Domanda e riflessioni..

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Giulia Cataudella
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Domanda e riflessioni..

Messaggio da Giulia Cataudella » 21 novembre 2020, 19:38

DOMANDA:
Ciò che accade nella mia vita, essendo uno specchio dei miei pensieri e quindi creata da me, è connessa anche con gli esercizi che sto facendo con il Corso? Si possono quindi verificare eventi che in realtà creo per permettermi di sperimentare lo studio che sto facendo?

Mi spiego. L’altra volta si è spiegato che quando si comincia a vedere, a comprendere un poco la Verità accadono degli eventi che ti riportano a concentrarti su altro, sulla materialità della vita, su problemi che non ti consentono di volgere lo sguardo altrove. Sei insieme al tuo ego.

Mi sono chiesta se non fosse però anche una prova per sperimentare ciò che si sta studiando, la possibilità al cambiamento di pensiero. Ho pensato ad un periodo recente in cui ho vissuto un evento che non mi aveva sconvolto chissà quanto, ma le sue conseguenze avevano avuto un impatto intenso a livello emotivo. In quel periodo studiavo l’esercizio 64: Che io non dimentichi la mia funzione. Sono andata a rileggere il capitolo 4 del libro dell’Introduzione al Corso dove parla della rabbia-perdono e dei tre passi del perdono e ho pensato che in realtà l’unico modo per vivere quella situazione è proprio il perdono. Il testo dice: “il perdono è il disfacimento della proiezione della colpa”. Non ho potuto non notare come le conseguenze dell’evento siano arrivate proprio mentre studiavo e facevo gli esercizi sul perdono. Con questo non intendo dire che riesco a perdonare, ma che forse gli eventi che sto creando sono finalizzati a sperimentare anche questo.

Nel capitolo 4, se ho capito bene, si parla di come vedendo nell’altra persona la colpa che non riesco ad affrontare in me, ho l’opportunità di lasciarla andare. Riflettevo però sul fatto che questo accade non solo quando tu incolpi una persona, ma anche quando la persona ti fa notare e sottolinea le tue colpe, in quel caso lo specchio è servito a renderti consapevole di ciò che tu senti come colpa…. In entrambi i casi la persona da perdonare sei sempre te. In entrambi i casi la prima reazione che si genera è la rabbia che porta comunque all’attacco e a colpevolizzare anche l’altro. Leggendo il capitolo mi sono soffermata qui: ogni attacco è una richiesta di aiuto o una richiesta d’amore. Attaccando stai dicendo: “Per favore insegnami che mi sbaglio; per favore insegnami che c’è un Dio che mi ama e che io sono Suo Figlio. Per favore fammi vedere che l’amore che credo sia impossibile per me in realtà è lì per me.”

In realtà credo che alla fine stia continuando a cercare una spiegazione e/o una possibile modalità per uscire dalla situazione invece di accettarla così come è.
Nel momento in cui mi sono resa conto del conflitto fuori controllo, ho scelto di fare un passo indietro e “ho mollato la presa”, in quel momento la situazione si è sciolta, nel momento in cui si lasciano cadere le armi con le quali si stava “combattendo” la sfida con l’altro.. sentendo che in realtà nessuno dei due aveva effettivamente colpa o comunque una colpa così grave da generare una tale disputa e che l’unica verità si trova nel vivere il momento presente, viverlo adesso senza continuare a pensare a ieri o a domani. Che sia anche questo il perdono?

Mi piacerebbe avere un confronto in merito.
Grazie

Mario Zanoletti
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RISPOSTAA GIULIA.

Messaggio da Mario Zanoletti » 23 novembre 2020, 20:11

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DOMANDA: Ciò che accade nella mia vita, essendo uno specchio dei miei pensieri e quindi creata da me, è connessa anche con gli esercizi che sto facendo con il Corso? Si possono quindi verificare eventi che in realtà creo per permettermi di sperimentare lo studio che sto facendo?....

R: Ciò che accade nella vita sta accadendo nella tua mente, questo è ancora difficile accettarlo visto che crediamo di essere un corpo soggetto agli eventi “esterni”.
Un obiettivo importante del Corso è insegnarci che la verità, non l’illusione, ha significato e che abbiamo una mente con il potere di scegliere tra di esse.
Il significato, per come viene utilizzato nel Corso, si riferisce al contenuto e non alla forma. È molto importante tenere a mente questa distinzione mentre si fa pratica con il libro degli esercizi e si studia il Corso. Altrimenti cadiamo vittima della confusione di livelli, rendendo impossibile il progresso lungo il programma di addestramento presentato nel libro degli esercizi. “Alcune delle idee presentate nel libro di esercizi ti risulteranno difficili da credere, altre potranno sembrare alquanto sbalorditive. Questo non ha alcuna importanza. Ti viene semplicemente chiesto di applicare le idee secondo le istruzioni date. Non ti si chiede affatto di giudicarle. Ti si chiede solo di usarle. È il loro uso che darà loro significato per te e ti mostrerà che sono vere” (L.in.8).

Un’attenta revisione di queste istruzioni ti aiuterà senza dubbio a proseguire nella tua pratica. “Non ti si chiede affatto di giudicare” le lezioni. Pertanto, non solo non è necessario pensarci, ma non è nemmeno utile farlo. l nostro modo di pensare ci ha portato un sacco di problemi (il sogno di separazione), che è il motivo per cui il libro degli esercizi ci insegna un sistema di pensiero completamente nuovo basato su ciò che è veramente significativo. Inoltre, non abbiamo bisogno di giudicare le lezioni, perché non siamo in grado di giudicarle a causa del nostro modo di pensare capovolto, secondo cui abbiamo deciso la funzione di tutto e pensiamo di conoscere il significato di ogni cosa.

Le lezioni del libro degli esercizi, d’altro canto, sono per noi un rompicapo: noi non sappiamo cosa significhino. Sono specificatamente designate per insegnarci che abbiamo capovolto tutto in quanto abbiamo insegnato a noi stessi (e insistiamo nel credere) che l’illusione sia vera e la verità sia falsa.

Ci viene semplicemente chiesto di riconoscere le nostre credenze e di metterle in dubbio alla luce degli insegnamenti del Corso, che ci dicono che diamo un significato a ogni cosa nel mondo per difendere il nostro credere nella separazione e per rendere reale il mondo. Quello è lo scopo/contenuto che l’ego assegna a tutto, in quanto è lo scopo/contenuto che cambia attraverso la pratica del perdono. Perfino un segnale di stop ci può ricordare quanto siamo attaccati alla nostra credenza nel mondo, che è il motivo per cui le lezioni del libro degli esercizi sono intese per essere applicate a tutto senza alcuna intenzionale esclusione.
Ci può anche ricordare che siamo disposti ad apprendere un nuovo modo di guardare tutte le cose: ad es. vederne lo scopo come utile all’ego o allo Spirito Santo o Guida interiore.
Pertanto,, spostiamo la nostra attenzione dalla forma al contenuto. Ma fino a che non smetteremo di credere nella nostra identità di corpi nel mondo, dovremo fermarci ai segnali di stop e attenerci a tutte le altre regole del mondo. Infatti, anche se rimanessimo nel corpo, non credendo più che sia ciò che realmente siamo, ci fermeremo comunque ad un segnale di stop fino a che non avremo accantonato per sempre il corpo.

Facendo pratica con il libro degli esercizi è molto importante ricordare che Gesù non si aspetta che accettiamo o comprendiamo i suoi insegnamenti senza inciampare e fare errori. Egli tiene in considerazione la nostra paura e la nostra resistenza, ricordandoci gentilmente: “Ricorda solo questo: non è necessario che tu creda alle idee, non è necessario che tu le accetti e nemmeno che tu le accolga volentieri. Ad alcune opporrai attiva resistenza. Niente di tutto ciò ha importanza, né ridurrà la loro efficacia. Ma non permetterti di fare eccezioni nell’applicare le idee contenute in questo libro di esercizi e, quali che siano le tue reazioni ad esse, usale. Non viene richiesto nulla più di questo” (L.in.9). Se aspettassimo fino al momento in cui siamo in grado di fare perfettamente una lezione, non molti di noi andrebbero oltre la prima lezione.

La cosa importante è: “usale” con la disponibilità a notare i metodi ingegnosi che abbiamo inventato per opporre resistenza al loro uso.
Tuttavia “niente di tutto ciò ha importanza” in quanto, come Gesù ci dice nel testo: “La tua parte è solo di offriGli [allo Spirito Santo] un po’ di disponibilità …” (T.18.V.2:5). Solo questa “piccola disponibilità” ti condurrà da una lezione all’altra.

Vorrei ricordarti anche che non è necessario riprendere il libro degli esercizi dall’inizio se tu dovessi ripeterle. Puoi sempre tornare indietro e rifare una lezione o concentrarti su un concetto specifico che hai saltato, ma questo non significa che dovresti ricominciare tutto d’accapo. Gesù non si aspetta che noi facciamo una lezione perfettamente prima di andare avanti alla successiva. È molto più consapevole di noi della nostra resistenza e della nostra paura, quindi sa che noi interpreteremo in maniera sbagliata quello che dice, che non facciamo tutto quello che chiede e che quando lo facciamo lo facciamo in modo imperfetto. È interessato unicamente alla nostra disponibilità ed umiltà nel praticare le lezioni.
La parte centrale della Lezione 95, in particolare, affronta l'atteggiamento che dovremmo avere quando incontriamo dei problemi nel nostro lavoro con le lezioni.
Non c'è un modo giusto o sbagliato di praticare gli esercizi del Libro, a parte il fare le lezioni nell'ordine, come Gesù ci indica. Alcune persone trovano utile continuare a ripetere le lezioni, ma non è necessario farle più di una volta. Probabilmente è una buona idea il ritornarci sopra per studiare ciò che insegnano, ma non è necessario fare gli esercizi più di una volta, a meno che non si sia guidati a farlo. Come sappiamo, ogni persona è guidata individualmente.

Sviluppare una dipendenza dalle lezioni è un segnale al quale essere attenti. Per esempio, se ti rendi conto che non puoi iniziare la tua giornata senza fare una lezione, o ti senti vuoto o depresso se non fai la lezione ogni giorno, anno dopo anno, allora sai di aver instaurato una relazione speciale con il Libro degli esercizi. Dovresti esaminare questa cosa perché, più che probabilmente, l'ego si è infiltrato e unito al processo, e potresti perdere l'essenza di quello che è il vero senso delle lezioni.
Un'altra cosa da tenere d'occhio è la necessità di continuare a fare le lezioni fino a quando non si fanno perfettamente. Anche questo verrebbe dal tuo ego. Fare "male" le lezioni e poi perdonarsi per essersene dimenticati, o per essersi addormentati o qualsiasi altra cosa, è molto più in accordo con lo spirito del Libro degli Esercizi e il modo gentile in cui Gesù ci guida.

A metà della lezione 95 è spiegato che è molto più utile accostarsi alle lezioni nel modo sopraccitato in quanto così facendo rispecchieremmo la linea di fondo di ciò che stiamo imparando, che è di ricordarsi di non prendere seriamente la "minuscola folle idea". Questo è chiaramente il modo in cui Gesù vorrebbe che noi procedessimo.
L’addestramento comporta in gran parte il mettersi in contatto con la resistenza e la paura di continuare nel processo di disidentificazione dal nostro ego. Una piccola disponibilità è tutto ciò che ci verrà mai richiesto. Tutto ciò che conta è voler pensare a Dio o a Gesù durante il giorno.
Il punto non è ricordarsi di dire tutte le frasi esattamente in tempo ogni giorno. Ciò che vorremmo, tuttavia, è il punto (cioè lo scopo), indipendentemente dal fatto di completare con successo tutte le istruzioni come veniamo diretti. Dovremmo mirare al contenuto e non alla forma.
Ed il contenuto è l'amore che perdona di Gesù.

PERDONO - CONFLITTO
Come indica la tua esperienza, il primo passo nel perdono è riconoscere l’odio che permea il sistema di pensiero dell’ego, ed il modo in cui viene espresso nella nostra vita, in tutte le nostre relazioni. La tua scelta di imparare il perdono ti ha portato nel luogo stesso dove deve avvenire il perdono – te stessa.
Il processo implica il guardare onestamente i tuoi pensieri ed i tuoi giudizi, come hai fatto tu, e vederli come l’effetto di una scelta nella tua mente di essere separata da Dio (e quindi da tutti i tuoi familiari). Sebbene noi ci giudichiamo come peccatori per questo e ci sentiamo in colpa, Un corso in miracoli ci dice che ci siamo sbagliati e necessitiamo di correzione. Ci viene chiesto di dare questi giudizi allo Spirito Santo affinché possano essere trasformati. Così perdoniamo in nostri familiari/fratelli per quello che non hanno fatto, perché tutto ciò di cui li accusiamo è una proiezione della nostra stessa colpa: “Sii disposto a perdonare il Figlio di Dio per ciò che non ha fatto” (T.17.III.1:5). Perdoniamo anche noi stessi per ciò che non abbiamo fatto, perché né la separazione né la colpa sono reali.

Gli ostacoli a sperimentare l’amore sono tutte le credenze che manteniamo su noi stessi come sé separati, peccatori e colpevoli, che vivono in corpi e meritano la punizione di Dio. Il praticare gli insegnamenti del Corso ci porta dapprima a riconoscere queste credenze, poi a mettere in dubbio la loro validità e a vedere il loro costo enorme: la perdita di pace e la perdita della consapevolezza della nostra vera Identità, così come l’esperienza di amore di cui parli. Man mano che il dolore derivante dal restare attaccati all’odio ed al credere nella colpa diventa più intenso, saremo più disposti a lasciarli andare, e allora la verità di chi siamo ritornerà alla consapevolezza: “Quando ogni concetto sarà stato messo in dubbio e messo in discussione, e sarà stato riconosciuto che è stato basato su ipotesi che non reggerebbero alla luce, allora la verità sarà libera di entrare nel suo santuario, pulita e libera dalla colpa” (T.31.V.17.5).

La parte della mente aggrappata al credere nella separazione resiste a qualsiasi sforzo fatto per disfare questa credenza. La tua decisione di comprendere e praticare il perdono minaccia il sistema di pensiero dell’ego, e questo spiega la tua esperienza.
Così può già diventarti evidente che non c'è modo in cui tu possa realmente evitare il conflitto, indipendentemente dal tuo essere o non essere in contatto o alla presenza fisica dei tuoi familiari/fratelli. Ciò avviene perché tutte le relazioni esistono soltanto nella mente e, che tu di creda o meno, il reale conflitto non ha nulla a che fare con i tuoi fratelli. Ma ha tutto da fare con ciò che essi simboleggiano per te, perché anche il conflitto reale è soltanto nella tua mente.

E così qualsiasi cambiamento nelle tue relazioni dovrà cominciare prima nella tua mente.
Alludendo a questo processo, Gesù osserva, “Ognuno costruisce un ego o un sé per se stesso, che è soggetto a enormi variazioni a causa della sua instabilità. Fa anche un ego per ogni altra persona che percepisce, che è ugualmente variabile. La loro interazione è un processo che altera entrambi, perché non sono stati fatti da o con l’Inalterabile. È importante rendersi conto che questa alterazione può verificarsi e si verifica altrettanto prontamente sia quando l’interazione ha luogo nella mente che quando implica vicinanza fisica. Pensare ad un altro ego è tanto efficace nel cambiare la percezione relativa, quanto lo è l’interazione fisica. Non ci potrebbe essere un esempio migliore del fatto che l’ego è solo un’idea e non un fatto” (T.4.II:2).

Dunque, sì, puoi lavorare sulle lezioni di perdono con i tuoi familiari/fratelli senza essere in contatto o vicino a loro fisicamente, a condizione che tu non sia anche determinata a evitare di guardare nella tua mente il conflitto che essi rappresentano per te e che proietti fuori nel mondo. I tuoi familiari/fratelli ti forniscono l’opportunità di entrare in contatto con la colpa sepolta in profondità nella tua mente che non hai voluto guardare, ma che hai preferito vedere al di fuori di te negli altri, in questo caso nei tuoi familiari/fratelli. Così una volta che riconosci dove si trova il reale problema, nel processo del perdono i tuoi familiari/fratelli passano dal primo piano allo sfondo.

Qual è il passo successivo nel processo? Gesù ci dice che “C’è un modo semplicissimo per trovare la porta del vero perdono e percepire che è spalancata in segno di benvenuto. Quando senti che sei tentato di accusare qualcuno di un qualsiasi genere di peccato, non permettere alla tua mente di soffermarsi su ciò che pensi che egli abbia fatto, perché questo è auto inganno. Chiediti invece: “accuserei me stesso per questo?” (L.pII.134.9).

Per scoprire l'auto accusa, devi semplicemente identificare a livello di contenuto, piuttosto che nella forma specifica, ciò che i tuoi familiari/fratelli possono fare, ciò di cui li accusi. Molto probabilmente sarà un qualche aspetto del fatto che mettono i loro interessi personali dinnanzi a quelli di tutti gli altri, volendo controllare o manipolare la situazione per assicurarsi che i loro bisogni siano soddisfatti, senza alcuna vera preoccupazione per nessun altro. E così devi poi essere onesta con te stessa nel riconoscere che a volte funzioni esattamente nello stesso modo. E così il processo di perdono con i tuoi familiari/fratelli sarà un processo che molto probabilmente richiederà tempo. Ma almeno adesso sai dove si trova il problema reale.

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