APPRENDIMENTO INSEGNAMENTO 7

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Mario Zanoletti
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APPRENDIMENTO INSEGNAMENTO 7

Messaggio da Mario Zanoletti » 19 settembre 2021, 18:03

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GRUPPI DI STUDIO
I gruppi di studio possono essere utili perché facilitano lo studio individuale, ma implicano la capacità di mantenere l’attenzione focalizzata su quanto avviene dentro la propria mente e non su quanto un compagno di classe fa o dice.
Per raggiungere questo livello elementare di osservazione dei propri pensieri a volte ci vuole molto lavoro.


Ecco perché il vero lavoro che lo studente del corso deve svolgere è squisitamente individuale.
Come ha scritto Kenneth in The Message of A Course in Miracles:
Il processo centrale inerente lo studio del Corso ed il seguire il suo particolare percorso spirituale è individuale.
Non si può sfuggire al duro lavoro e alla dedizione implicita nello studiare e ristudiare individualmente il testo, così come nel fare gli esercizi del libro degli esercizi nel programma formativo di un anno che è parte integrante del processo educativo del Corso.
Troppo spesso l’unirsi ad un gruppo o ad una classe può sottilmente interferire con la responsabilità dello studente, sostituendo il contenuto dell’unirsi allo Spirito Santo nella propria mente con la forma dell’unirsi ad un gruppo.


L’errore forse più diffuso fra gli studenti/insegnanti è il non riuscire a comprendere che il corso è un sistema non dualistico, espresso con un linguaggio dualistico.
Così un insegnante/allievo potrà illustrarne la teoria, o addirittura cercare di spiegare l’affascinante sintesi metafisica compiuta da Ken nei suoi scritti, senza averla realmente compresa, magari addirittura ripetendola fedelmente parola per parola, ma tradendone completamente il contenuto, perché la userà allo scopo di sostenere l’illusione (e quindi di rafforzare il mondo dualistico), invece che allo scopo di disfarla.
Oppure ripeterà a memoria i cosiddetti “tre passi del perdono”, descritti nella lezione 23 e brillantemente illustrati da Ken, fraintendendoli clamorosamente fino al punto di cadere in quella trappola dell’ego che il corso chiama “magia”.
Da questo errore di base deriva l’errore di prendere alla lettera molte espressioni del corso, non comprendendo che sono semplicemente usate in modo simbolico per descrivere un’esperienza.

Così – confondendo ancora una volta la forma con il contenuto- l’insegnante/allievo potrebbe credere che “ascoltare la Voce dello Spirito Santo” significhi sentire fisicamente delle parole dentro la propria mente o, o che “offrire allo Spirito Santo” significhi dare allo Spirito Santo i nostri problemi specifici, perché sia Lui a risolverli magicamente per noi.
Crederà altresì che le domande della lezione 71 vadano prese alla lettera, invece di essere simboli di una diversa esperienza di fiducia che dobbiamo imparare a sviluppare nelle fasi iniziali del nostro percorso. Questo è un altro errore molto diffuso: non comprendere i due livelli di linguaggio del corso.

In conclusione, non solo ogni insegnante/allievo si trova su un qualche punto della scala di ritorno a Casa, ma tenderà a cadere continuamente dalla scala tutte le volte che darà retta all’ego dentro la sua mente. E quando lo farà fraintenderà completamente la teoria del corso, credendo magari di seguirla ed applicarla alla lettera. Oppure comincerà a modificarla a modo suo, magari mescolando il corso ad altre strade, nell’errata convinzione di migliorarlo, ma riuscendo solo ad usare una delle due strade per interferire con l’altra.
Perché ogni strada autentica arriva ad un qualche punto cruciale in cui l’ego deve essere messo seriamente in discussione, e questo punto cruciale può fare molta paura. Il seguire più di una strada è quindi un modo eccellente per evitare di arrivare a quel punto cruciale.


Alla prossima riflessione sull'insegnamento/apprendimento

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