RIFLESSIONI SULL'APPRENDIMENTO E L'INSEGNAMENTO (2°)

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Mario Zanoletti
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RIFLESSIONI SULL'APPRENDIMENTO E L'INSEGNAMENTO (2°)

Messaggio da Mario Zanoletti » 15 agosto 2021, 18:10

RIFLESSIONI SULL'APPRENDIMENTO E INSEGNAMENTO (PARTE 2°)
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Allo scopo di chiarire tali incomprensioni e di fornire a chi lo desidera degli strumenti validi per capire che cosa intenda il corso con l’espressione “insegnante di Dio”, questo saggio esplorerà alcuni dei punti essenziali della teoria del corso relativa a tale argomento.

INSEGNARE ED IMPARARE

Proprio nell’Introduzione al Manuale degli Insegnanti troviamo la più chiara definizione del significato che il corso attribuisce ai concetti di insegnare ed imparare. Leggiamola insieme: Il ruolo dell’insegnamento e dell’apprendimento, nel modo di pensare del mondo, è di fatto rovesciato. Il rovesciamento ne è un aspetto tipico. Sembra che insegnante e studente siano separati, con l’insegnante che dà qualcosa allo studente piuttosto che a se stesso. Inoltre, l’atto di insegnare è considerato un’attività speciale nella quale si impegna soltanto una parte relativamente piccola del proprio tempo. Il corso, d’altro canto, sottolinea che insegnare è imparare cosicché insegnante e studente sono la stessa cosa. Esso sottolinea anche che l’insegnamento è un processo costante: procede in ogni momento del giorno e continua persino nei pensieri del sonno. (M.In.1)
E’ un’esposizione molto chiara: per il corso l’insegnamento non viene espletato attraverso lo svolgimento di un’attività, e quindi non implica l’impiego di una parte limitata del proprio tempo. E’ un processo costante, che avviene in continuazione, addirittura nel corso del sonno, perché la mente “non dorme mai” (T.2.VI.9:6). In sostanza tutti insegniamo tutto il tempo.

Ma allora che cosa significa “insegnare”? La spiegazione si trova nelle prime frasi del secondo paragrafo:
Insegnare è dimostrare.
Ci sono solo due sistemi di pensiero, e tu dimostri in ogni momento di credere che sia vero l’uno o l’altro. Gli altri imparano dalla tua dimostrazione, e anche tu. La questione non è se tu insegnerai, poiché in questo non c’è scelta. (M.In.2:1-4)

In pratica l’insegnamento non è un’attività formale, ma si riferisce al contenuto che sottende qualunque tipo di attività formale. Come il corso ripete in continuazione, e come viene ribadito anche in queste poche righe, esistono solo due contenuti: i due sistemi di pensiero dell’ego e dello Spirito Santo, basati sulla errata credenza nella separazione o sulla correzione di tale errata credenza (definita nel corso “Espiazione”).

Non possiamo NON insegnare l’uno o l’altro dei due sistemi di pensiero -e questo non ha nulla a che fare con l’attività che svolgiamo in quel momento, qualunque essa sia (per esempio lavorare, giocare, parlare con qualcuno o addirittura dormire) - perché questa è una proprietà della mente: I pensieri cominciano nella mente di colui che pensa, e dalla mente si protraggano all’esterno (T.6.II.9:1).
Questo significa che i pensieri, che cominciano all’interno del sistema di pensiero che li origina, vengono inevitabilmente applicati dentro la mente stessa a qualunque cosa la mente creda far parte del mondo esterno.

Ma la modalità con cui essi si protraggono all’esterno è diversa: lo Spirito Santo estende, mentre l’ego proietta. (T.6.II.4:3). In altri termini i pensieri che pensiamo nella mente sbagliata, e che quindi sono guidati dall’ego, sono proiezioni del nostro senso di colpa e di scarsità e si traducono in pensieri di attacco, giudizi, condanne, vendette e ritorsioni, rancori e rivendicazioni, esaltazioni idolatre e presunzioni di autonomia, illusioni di bisogni e sogni malati di completamenti speciali. Invece i pensieri che pensiamo nella mente corretta, e che quindi sono guidati dallo Spirito Santo, saranno gentili correzioni di tutti questi pensieri egoici, e saranno basati su un diverso tipo di giudizio che è totalmente scevro di condanna; saranno osservazioni gentili della propria mente con quell’atteggiamento di lievità che ne toglie il pesante investimento di separazione ed attacco; saranno estensioni della scintilla di luce presente nella nostra mente, che riflette lo splendore dei Grandi Raggi.

Per concludere: se siamo nella mente sbagliata insegniamo il sistema di pensiero dell’ego, se siamo nella mente corretta insegniamo il sistema di pensiero dell’Spirito Santo. E la mente con cui ci saremo identificati dimostrerà qual è l’insegnante interiore che abbiamo scelto di seguire, dimostrando proprio il sistema di pensiero in cui crediamo nel preciso momento in cui lo pensiamo.

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