RIFLESSIONI SULL'APPRENDIMENTO E L'INSEGNAMENTO (4°)

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Mario Zanoletti
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RIFLESSIONI SULL'APPRENDIMENTO E L'INSEGNAMENTO (4°)

Messaggio da Mario Zanoletti » 22 agosto 2021, 16:13

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RIFLESSIONI SULL'APPRENDIMENTO E L'INSEGNAMENTO (4°)

Tutto quanto detto fin qui (vedi capitoli precedenti 1-2-3) non significa che uno studente del corso non possa sentire il desiderio di insegnare il corso stesso, facilitando la comprensione degli altri studenti.
Come scritto all’inizio non c’è nessuna indicazione, in tutto il corso, che si riferisca al comportamento del corpo, perché il corso non è scritto a noi in quanto persone, ma al DM, ossia alla mente che osserva e decide quale voce vuole ascoltare.
Quindi nel corso non vengono date indicazioni né su come comportarsi né su come non comportarsi.
Tuttavia, come risulta chiaramente dall’introduzione al Manuale che abbiamo letto in parte, il fatto che uno studente cerchi di spiegare il corso a qualcun altro, o addirittura svolga formalmente la professione di insegnante del corso, NON significa affatto che insegni (cioè dimostri) il contenuto del corso, ossia sia un autentico insegnante di Dio.
Se, infatti, mentre espone la teoria del corso ascolta la voce dell’ego nella propria mente, insegnerà l’ego, ossia dimostrerà l’esatto contrario di quanto starà magari dicendo a parole.
Ma a questo punto emerge una nuova domanda: chi è l’insegnante di Dio? Vediamo ora di cercare di comprendere che cosa dice il corso a questo proposito.


L’INSEGNANTE DI DIO

L’insegnante di Dio viene definito in parecchi modi nel Manuale degli Insegnanti che a lui è dedicato.
Questa è la prima delle varie definizioni:
Un insegnante di Dio è chiunque scelga di esserlo. I suoi requisiti consistono unicamente in questo: in qualche modo, da qualche parte, egli ha fatto una scelta deliberata in cui non ha visto i propri interessi separati da quelli di qualcun altro. Una volta che ha fatto ciò, la sua strada è stabilita e la sua direzione è certa. Una luce è entrata nell’oscurità. Può trattarsi di una luce sola, ma è sufficiente. Ha fatto un accordo con Dio anche se non crede ancora in Lui. E’ diventato un portatore di salvezza. E’ diventato un insegnante di Dio (M.1.1)


L’insegnante di Dio è lo studente che ha percepito almeno una volta la totale, assoluta uguaglianza con un fratello, ossia il fatto di avere il medesimo scopo ed i medesimi interessi di tornare a Casa che ha lui.
Questo è il significato della prima frase che abbiamo letto nel paragrafo precedente.
La scelta ancora una volta non è formale, non consiste nel dire a sé stessi “voglio essere un insegnante di Dio” perché le parole sono solo simboli di simboli (M. 21.1:9), e quindi potrebbero simboleggiare uno scopo egoico.

Questo studente ha semplicemente iniziato il lungo cammino di disfacimento del proprio ego, avendo accettato di ascoltare almeno una volta la correzione dello Spirito Santo, e quindi avendoGli permesso di estendere la pace nella propria mente. L’espressione non definisce pertanto chi ha ultimato il percorso di apprendimento o addirittura chi è entrato nel Mondo Reale; non definisce chi ha compreso alla perfezione la teoria del corso, né tantomeno chi è in grado di applicarla costantemente a tutte le situazioni della sua vita; e- come abbiamo visto prima in dettaglio- non definisce affatto chi insegna formalmente il corso.


Come abbiamo visto nei cap. prec. nell’introduzione al Manuale, tutti insegniamo tutto il tempo, perché – che ci piaccia o no- dimostriamo l’uno o l’altro contenuto (ce ne sono solo due) che si trova dentro la nostra mente e in cui crediamo in quel momento: o il sistema di pensiero dell’ego, che viene proiettato dal nostro ego sulle situazioni della nostra vita, o il sistema correttivo dello Spirito Santo che estende alle medesime situazioni della nostra vita la luce, la forza e la pace che già si trovano –spesso non riconosciute- all’interno di noi.

Dunque diveniamo tutti insegnanti di Dio nel momento in cui sperimentiamo l’Istante Santo e mettiamo in discussione l’arroganza dell’ego, vedendo che condividiamo gli stessi interessi degli altri, ossia siamo tutti uniti nello scopo di tornare a Casa.
Ma ridiventiamo tutti insegnanti dell’ego nel momento in cui ritorniamo ad abbracciare il suo sistema di pensiero e ispirati dall’ego ricominciamo a proiettare colpa sugli altri e a predare la loro specialezza.
Lo studente del corso sperimenta degli alti livelli di fluttuazione tra le due menti.


L’investimento alternato fra i due livelli di percezione viene usualmente sperimentato come un conflitto, che può diventare molto acuto (T.2.III.3:9),

alla prox

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