PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (Parte 2°)

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Mario Zanoletti
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PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (Parte 2°)

Messaggio da Mario Zanoletti » 19 ottobre 2021, 15:47

PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (2°)
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USCIRE DAL GREGGE

PROSEGUO DALLA 1° PARTE

R: Ok.
L’obiettivo principale è vedere e comprendere esperienzialmente (non solo a livello intellettuale) che Luca non esiste affatto come entità separata. Tutti i tuoi sforzi saranno incanalati in questa direzione. I vecchi traumi, le ferite nascoste, la crisi esistenziale potrebbero scomparire durante il processo, ma alla fine il puro vedere che non c’è nessun sé separato non ti darà alcun privilegio sociale o nessun super potere spirituale. Alcune credenze scompariranno e con esse spariranno le relative paure. A volte bisogna affrontare le nostre più grandi paure per vedere che non sono nient’altro che pensieri, credenze, e impressioni non esaminate.
Quando l’illusione di un io separato viene intravista e penetrata a fondo, ti sarà più facile comprendere tutto ciò che sembra accadere nella tua vita. Comunque procediamo con calma.
Il non essere sicuri è un buon punto di partenza, vuol dire che si è disposti a mettere in discussione le proprie credenze.
Il puro vedere porterà maggior chiarezza e pian piano la comprensione diventerà fattuale, definitiva.

I: Spero di poter andare più facilmente con il flusso della vita… sono troppo rigido in questo momento, mi sento come se avessi difficoltà a lasciarmi andare e lasciare che la vita accada. Mi piacerebbe anche essere meno consapevole di me stesso, meno egocentrico, pensare meno al mio io, e soprattutto odiare meno me stesso.

R: Si, in effetti l’eccessiva importanza personale porta a varie reazioni sgradevoli, tra cui il disprezzo di se stessi.
Paradossalmente più si è attaccati a se stessi, più si attacca se stessi; ci si odia o ci si arrabbia con se stessi. Il fatto che tu abbia notato questo effetto collaterale è un buon segno. Partiamo bene.
In merito al flusso: e se non ci fosse nessuno che vada con il flusso della vita?
E se ci fosse solo la vita, che scorre liberamente senza nessuno?

I: Intellettualmente ti seguo, ma la rigidità rimane.

R: La vita sta accadendo, anche senza di te. Al tuo io sembra il contrario perché altrimenti perderebbe l’illusione del controllo.
Comunque, non temere… Adesso, come prima e dopo questo processo, non c’è un individuo separato e indipendente. Può sembrare che ci sia davvero un individuo separato e indipendente soltanto finché si opera a livello di falsi presupposti e credenze infondate, cioè fino a quando si opera alla cieca, in balia dell’ignoranza di sé.

I: A proposito delle mie aspettative, spero anche di diventare diverso, un po’ più saggio e altruista.

R: È sempre il presunto individuo separato che vuole essere più saggio, diverso, con “una migliore comprensione di qualunque cosa sia”, con un miglior carattere, con una migliore vita, etc… la lista è infinita.
L’apparente individuo separato che credi di essere può solo immaginare una realtà separata differente da ciò che è.
Questo è ciò che fa di continuo: immaginare di vivere in una realtà separata in cui esercitare la sua volontà personale.
E più si scontra con la verità, più soffre. E più soffre, più ritorna all’attacco con la sua effimera volontà personale.
Per ora ti basta mettere da parte tutte le tue aspettative e guardare la tua vita con occhi nuovi. Guarda tutto come se fosse la prima volta che apri gli occhi. Come se non conoscessi niente e nessuno. Non dare nulla per scontato. Non credere a ciò che credi, ma osserva e constata qualsiasi esperienza come un neonato incuriosito da tutte le apparenze esterne. Prima di assumere questo atteggiamento rispondi a queste domande:
C’è qualche resistenza al flusso della tua vita quotidiana?
C’è qualcosa di difficile da accettare?

I: Intanto grazie la delucidazione. La tua risposta mi ha rassicurato e mi ha aiutato a chiarire alcune cose.
In merito alla resistenza devo dire c’è stata una piccola resistenza già dall’inizio della nostra discussione, ma dopo una seconda lettura più approfondita, penso che la mia reazione iniziale sia stata causata dal mio senso di essere un individuo speciale. Il mio io si è sentito sfidato o minacciato in quanto è stata messa in discussione l’esistenza di un individuo separato e indipendente. So che si tratta di un’illusione ma non riesco a lasciarla andare.
La sola idea di non essere quel che ho sempre creduto di essere ha provocato un po’ di angoscia in qualche parte della mia mente; ho notato che i miei pensieri iniziano a fare tutto il possibile per confutare e rigettare queste riflessioni.

R: Non temere, all’inizio è normale reagire in quel modo. Altre resistenze, in generale?

I: All’inizio ho fatto fatica ad accettare l’assenza di aspettative. Vivere con “nessuna aspettativa” mi è sembrato difficile se non impossibile da accettare, sono così abituato a pensare e a tentare invano di gestire qualsiasi cosa nella vita che non riesco a non aspettarmi qualcosa da questo incontro.
È come togliere le mani dal volante e lasciar il controllo dell’automobile.
In tal senso sembra un processo spaventoso, qualcosa a cui non sono abituato. Tuttavia, dopo aver riflettuto, mi rendo conto che in realtà è bello non avere aspettative su questo processo; il fatto che la mente si stia liberando da un peso inutile mi rincuora e mi incoraggia a proseguire serenamente.
Per il resto ci sono tante resistenze a ciò che sta accadendo nella mia vita.

R: Ok. Prendiamo la resistenza attuale.
Essa si presenta quando una certa convinzione viene messa in discussione e questo è abbastanza comune, va bene e fa parte del processo. Siamo solo all’inizio del processo.
Ora diamo un’occhiata più da vicino ai tuoi pensieri.

R: Siediti per 2 o 3 minuti tranquillamente, chiudi gli occhi, fai qualche respiro profondo e aspetta che arrivi un pensiero.

Ora rimani in quella posizione percettiva. Limitati a percepire ciò che emerge senza tentare di analizzarlo, interpretarlo, trasformarlo.


I: Anche i pensieri fastidiosi e le sensazioni spiacevoli?

R: Si, tutto…
Guarda con curiosità, come un bambino che non sa niente e che si limita ad esplorare il suo corpo e la sua mente.
Appena emerge un pensiero chiediti: Da dove viene esattamente questo pensiero? Dove va?


I: l'ho provato un paio di volte durante il giorno, circa quattro-sei volte finora, ecco cosa ho notato: è stato strano, i pensieri sembravano provenire da luoghi diversi, alcuni si sentivano come se provenissero dal mio intestino, altri si sentivano come se fossero venuti dalla mia testa, e altri sembravano entrare attraverso il mio respiro (come il mio respiro tradotto in pensiero se ha senso), ma soprattutto sembravano provenire dal nulla. Appena cecavo di rintracciare l'origine, i pensieri svanivano; è come se stavano accadendo da soli più che essere prodotti da me. Non vanno da nessuna parte, non me ne ero mai accorto prima, ma è come se i miei pensieri non andassero assolutamente da nessuna parte, non c'è un posto fisico in cui posso posizionarli, non c'è una destinazione finale, vanno via o diventano un altro pensiero.


Alla prox (3°) parte

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