3 domande COLPA NEI CONFRONTI DEI GENITORI E FIGLI

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Mario Zanoletti
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3 domande COLPA NEI CONFRONTI DEI GENITORI E FIGLI

Messaggio da Mario Zanoletti » 14 dicembre 2020, 19:31

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Perché la colpa riguardo ai genitori è sempre così intensa?

1° D: Per favore potete gettare un po’ di luce sul motivo per cui la colpa sembra essere così intensa nel trattare con i genitori? Per esempio, mi rendo conto ora che mantengo la relazione nella forma a causa dell’intensa colpa che provo se non faccio loro visita. Quale potrebbe essere il “peccato”, da una prospettiva metafisica, che causa la colpa, e perché – all’interno del sistema dell’ego – è un peccato del genere a porre fine alla relazione con i genitori nella forma?

R: Il “peccato” che porta all’intensa colpa nelle relazioni genitore-figlio è radicato nel piano magistrale dell’ego di sostituire Dio con se stesso. Come risultato della scelta della nostra mente di identificarsi con l’ego, non sperimentiamo più la nostra relazione con la nostra vera Fonte: la sostituiamo invece con un altro sé che poi diventa totalmente dipendente dai genitori umani o dall’equivalente. La radice della nostra colpa, così, sta nella nostra credenza (ora nascosta alla nostra consapevolezza) di aver gettato via Dio e fatto un sostituto della nostra vera Identità come Sua creazione, per sempre una con Lui. Abbiamo proclamato di non aver bisogno di Dio e di poter soddisfare tutti i nostri bisogni tramite questa nuova relazione di genitore e figlio, il paradigma di tutte le altre relazioni speciali nel mondo. La specialezza implica sempre la colpa, e pertanto se la relazione non va mai oltre la specialezza (il bisogno, la dipendenza, le aspettative, ecc.), la colpa continuerà ad essere un fattore fondamentale. Questo varrebbe per qualsiasi relazione con figure d’autorità: capi, insegnanti, personaggi politici, eroi, ecc.

Il libro in due parti di Kenneth, Parents and Children: Our Most Difficult Classroom, discute un’ampia varietà di tematiche derivanti da questa relazione, la più basilare, sia dalla prospettiva del genitore che del figlio. Una discussione saliente, che riguarda direttamente la tua domanda, pertiene all’intuizione di Freud: “La liberazione di un individuo dall’autorità dei suoi genitori, man mano che cresce, è una delle più necessarie sebbene sia uno dei risultati più dolorosi provocati dal decorso del suo sviluppo”.
La chiave per trascendere con successo l’aspetto della specialezza è fare distinzione tra forma e contenuto. La liberazione dall’autorità è una questione di contenuto, vale a dire che puoi vivere con i tuoi genitori (forma) ed essere liberato dalla loro autorità o esserne legato (contenuto).

Abbreviando grandemente quanto in realtà richiederebbe una lunga spiegazione, arriveresti gradualmente a relazionarti con loro non come genitori, ma come Figli di Dio che condividono con te e con tutti gli altri lo stesso viaggio di ritorno a Dio. Essi hanno lo stesso dolore e la stessa angoscia nelle loro menti sbagliate, la stessa guarigione e pace nelle loro menti corrette, e lo stesso potere di decidere tra i due, come te e come chiunque altro. Allora riconosceresti che la colpa nella tua relazione con i tuoi genitori è un riflesso della tua colpa per aver rifiutato Dio ed accettato un sostituto per questa sola ed unica relazione reale. E allora sapresti automaticamente cosa fare al livello della forma: rimarresti fedele alla forma (genitore-figlio) e saresti adeguato, gentile e responsabile, ma lo faresti in maniera del tutto differente (contenuto).


2°D: Il sistema di pensiero dell’ego ci insegna che essere madre o padre è qualcosa di nobile. In altre parole, avere figli è “cosa buona”. Ma per come lo comprendo io, Un corso in miracoli dice qualcos’altro al riguardo. È semplicemente un’altra illusione? Forse qualcosa di “sbagliato”, perché ci fa credere in questo mondo e rinforza i nostri legami con questa realtà?

R: Gesù non dice che c’è qualcosa di “sbagliato” nell’essere genitore, né dice che è qualcosa di nobile. Qualsiasi ruolo in questo mondo è parte del piano dell’ego per fare del suo mondo la sola realtà. Così, in questo senso, essere genitori è parte dell’intera illusione che ci sia vita al di fuori del Cielo. Qualsiasi ruolo in questo mondo è un sostituto del nostro vero ruolo di unico Figlio di Dio, il Cristo. Anche se la genitorialità, in particolare, può essere maggiormente associata alla colpa – sebbene non ci siano effettivamente dei livelli di colpa – a causa del suo collegamento con il produrre la “vita”, vale a dire portare bambini nel mondo.

All’interno del sistema di pensiero dell’ego questo è un modo per competere con Dio, un modo per dire che siamo tanto potenti quanto lo è Lui, e pertanto non c’è più bisogno di Lui. Ora l’ego può produrre la vita, e porvi fine. Molte religioni benedicono questo processo descrivendolo come co-creazione, vale a dire che i genitori umani sono co-creatori della vita con Dio. Tuttavia in Un corso in miracoli la vita è pura unità astratta di Amore in Cielo. Tutta la vita corporea e la genitorialità sono pertanto illusorie. Invece, dato lo scopo dello Spirito Santo, il ruolo di genitore può diventare una classe nella quale una persona può imparare ad essere una figura di autorità amorevole, gentile, compassionevole mentre porta avanti le responsabilità di un genitore in maniera appropriata e coscienziosa. La lezione di interessi condivisi può essere appresa molto efficacemente, mentre i genitori mantengono definiti in maniera chiara i confini tra genitore e figlio.

3°D: Ho appena iniziato a studiare Un corso in miracoli. Mi piacerebbe inserire gli insegnamenti del Corso nel mio essere genitore. Essenzialmente cerco di guidare i miei figli attraverso le conseguenze naturali delle loro scelte, che mi sembra essere il modo in cui Dio ci insegna. Tuttavia talvolta mi sembra di dover esercitare la mia volontà al posto della loro nel loro miglior interesse. Per esempio, l’ora di andare a dormire è l’ora di andare a dormire nel periodo scolastico; o se hai una polmonite ed hai bisogno di una iniezione, non ci sono altre opzioni. In queste situazioni, sto imponendo la mia volontà sull’altro, il che sembra essere una sorta di attacco. Avete altri suggerimenti per svolgere il ruolo di genitori in linea con gli insegnamenti del Corso?

R: Quello che serve è il focalizzarsi sempre sullo scopo di ciò che fai, non tanto sul comportamento; sul contenuto piuttosto che sulla forma. Distinguere tra contenuto e forma è essenziale nell’applicazione dei principi del Corso. Secondo: come studenti di un percorso spirituale, non dovremmo mai perdere di vista il buon senso. Così i genitori sono genitori ed i figli sono i figli: non sono uguali. Ed i genitori sanno meglio dei loro figli cosa è meglio per loro.

Esercitare la tua volontà al posto di quella dei tuoi figli è un attacco solo se lo intendi in quel modo. Se sei arrabbiata, punitiva, tirannica, o li sminuisci, allora il contenuto è un attacco. Ma se sei semplicemente ferma nei confronti di bambini indisciplinati, allora non si tratta di un attacco. Non è affatto amorevole o utile – come molti studi hanno confermato – lasciare che i bambini vivano sempre a modo loro. Non crescerebbero come individui sani, in grado di affrontare il mondo, se non avessero alcun senso di limite, ecc. E’ totalmente possibile mettere da parte i bisogni dell’ego per disciplinare ed educare i bambini. Il comportamento del genitore può sembrare aggressivo, al livello del comportamento, quando risponde semplicemente all’aggressione del figlio nel modo di cui c’è bisogno in determinate circostanze. Così il comportamento stesso non è sufficiente per determinare quale sia il contenuto. Ovviamente, tuttavia, se un genitore picchia un bambino in un impeto di rabbia ci sono buone possibilità che si tratti di un attacco.

Così il punto è quello di far pratica nel discernere in te la distinzione tra forma e contenuto. Poi porta il contenuto dell’ego all’amore di Gesù nella tua mente e chiedi aiuto per spostarti al suo contenuto. Quando il contenuto nella tua mente è amorevole, il messaggio che i tuoi figli riceveranno quando li disciplini sarà che sono amati, che ti preoccupi per loro e che possono avere fiducia nel fatto che ti prenderai sempre cura di loro. Noi insegniamo i principi del Corso ai bambini dimostrandoli nelle nostre relazioni.

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