falso. Dopo tutto, ci sono un sacco di cose belle nella vita. Ci sono volte in cui siamo felici. Ci sono o non ci sono? No, non ci sono.
Sembra proprio così. Prendete qualsiasi momento quando vi sentite veramente soddisfatti ed esaminatelo da vicino. Sotto la gioia, vi accorgerete che una sottile, onnipervasiva e sotterranea corrente di tensione che, non importa quanto grande sia il momento, sta andando a finire. Non
importa quanto avete appena ottenuto, voi state andando a perderne un po’, o passate il resto dei vostri giorni a guardare ciò che avete ottenuto, interessati su come ottenere di più. Ed, alla fine, arriva il momento in cui state per morire. Alla fine, si perde tutto. E' tutto transitorio.
Sembra abbastanza desolante, non è vero?
Per fortuna non è tutto così. Sembra triste solo quando viene visto dal livello della prospettiva mentale ordinaria, il livello stesso in cui opera il
meccanismo del tapis-roulant. Sotto questo livello si trova un'altra intera prospettiva, un modo completamente diverso di guardare l'universo. Si tratta di un livello di funzionamento in cui la mente non cerca di congelare il tempo, dove noi non ci aggrappiamo alla nostra esperienza che
fluisce, dove non si cerca di bloccare le cose e ignorarle. E’ un livello di esperienza di là del bene e del male, al di là di piacere e dolore. E' un modo gradevole di percepire il mondo, ed è una capacità da imparare. Non è facile, ma si può imparare.


alla prox..........

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