PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (Parte 4°)

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Mario Zanoletti
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PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (Parte 4°)

Messaggio da Mario Zanoletti » 12 novembre 2021, 19:23

PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (Parte 4°)
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Riprendiamo dalla lettura precedente

Ora comunque continuiamo l’esercitazione…

R: Come sperimenti esattamente il cambiamento da un pensiero ad un altro? In che modo diventa un altro pensiero?

I: È quasi come un fiume o un flusso di conversazione, dove un pensiero si fonde con il successivo. In pratica spuntano uno dopo l'altro.

R: E c'è qualcosa che li controlla o qualcuno che li mette uno dopo l'altro, oppure è piuttosto un avvenimento spontaneo?

I: È un avvenimento spontaneo, non riesco a localizzare nulla che li controlli, arrivano uno dopo l'altro, a volte penso di avere l'illusione di controllarli, come quando la mia mente suggerisce parole o immagini stimolanti.

R: Prova a riprodurre il flusso di pensieri di un minuto fa, nell’esatto ordine in cui è si era verificato.
Ci riesci?

I: No.
Non riesco a riprodurre quel ripensamento. Faccio molta fatica a ricordare l’esatto ordine dei pensieri di poco fa. Nonostante nella mia mente rimanga l’illusione d tale controllo, mi accorgo che nei fatti non ho un autentico controllo su di essi.

R: E perché secondo te l’illusione del controllo persiste nonostante tu abbia la dimostrazione di non avere tale controllo?

I: Non saprei…

R: Si tratta di un autoinganno.
Un trucco mentale, un artificio, uno stratagemma, un espediente del sistema cognitivo.
O se preferisci si tratta di una forma di condizionamento.
In pratica il giochetto sta nel sollecitare il senso del controllo senza che ci sia davvero un autentico controllo.
La tua mente dichiara falsamente un controllo che non ha. E sai quando reclama tale controllo?

I: Prima dell’azione?

R: No, esattamente dopo.
PRIMA avviene qualcosa e SUBITO DOPO la mente (o l’io) ne reclama il controllo. Lo fa alla cazzo, senza un motivo o una ragione precisa. E se ci badi non dichiara il controllo su tutto e tutti, ma soltanto su ciò che SEMBRA SUO. La tua mente crede di avere il controllo soltanto su ciò che crede di possedere.
Possessione e controllo vanno di pari passo.
Se qualcosa non gli appartiene non può controllarlo; senza il possedimento verrebbe a mancare il controllo.
Il possedimento è ciò che sottostà al pronome POSSESSIVO “mio”.
Se è “mio” lo posso controllare. Per converso, se non posso controllarlo non è mio.
In poche parole il senso del controllo sorge con il senso dell’io.
L’illusione del controllo persiste perché hai la sensazione di avere il possesso del corpo.
Il senso dell’io è una super imposizione mentale mediante cui viene prestabilita un’identità (artificiale) con il corpo.
Quando dici “io” a cosa ti riferisci

I: Al mio corpo.

R: E quando pensi al “tuo controllo” a che tipo di controllo ti riferisci?
Lettore: Al controllo su un oggetto, al controllo del mio corpo.
Inconsciamente lo consideravo il soggetto con cui ero identificato ma il corpo è più come un oggetto che cerco di controllare ossessivamente?

I: Esatto.
Ma facciamo un passo indietro.
Se in te non ci fosse il senso dell’io non crederesti più all’illusione del “tuo esclusivo” controllo.
Ma stai tranquillo, non devi sforzarti di eliminare il senso dell’io visto che il senso dell’io può svanire con niente.
Ora torniamo all’esercitazione.
Dove ti trovi adesso?

I: Sono seduto davanti al pc.

R: E prima di sederti hai ordinato al corpo di sedersi?
Hai detto “corpo siediti qui”, in questa precisa posizione, piegato così?

I: No.

R: E ti sei sforzato di controllare i muscoli delle gambe mentre ti sedevi?

I: Se ci rifletto meglio noto che il senso di aver deciso di sedersi è emerso dopo l’atto del sedersi.
Mentre mi sedevo non c’era alcun pensiero, nessun sforzo, nessun controllo.
In seguito la mente ha presupposto un controllo che non c’è stato.
Ho sempre dato per scontato che la pianificazione delle mie azioni fosse una mia iniziativa ma ora mi accorgo che non riesco a pianificare con certezza neppure il prossimo secondo, figuriamoci la vita quotidiana. Da questo punto di vista noto chiaramente la stolta presunzione dietro tale atteggiamento, l’atteggiamento di quasi tutti gli esseri umani.

R: Esatto.
Ramana faceva notare ai suoi visitatori che il trucco della mente sta nel presupporre – cioè porre prima –qualcosa che viene dopo oppure nel presumere qualcosa che sembra esserci ma non c’è.
Pone l’illusione – o l’irrealtà – PRIMA della realtà.
Pone ciò che non è accaduto PRIMA di ciò che è davvero accaduto.
Pone l’apparenza prima dell’essenza.
Nel nostro caso ha posto un’apparente controllo prima dell’effettivo evento.
È come il gioco delle tre carte, soltanto che avviene ad una velocità supersonica.
Senza che te ne accorga, la mente ha preposto un ipotetico controllore (l’io) che avrebbe deciso di sedersi.
Non riesce a concepire la possibilità che il sedersi sia avvenuto e basta… senza un ente preposto, cioè senza un controllore.
Non riesce a capacitarsi della possibilità che qualcosa accada senza un’entità fisica oppure SENZA UN PENSATORE.

I: Mi stai dicendo che non voglio ammettere di non avere il controllo?

R: No.
Ti sto dicendo che non sei stato tu a rivendicare il controllo.
Si è innescato un automatismo INVOLONTARIO, libero dalla tua volontà.
Tra poco questo automatismo si riprodurrà nuovamente, che tu lo voglia o meno.

I: E il mio ruolo quale sarebbe?
Come posso riconoscere l’automatismo?

R: Tu devi solo limitarti a monitorare questo meccanismo involontario.
Osserva soltanto il modo in cui sorge il senso del controllo.
Ascolta i falsi presupposti dell’intelletto mentre rivendica qualsiasi comportamento.
Nota come l’intelletto vuole imputare sempre un responsabile o un colpevole.
Nota come voglia far risalire la responsabilità a un presunto IO, CIOÈ A UN’ENTITÀ VAGA, IMMAGINARIA.
Presta attenzione a come questa entità invisibile viene messa PRIMA di qualsiasi azione.
Limitati ad attendere il prossimo automatismo, il prossimo messaggio promozionale dell’intelletto che dice “sono stato io”, “è colpa mia”, “non dovevo fare così”.
Se comprendi che questi messaggi subliminali avvengono involontariamente, cioè senza il tuo consenso, allora sei già a metà del riconoscimento.
Riconoscere che questi fenomeni mentali accadono senza il tuo consenso ti consente di alleggerirti di un sacco di tensione e sofferenza inutile.
Quando smetterai di credere a quei falsi presupposti, potrai dissipare l’attaccamento ai pensieri e rilasciare lo sforzo per mantenere un controllo fittizio.


Alla prox (5°)

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