Come posso liberarmi della mia gelosia?

Moderatori: Silvia Bondioli, Giulia Cataudella

Rispondi
Mario Zanoletti
Messaggi: 274
Iscritto il: 18 ottobre 2020, 20:45
Contatta:

Come posso liberarmi della mia gelosia?

Messaggio da Mario Zanoletti » 24 novembre 2020, 19:59

2366ba8ed5172eacd557e19a44e5d20c.jpg
2366ba8ed5172eacd557e19a44e5d20c.jpg (42.58 KiB) Visto 338 volte
COME POSSO LIBERARMI DELLA MIA GELOSIA?[/size][/color]

D: Per anni ho negato questa emozione. Recentemente mi sono reso conto che non andrò molto lontano con Un Corso in Miracoli se non affronterò la questione. Ho cercato di chiedere perdono a Dio, ma quando chiedo perdono è il mio ego che parla e non il vero me, chiunque esso sia. La mia mente egoica mi culla in un falso senso di sicurezza dicendomi che non devo fare nulla riguardo alla questione della gelosia. Mi potete aiutare ad applicare il Corso a questa situazione?

R: La gelosia è considerata alla stregua di qualsiasi altra emozione dell’ego.
Il primo passo, che tu hai fatto, è di ammettere che è presente.
Il secondo passo è riconoscere che la gelosia non è in realtà il problema.
Come ci dice Gesù nella parte iniziale del Libro degli Esercizi, "Non sono mai turbato per la ragione che penso io" (L.pI.5). E procede dicendo: "Quest’idea...può essere usata con qualsiasi persona, situazione o evento che pensi ti causi dolore. Applicala specificatamente a qualsiasi cosa tu ritenga essere la causa del tuo turbamento, descrivendo la sensazione che provi con qualunque termine ti sembri il più accurato. Il turbamento potrebbe sembrare paura, preoccupazione, depressione, ansia, rabbia, odio, gelosia o una innumerevole quantità di forme, che saranno tutte percepite come differenti. Questo non è vero. Ma fino a quando non imparerai che la forma non ha importanza, qualunque forma diventa un soggetto adatto per l’esercizio del giorno. Il primo passo per riconoscere che in definitiva sono tutte la stessa cosa è quello di applicare la stessa idea a ciascuna forma separatamente" (L.pI.5.1).

E pertanto cos’è che ci turba se non è ciò che noi pensiamo sia il problema?

Crediamo inconsciamente di aver attaccato l’amore separandoci da esso.
E questo attacco è emerso perché credevamo con gelosia che Dio avesse ciò che a noi mancava e che lo tenesse lontano da noi.
La colpa per il nostro attacco è così insopportabile che abbiamo dovuto inventare un mondo per nascondere a noi stessi questa colpa.
La complessità del mondo, con tutti i suoi vari problemi e le emozioni collegate, diventa la nostra preoccupazione, assicurandoci che non torneremo mai più alla semplicità del problema che è la credenza nella separazione nella nostra mente. Sebbene tu non citi le forme specifiche che la tua gelosia assume, essa è un’espressione del pensiero che qualcun altro abbia ciò che desideriamo o che ce lo possa portare via. Indipendentemente dalla sua specifica espressione, si tratta sempre semplicemente del pensiero di separazione sotto mentite spoglie, con la responsabilità delle sue conseguenze proiettata al di fuori di noi.

Dobbiamo ammettere i sentimenti di gelosia, riconoscendo ciò che rappresentano e come mantengano vivo nella nostra mente il senso di privazione, con il suo caro prezzo. E la gelosia ovviamente serve lo scopo dell’ego di vedere la responsabilità per la nostra mancanza come esterna a noi stessi, negli altri che vediamo come detentori del potere di prendere e trattenere ciò che ci spetterebbe di diritto. Il problema della gelosia allora viene affrontato riportando la responsabilità per le nostre emozioni di paura e di privazione su di noi, all’interno della nostra mente, dove si trova anche la Risposta. Solo allora potremo riconoscere che l’amore che abbiamo cercato di ottenere e mantenere con la gelosia è stato nostro per tutto il tempo, senza necessità di alcuna ricerca o difesa.

Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti