RELAZIONE CORPO SPIRITO

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Mario Zanoletti
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RELAZIONE CORPO SPIRITO

Messaggio da Mario Zanoletti » 18 dicembre 2021, 15:36

Qual è la relazione tra il corpo e lo spirito?

D: David Hawkins ha scritto della calibrazione degli impulsi del corpo con la loro fonte nello spirito o nella mente. Gesù dice che l’ego e lo spirito sono inconsapevoli l’uno dell’altro e che il corpo non lo è in nulla. In che rapporto sono i livelli di calibrazione riguardanti lo spirito? Trovo che il suo lavoro sia molto istruttivo e che aiuti a mettere l’ego/mente/Sé in linea con il modo in cui Gesù spiega la verità in Un Corso in Miracoli.

R: Non commentiamo il lavoro di altri insegnanti, ma possiamo rispondere alle tue domande riguardo la relazione tra corpo, mente e spirito. Il Corso insegna che la mente non è contenuta nel corpo/cervello. Lo spirito è reale, il corpo no (Vedi: T.6.IV.5). Come dici tu, il corpo non è nulla. Tuttavia, finché continuiamo a credere nella realtà del corpo, esso viene utilizzato o dall’ego o dallo Spirito Santo: "L’ego usa il corpo per attaccare, per ottenere piacere e per vanagloria… Lo Spirito Santo vede il corpo solo come mezzo di comunicazione" (T.6.V.A.5:3). Nel Corso ci viene detto che il nostro problema è quello di esserci identificati con l’ego, e pertanto con il corpo, e la correzione per noi sta nell’imparare ad identificarci con la mente. Questo non implica livelli, ma piuttosto una semplice scelta tra il sistema di pensiero dell’ego basato sul credere nella separazione, o il sistema di pensiero dello Spirito Santo basato sulla verità che la separazione da Dio è impossibile. La scelta viene allora comunicata ad altre menti tramite il corpo, rinforzando il credere nell’ego o nello Spirito Santo. Ecco cosa si intende quando Gesù ci dice che stiamo sempre insegnando. Non ci sono gradazioni diverse in questo insegnamento/comunicazione. O si sceglie l’ego o si sceglie lo Spirito Santo e la scelta viene poi comunicata in una qualche forma. Non è possibile avere contemporaneamente nella mente entrambi i pensieri. Da qui la frase a cui fai riferimento: "L’ego e lo spirito non si conoscono" (T.4.VI.4:1).

Riconoscendo i pensieri, i giudizi e i sentimenti che vengono a galla nel corso delle nostre interazioni ed attività, insegniamo a noi stessi, come anche agli altri, la scelta che abbiamo preso nella nostra mente e di cui non siamo consapevoli. La mente comunica così con se stessa tramite il corpo, che è l’unico scopo utile a cui il corpo serve.
Quando il corpo è al Servizio dello Spirito Santo (per scelta fatta nella mente), non è guidato dai bisogni che nascono dall’identificazione con l’ego. Dobbiamo ricordare, tuttavia, l’insegnamento fondamentale del Corso che l’azione avviene solo nella mente, dove risiede l’apprendimento: "…solo la mente può creare, …la correzione appartiene al livello del pensiero" (T.2.V.1:7). Praticare il Corso, pertanto, implica il focalizzare la nostra attenzione sui nostri pensieri e giudizi, piuttosto che sugli impulsi corporei.

Quando la mente sceglie di credere nella separazione, tale scelta viene difesa tramite giudizi e rancori. Gli inevitabili effetti negativi di questa scelta (dolore e pena profondi) possono allora essere utilizzati come ulteriore prova che separazione/corpo sono reali, oppure come un’opportunità di vederli per ciò che sono (effetti di una scelta), così che possa essere fatta un’altra scelta. Per lo stesso motivo, sperimentare la pace e la tranquillità profonde che derivano dallo scegliere lo Spirito Santo, rinforza l’identificazione con il Suo sistema di pensiero, che guarisce la mente dal pensiero di separazione. Il corpo viene allora liberato dagli impulsi guidati dall’ego, per quanto non debba necessariamente essere ciò che consideriamo un corpo “sano”.
Il contenuto della mente non risente delle condizioni fisiche del corpo. Quando la guarigione della mente è il nostro unico obiettivo, il corpo servirà lo scopo dello Spirito Santo indipendentemente dalla forma che assume: "…esso [il corpo] diventa una bellissima lezione di comunione, che ha valore fintanto che ci sarà la comunione" (T.8.VII.3:4).


Il ruolo del corpo.

D: Una serie di filosofi e di psicologi ha notato che la civilizzazione occidentale, nello sviluppo della scienza e della crescita del sé in un ego individuale, autonomo — l'ego adulto sano e maturo — è stata caratterizzata da una separazione acuta tra il corpo e la mente (cioè, mente egoica — il cervello).
Questa divisione si mostra anche nella separazione, presente nella nostra civilizzazione, tra l'uomo e la natura.
La repressione psicologica e l’alienazione dalla natura hanno prodotto nella nostra cultura una mancanza di vitalità, entusiasmo, e gusto per la vita. Ora il Corso non sembra affrontare questo problema e sembra perfino aumentare l'alienazione dicendo che il corpo ed il mondo non esistono.
Per trascendere l’ego, sembra che prima dovremo recuperare molto di ciò che è stato perso.
Penso che il Corso dica che, mentre guardiamo il nostro ego con lo Spirito Santo e pratichiamo il perdono, cominciamo a guarire la repressione e l'alienazione. Ho capito bene?
Anche se questo è corretto, sembra che ci sia un vero pericolo che chi studia il Corso non si renda conto dell’importanza di avere un corpo forte, sensibile, attento e in buona salute per avere la vitalità per trascendere l'ego.

R: Non c’è alcun dubbio che l’esperienza del sistema di pensiero dell’ego, in qualsiasi forma possa essere manifestata, sarà di repressione e di alienazione profonde.
Questi sono gli elementi essenziali della sua premessa fondamentale: il desiderio della separazione dall’Interezza seguito dalla negazione della responsabilità per la decisione presa e per le sue apparenti conseguenze (T.6.II.1,2,3).

E così, ciò che descrivi come elemento caratterizzante della civilizzazione occidentale, è proprio una delle numerose, ma inevitabili, conseguenze nella forma del desiderio di separazione.
Mentre il Corso afferma l’irrealtà del corpo e del mondo, per la maggior parte di noi la comprensione di ciò sarà soltanto intellettuale e non sperimentata fino alla fine del viaggio.
E questo non dovrebbe essere il centro dell’attenzione dello studente mentre tentiamo di mettere in pratica i principi di perdono del Corso, altrimenti rischiamo di andare anche più profondamente nel diniego di quello che è sepolto nella mente inconscia.
Sarà molto più importante riconoscere lo scopo per il quale abbiamo fatto il mondo ed il nostro corpo — assumere ruoli di vittima e carnefice — anziché semplicemente negare che esistano.

E così, se pratichiamo il perdono come il Corso ci insegna — abbandonando i giudizi ai quali ci siamo aggrappati, e pertanto non rendendo più importanti le differenze che abbiamo percepito tra noi e gli altri e ogni altra cosa nel mondo — non vedremo più il nostro scopo separato da tutti e da tutto. Questo inevitabilmente ridurrà le sensazioni d'alienazione e d'isolamento tra noi e tutto ciò che abbiamo visto come fuori da noi.
E poiché in tutto questo il corpo è in realtà neutrale (L.pI.294), non serve che ci focalizziamo sul corpo, ma sui nostri pensieri in merito al corpo e allo scopo per il quale scegliamo di utilizzarlo.

Ciò non vuol dire che possiamo trascurare o abusare del corpo mentre crediamo che sia reale e siamo così intimamente identificati con esso.
Ma il credere nella sua vulnerabilità, nella sua debolezza e nel suo bisogno di protezione non è altro che una rimozione della nostra sottostante credenza riguardo a noi stessi (la nostra mente), come separati dall’Interezza ed identificati con l'ego.
Ed è quella convinzione che ha bisogno di correzione e guarigione.

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