ALCUNE DOMANDE..

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Laura
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ALCUNE DOMANDE..

Messaggio da Laura » 3 novembre 2020, 16:00

Buongiorno , la scorsa volta si è detto che il sogno notturno è un proseguo di quello diurno, allora il significato dei sogni non c'è? ma il sogno non è anche rielaborazione dell'inconscio? e gli incubi dei bambini ( e anche nostri ) allora non hanno significato?

Il Corso dice che viviamo in un sogno, nell'illusione che la nostra mente scorretta continua a proiettare… nel libro Io Sono Dio dice che è lui che vuole fare esperienza, Lui che ci manda le persone di cui abbiamo bisogno, è Lui che ci fa fare determinate esperienze anche dolorose per capire di non cercare all'esterno ma rivolgersi al nostro interno…. ma allora sia l'ego che la malcreazione della nostra mente fanno comunque parte di Lui? perché sono parte di noi e noi siamo parte del Tutto?

Un'ultima domanda riguarda il Karma… se il karma come è stato detto è qui ed ora allora il karma famigliare e generazionale non esistono?
Grazie Laura

Mario Zanoletti
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RISPOSTE SOGNI E KARMA

Messaggio da Mario Zanoletti » 5 novembre 2020, 15:11

RISPOSTE SUI SOGNI E KARMA

Tutto del corpo – fisico e psicologico – è parte del piano dell’ego ed una strategia per mantenere reale la separazione da Dio. Un corso in miracoli non spiega il fenomeno corporeo del sogno notturno e delle allucinazioni: puntualizza piuttosto il loro valore nell’insegnarci il potere che la nostra mente ha nel distorcere la realtà per adattarla ai nostri scopi.
Questo è il punto centrale in “La base del sogno”, nel capitolo 18 del testo (T.18.II), dove Gesù descrive alcune delle caratteristiche dei nostri sogni, per esempio: “I sogni sono caotici, poiché sono governati dai tuoi desideri conflittuali e perciò non hanno alcun interesse in ciò che è vero. Essi sono il miglior esempio che tu possa avere di come la percezione possa essere utilizzata per sostituire la verità con le illusioni. ... Essi forniscono esempi lampanti sia dell’incapacità dell’ego di tollerare la realtà, sia della tua disponibilità a cambiare la realtà a suo vantaggio. … I sogni ti mostrano che hai il potere di fare un mondo come vorresti che fosse e che, poiché lo vuoi, lo vedi. E mentre lo vedi non dubiti che sia reale. Ma ecco un mondo, chiaramente nella tua mente, che sembra esserne al di fuori(T.18.II.2:1,2,5; 5:1,2,3).

Dal momento che siamo tutti in grado di relazionarci con ciò che Gesù ci dice sui nostri sogni, egli può allora usare questi esempi per insegnarci le dinamiche in corso nella nostra mente in ogni momento, ma di cui non siamo consapevoli. Così mentre dormire e sognare sono aspetti delle mal creazioni dell’ego, essi possono essere usati per aiutarci a lasciar andare il nostro credere nel sistema di pensiero dell’ego: “lo Spirito Santo fa un altro uso di tutte le illusioni che hai fatto tu, e pertanto Egli vede in esse un altro scopo. Per lo Spirito Santo il mondo è un luogo dove tu impari a perdonarti ciò che pensi siano i tuoi peccati” (L.pI.64.2:2,3).

Il punto che Gesù sottolinea è che non c’è differenza tra i nostri sogni da svegli e i nostri sogni mentre dormiamo: sono forme diverse dello stesso sogno di separazione e quindi possono essere sia espressioni della mente corretta sia espressioni della mente sbagliata.
Trascorri tutto il tuo tempo sognando. I tuoi sogni da sveglio o da addormentato hanno forme diverse, e questo è tutto. Il loro contenuto è lo stesso” (T.18.II.52,13,14).


ANCORA...È la stessa mente che sogna sia i nostri sogni da svegli sia i sogni da addormentati. Ed è uno dei numerosi inganni dell’ego cercare di convincerci che c'è una reale differenza tra i due affinché crediamo di essere svegli quando invece stiamo in realtà ancora dormendo, e avendo semplicemente una diversa forma dello stesso sogno di separazione. Una delle intuizioni più importanti che i nostri sogni da addormentati ci offrono, in merito al nostro spostamento ad uno stato di apparente risveglio, è il rendersi conto che la nostra mente ha il potere di costruire nei sogni un mondo che sembra molto reale fintanto che lo sperimentiamo, un mondo fatto soltanto per soddisfare le nostre esigenze personali. Gesù approfondisce questo aspetto dei nostri sogni da addormentati in un passaggio molto chiaro:
Nei sogni non appare forse un mondo che sembra piuttosto reale?... E mentre lo vedi non dubiti che sia reale. Ma ecco un mondo, chiaramente nella tua mente, che sembra esserne al di fuori. Tu non rispondi ad esso come se lo avessi fatto, né ti rendi conto che le emozioni che il sogno produce devono venire da te… Sembra che ti svegli e il sogno è svanito. Tuttavia ciò che non riesci a riconoscere è che ciò che ha causato il sogno non è svanito con esso. Il tuo desiderio di fare un altro mondo che non è reale rimane con te. E ciò a cui sembri risvegliarti non è che un’altra forma di questo stesso mondo che vedi nei sogni. Trascorri tutto il tuo tempo sognando. I tuoi sogni da sveglio o da addormentato hanno forme diverse, e questo è tutto. Il loro contenuto è lo stesso. Essi sono la tua protesta contro la realtà e contro la tua idea fissa e folle che puoi cambiarla. (T.18.II.1:1;5:2,3,4,8,9,10,11,12,13,14,15).

Nei nostri sogni da addormentati, abbiamo la stessa scelta di insegnanti che abbiamo quando siamo "svegli" e possiamo constatare col tempo che possiamo scegliere il perdono mentre dormiamo, riconoscendo che i nostri giudizi nel sogno non sono giustificati. Possiamo persino diventare sognatori lucidi, rendendoci conto, persino mentre sognano, che il sogno da addormentati è un'invenzione della mente, presagendo la consapevolezza che alla fine ci verrà circa i sogni da svegli.

Ed i sogni da addormentati ci offrono anche l'opportunità di comprendere il vero significato del perdono al quale Gesù cerca di condurci, quando ci rendiamo conto, al risveglio, che la fonte di qualsiasi turbamento di cui facciamo esperienza nei nostri sogni da addormentati non ha nulla a che fare con ciò che un altro ci fa. Il nostro turbamento non fa altro che riflettere una decisione nella nostra mente di essere turbati per poi attribuire tale perdita di pace ad una causa che sembra essere fuori da noi.
La consapevolezza che questo è ciò che facciamo anche nei sogni da svegli è la base per il processo di perdono come Gesù ce lo presenta nel Corso: "Non sono mai turbato per la ragione che penso io… Io sono turbato perché vedo qualcosa che non c’è (L.pI.5,6). "Il perdono riconosce che ciò che pensavi tuo fratello ti avesse fatto non è accaduto" (L.pII.1.1:1). Quando potremo generalizzare questo riconoscimento dai nostri sogni da addormentati a quelli da svegli, saremo sulla buona strada nel risveglio da tutti i nostri sogni di separazione.


I tuoi sogni da addormentata potrebbero semplicemente dirti che c’è ancora della colpa sepolta che non è ancora venuta a galla, che c’è ancora lavoro da fare. Ma probabilmente lo sapevi già. Tuttavia, potrebbe essere utile ricevere quella sorta di spinta dai sogni, in quanto possiamo adagiarci troppo facilmente pensando di essere piuttosto bravi a perdonare e che non ci sia molto altro da fare. In verità, tuttavia, ci fa profondamente paura portare a termine il processo, in quanto “la fine” è uno stato di assenza di in cui abbiamo lasciato andare il sé che pensavamo di essere: un sé che sceglie di perdonare.
Questo conflitto nella nostra mente – voler progredire, ma essere terrorizzati nel farlo – può apparire nei sogni come lotta, fatica, tormento, ecc. Non è necessario analizzare i sogni, è sufficiente cogliere il senso di ciò che significano, cosa che pare tu sia riuscito a comprendere molto bene.
Man mano che entrerai sempre più in contatto con la tua paura di andare fino in fondo con il perdono, diventerai sempre più consapevole del conflitto nella tua mente.
Poi mentre guarderai con calma tale resistenza e senza giudicare te stessa, i tuoi sogni rifletteranno tale nuovo stato mentale.



KARMA

Nonostante Un Corso in Miracoli non utilizzi la parola karma, un termine presente negli insegnamenti spirituali orientali per indicare la legge di causa ed effetto, il Corso certamente affronta tale concetto in molti passaggi. Il tempo lineare è un aspetto centrale del karma, o della causa ed effetto, nel mondo dell’ego. Nel Corso Gesù ci dice che causa ed effetto non sono separati (T.26.VII.13:1) ed è solo nel sistema di pensiero della separazione che i due possono sembrare distinti.

Ed è solo nel mondo della separazione e del tempo che il karma, o legge di causa ed effetto del mondo, può operare.
Una volta che ci troviamo (per nostra scelta) all’interno del sistema di credenza del mondo, il karma diventa neutro, sebbene all’inizio l’ego abbia sviluppato la nozione di causa ed effetto per stabilire la realtà della separazione, comprese le conseguenze della colpa e della punizione per il nostro attacco a Dio.
Niente di tutto questo ovviamente è reale, dalla prospettiva del Corso.
Ma dato che crediamo nella legge di causa ed effetto – un sotto prodotto della nostra credenza nella realtà della separazione – Gesù ci mostra un’applicazione più gentile di tale principio.

L’ego vorrà farci credere che ci sono inevitabili conseguenze per tutte le azioni e le mancate azioni nel mondo.

Le buone azioni producono buone conseguenze e le cattive azioni producono cattive conseguenze.
E c’è un equilibrio dualistico che deve essere mantenuto, o un debito che deve essere pagato, come risultato di tutte le nostre scelte nel mondo.
Gesù, tuttavia, sposta l’attenzione dal mondo alla nostra mente dove ci aiuta ad imparare a riconoscere che la sola scelta che noi facciamo realmente è nella nostra mente ed è tra il sistema di pensiero dell’ego e il sistema di pensiero dello Spirito Santo. Ed è solo nella mente che causa ed effetto hanno un reale significato.
Ogni sistema di pensiero ha conseguenze in termini di fare o meno esperienza della pace mentale.
E la nostra pace nel presente dipende solo dalla nostra scelta nel presente, non avendo niente a che fare con qualsiasi decisione che abbiamo preso in passato. La comprensione di questo ha il potenziale di liberarci dal ciclo karmico che sembra chiederci di vivere l’esperienza delle conseguenze delle nostre azioni nel tempo e nello spazio. E il perdono è la pratica del Corso per liberarci da qualsiasi cosiddetto debito karmico.

Il desiderio di credere nel karma, in particolare quello cattivo o negativo, è il desiderio di rendere reale il peccato, in particolare il peccato degli altri che crediamo ancora debbano affrontare le conseguenze della loro peccaminosità, anche se non è niente di più di un universo impersonale che va incontro alla sua “giustizia imparziale” per aver violato e trasgredito le sue leggi naturali – le conseguenze apparentemente immancabili e inevitabili dell’odio e dell’attacco.
Questa è sempre la versione egoica di giustizia, perché il peccato ha un prezzo che deve essere pagato e la bilancia della giustizia deve essere sempre equilibrata tra bene e male, chiaramente un’asserzione dualistica basata sul credere negli opposti.

Tuttavia questo può essere desiderabile, in quanto principio dominante, solo se crediamo genuinamente che gli altri siano separati da noi e che tu meriti la punizione mentre io conservo la mia innocenza.
E quindi non è nient’altro se non il velato desiderio dell’ego che la colpa sia reale – specialmente quella degli altri.
Tuttavia se la colpa di mio fratello è semplicemente la proiezione della mia colpa inconscia, allora sto dicendo inconsciamente che voglio che la mia colpa continui ad essere reale.
Cosa succederebbe se realmente sapessi che il solo modo per poter essere sganciato dai miei cosiddetti peccati è essere disposto a vedere che ogni “trasgressione” – quella altrui come la mia – non è stata altro che una richiesta di aiuto?
Chiaramente è impossibile farlo da soli, come tu stessa stai sperimentando man mano che ti rendi conto di essere chiamata ad andare oltre i principi teorici del Corso verso la loro applicazione pratica nella tua vita attraverso la pratica del perdono. E continuerà ad essere impossibile fintanto che continuiamo a credere che i nostri interessi possano essere separati da quelli di chiunque altro.

Il Corso non ci chiede mai di negare la nostra esperienza temporale nel mondo, ma ci chiede se siamo disposti a mettere in dubbio la nostra interpretazione di quell’esperienza.
L’interpretazione dell’ego sarà sempre vedere interessi separati ed esigere una “giustizia” che metta a posto ogni cosiddetto errore, anziché mettere in dubbio la premessa che insiste sul fatto che ogni errore sia un peccato.
Ovviamente la linea di fondo è che il karma e la colpa sono semplicemente modi diversi per tentare di dire che la separazione è reale così da mantenere intatta la propria individualità.
E questo è il motivo per cui la resistenza alla dolce correzione del Corso di tutti gli errori – i nostri e quelli degli altri – è così difficile da accettare. “Il miracolo minimizza il bisogno del tempo” (T.1.II.6:1), ma i nostri ego possono continuare ad esistere solo nel tempo.
Il Karma è la legge di causa ed effetto del mondo, ed afferma che la causa è reale e ha effetti reali e quindi ci vorrà del tempo per capovolgere o disfare ognuno dei suoi effetti.
Il peccato richiede quindi sofferenza per disfare la trasgressione.

Questo significa che serve del tempo per guadagnare la liberazione finale – del tempo futuro: se non in questa vita, in qualche vita futura.

Ma l’effetto del miracolo è ora, in un istante santo al di fuori del tempo e dello spazio, che trascende le leggi del mondo fisico e le sue soggiacenti leggi dell’ego. Per dirla con le parole dolci e rassicuranti dello stesso Gesù:

Com'è folle e sciocco pensare che il miracolo sia limitato da leggi che è venuto unicamente a disfare! Le leggi del peccato hanno diversi testimoni con forze diverse. Ed affermano che ci sono diverse sofferenze. Tuttavia per Colui Che manda i miracoli a benedire il mondo, una leggera fitta di dolore, un piccolo piacere mondano e gli spasmi della morte stessa, non sono che un unico suono: una richiesta di guarigione, un mesto grido di aiuto in un mondo di miserevolezza. Il miracolo afferma la loro uguaglianza. Dimostra che sono la stessa cosa. Le leggi che li chiamano diversi sono dissolte e la loro impotenza dimostrata. Lo scopo del miracolo è di compiere ciò. E Dio Stesso ha garantito la forza dei miracoli per ciò che testimoniano.


Sii dunque testimone del miracolo e non delle leggi del peccato. Non c'è più bisogno di soffrire” (T.27.VI.6:3,4,5,6,7,8,9,10,11; 7:1,2).

Grazie elle domande Cara Laura, sperando in adeguate risposte aspettiamo un dolce confronto chiarificatore.

Mario, Giulia, Silvia.

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