AUTORITA' E ABITUDINI

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Mario Zanoletti
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AUTORITA' E ABITUDINI

Messaggio da Mario Zanoletti » 27 luglio 2021, 11:47


Devo abbandonare le vecchie abitudini anche se mi mette a disagio?


D: La mia domanda riguarda il Problema d’Autorità. Quando ero piccolo c’era una cosa particolare che ero solito mettere in atto e mio padre mi diceva di smetterla perché non era quanto i ragazzi grandi facevano. Ma mia madre diceva che secondo lei era carina e che dovevano semplicemente lasciare che me ne disfacessi con la crescita. Beh, ora è parte della mia personalità e delle mie relazioni. Posso continuare a farlo anche se si tratta di un problema di autorità, o Gesù chiede che noi rinunciamo a qualsiasi auto-affermazione anche se il farlo ci fa paura?

R: Gesù non ci chiede mai di sacrificare qualcosa per il nostro avanzamento spirituale.
Solo il Dio dell’ego e il Gesù dell’ego esigono sacrificio. Ciò che Gesù vuole che facciamo è sviluppare l’abitudine di chiedere, riguardo ai nostri valori e comportamenti: “Qual è lo scopo? Quale scopo serve?”
Vuole che diventiamo sempre più consapevoli di essere menti che prendono la decisione e che fanno sempre una delle due scelte: o continuare ad essere separati da Dio e dagli altri o disfare la nostra credenza nella separazione e imparare che condividiamo tutti gli stessi interessi e alla fine la stessa Identità. Questo è il solo significato rilevante di ciò che facciamo e pensiamo.

Così, se tu dovessi valutare il comportamento a cui fai riferimento nel contesto dello scopo che ha, potresti raggiungere una migliore comprensione di ciò che sta avvenendo. Questo sposterebbe la tua attenzione dal tuo comportamento alla tua mente e ti renderesti conto che la tua salvezza non poggia sul fare cambiamenti al livello del comportamento.

L’auto-affermazione è un ideale egoico, sebbene non sia necessariamente sbagliato attraversare una fase di auto affermazione come correzione degli anni in cui si è fatto l’opposto.
Quando sceglierai Gesù o lo Spirito Santo, anziché l’ego, come tuo Insegnante interiore sarai centrato sull’amore che risponde a tutto e tutti solo con amore e gentilezza.
Questo contenuto nella tua mente verrebbe allora espresso in modo appropriato nelle circostanze della tua vita. E questo può avvenire sotto forma di assertività, ma non nella versione egoica dell’assertività, che rinforzerebbe le differenze e porterebbe ad una relazione di antagonismo. Se ti focalizzassi sull’essere chiaro in merito allo scopo che stai scegliendo nella tua mente, il tuo comportamento fluirebbe semplicemente da questo e allora non saresti in conflitto.

Ci sarebbe una coerenza tra i tuoi pensieri e il comportamento: ciò che Gesù chiama “onestà”, la seconda caratteristica degli insegnanti di Dio (vedi M.4.II). Un corso in miracoli di fatto non dice nulla su come dovrebbe essere il nostro comportamento.
Infine, dalle informazioni che hai dato è difficile determinare se il tuo problema è semplicemente un problema di autorità.
Tutti tendiamo ad avere problemi con le autorità, considerato il fatto che crediamo di aver ottenuto la nostra esistenza a spese di Dio e che Egli ci insegua per punirci e riprendere quanto Gli abbiamo preso.


Cos’è esattamente il “problema dell’autorità”?

D : Continuo a pensare a cosa Un Corso in Miracoli descrive come problema “d’autorità”. Capisco che significa che c’è una lotta costante dentro di me tra ciò che credo sia la “ragione” per il mio essere qui e per la mia vita e ciò che Dio “crede” sia la ragione per il mio essere qui e per la mia vita. Sfortunatamente – come la maggior parte dei concetti insegnati dal Corso – ho la sensazione che la mia comprensione non centri il bersaglio. Sono almeno vicino?

R: In realtà non sei affatto lontano dal bersaglio. Una volta qualcuno disse: “Se Dio è il tuo co-pilota, scambiate i posti!” Gesù ci dice che il problema è molto più profondo di così: “Il problema d’autorità è ancora l’unica fonte di conflitto, perché l’ego è stato fatto dal desiderio del Figlio di Dio di fare da padre a Dio. L’ego, dunque, non è niente altro che un sistema delirante in cui tu hai fatto il tuo stesso padre” (T.11.in.2:3,4).

Questo è ovviamente folle come Gesù stesso sottolinea nella continuazione di quel brano, tuttavia noi continuiamo a permettere a questo conflitto di imperversare nella nostra mente e di proiettare se stesso ovunque in molte forme, perché crediamo che sottometterci a Dio come nostro Autore e Fonte sia una sentenza di morte. O che, come minimo, non possiamo esistere come ci piacerebbe.

Gesù spiega: “La proiezione dell’ego fa sembrare che la Volontà di Dio sia al di fuori di te, e pertanto non sia la tua. In questa interpretazione sembra possibile un conflitto tra la Volontà di Dio e la tua. Potrà dunque sembrare che Dio pretenda da te ciò che non vuoi dare e così che ti privi di ciò che vuoi… Hai paura di conoscere la Volontà di Dio, perché credi non sia la tua. Questa credenza è tutta la tua malattia e tutta la tua paura” (T.11.I.9:1,2,3; 10:3,4).

Così, nella misura in cui darai valore ad una esistenza autonoma e individuale, inconsciamente crederai di aver usurpato il potere di Dio per ottenere e mantenere quell’esistenza e che Egli ti insegua per riaverla indietro. Questo è il principio “o l’uno o l’altro”, che sta al cuore del sistema di pensiero dell’ego, e la paura ne è la conseguenza spiacevole. “Negare che Egli sia l’Autore è negare a te stesso la ragione della tua pace, così che ti vedi solo in segmenti. Questa stana percezione è il problema d’autorità” (T.3.VI.10:6,7).



D: L’esperienza che faccio è che mi viene detto di rivedere tutto quello che posso sul “problema d’autorità”. Ho la serie di cd di Ken sul problema d’autorità, ma il mondo dell’ego mi impedisce di avere il tempo per ascoltarli. Mi chiedo se avete altre parole di saggezza riguardo a questo argomento o qualsiasi scritto al quale possiate indirizzarmi.


R: Ti suggeriamo di raddrizzare subito il tuo ego! Sistema le cose col tuo ego ed ascolta i cd.

La domanda precedente riassume le idee chiave riguardanti il problema d’autorità, che – ci dice Gesù – “è la radice di tutti i mali” (T.3.VI.8:3).
È comprensibile che possa esserci un’intensa resistenza a questo argomento, perché esso pervade tutto il modo di pensare della mente sbagliata, e immergersi in esso solleva, in un modo o nell’altro, la nostra paura estrema di perdere la battaglia con Dio in merito alla nostra esistenza.

Nascosta in un angolo buio della nostra mente c’è la “verità” che la nostra esistenza di individui non sia autentica e possa esaurirsi nell’istante in cui le nostre difese vengono smascherate e demolite, la qual cosa è inevitabile.
Questo dubbio ontologico sulla nostra stessa esistenza si intrufola in tutti i livelli della nostra esperienza cosicché finiamo con lo sfidare ogni singola autorità della nostra vita – sia segretamente che apertamente.
Oppure andiamo nella direzione opposta e diventiamo totalmente sottomessi alle autorità, anche se segretamente pieni di risentimento per il loro potere su di noi. Entrambi i casi sono al servizio dell’ego, perché viene mantenuta la separazione.

Un corso in miracoli ci insegna che la guarigione di questo conflitto inizia quando chiediamo aiuto per guardare il nostro desiderio di essere individui autonomi anziché parte dell’unico Figlio di Dio, e saremo motivati a chiedere aiuto quando avremo riconosciuto che il volere ed il difendere una vita di interessi separati non ci ha reso felici.
L’ego ci vorrebbe far credere che è sempre o – l’uno – o – l’altro: o è un Dio tiranno ad essere in carica o lo siamo noi.
Gesù corregge questo modo di pensare errato assicurandoci che quando lasceremo andare il nostro bisogno immaginario di essere indipendenti ci sentiremo come se fossimo appena stati liberati dalla prigionia, ed allora faremo esperienza di una pace infinita che è la nostra eredità in quanto Figlio di Dio (T.3.VI.10).

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