STEP 28 - 29

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Mario Zanoletti
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STEP 28 - 29

Messaggio da Mario Zanoletti » 10 febbraio 2021, 15:52

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STEP-28-
Continuiamo a leggere, dopo lo step 25/26/27 il paragrafo che troviamo al T.11.V.1:2:
"Non c’è bisogno di rifuggire le illusioni, perché esse non possono essere pericolose."

Forse questa frase ci sorprende. Forse la nostra esperienza passata è stata ben diversa e noi siamo convinti del contrario!
Perché, dunque, il Corso sostiene che le illusioni non sono pericolose?
Perché non esistono, naturalmente!
Anche se - per la mente che le rende reali - esse possono apparire devastanti.

In un paragrafo incantevole viene spiegato in modo molto semplice il processo del guardare con l’aiuto dello Spirito Santo (Mente Corretta), usando l’analogia di un bambino che percepisce fantasmi inesistenti.

"I bambini percepiscono fantasmi, mostri e draghi spaventosi, e ne sono terrorizzati. Ma se chiedono a qualcuno di cui si fidano il significato di ciò che percepiscono, e sono disposti a lasciar andare le loro interpretazioni in favore della realtà, la loro paura se ne va con esse.
Quando un bambino viene aiutato a tradurre il suo “fantasma” in una tendina, il suo “mostro” in un’ombra, ed il suo “drago” in un sogno, non ha più paura, e ride felicemente della sua paura."
(T.11.VIII.13)

Come chiarisce la prima lezione del libro degli esercizi, tutto dipende dalla nostra percezione. Ma per permettere allo Spirito Santo di disfare le nostre percezioni paurose, dobbiamo prima essere consapevoli di pensarle!
Questo è il senso e lo scopo del processo del guardare.

Se siete delle persone serie, non può bastarvi affrontare soltanto oggi, o una volta ogni tanto, questa indagine che stiamo conducendo insieme.
La vostra ricerca, la vostra osservazione devono essere ininterrotte.
È necessario avere grande pazienza. Sapete, impazienza è tempo.
La pazienza, invece, non è del tempo.
Pazienza significa osservare da vicino, con grande cura e attenzione; significa non avere fretta e avanzare a poco a poco, senza stancarsi.
Questa è pazienza.
In questo modo di osservare non c'è l'ansia del tempo.
Ma quando vi lasciate prendere dall'impazienza di andare avanti, vi mettete a correre, senza capire da che punto siete partiti.
Allora, qual è la causa che determina questo nostro povero modo di vivere? Forse è l'esigenza di sentirci sicuri?
Oppure è l'illusione di crederci gli uni separati dagli altri?

O è l'illusione di credere che il nostro cervello sia diverso da quello dei nostri simili?
La nostra mente, il nostro modo di fare, sono davvero diversi dalla mente e dai modi di comportamento degli altri esseri umani?
La causa che stiamo cercando è il pensiero?
Guardate qual è, storicamente, il modo di vivere degli esseri umani: un continuo combattere tra di loro, un andare avanti nel tormento, nell'angoscia, portandosi dietro conflitti e paure che sembra impossibile abbandonare.
C'è la ricerca del piacere e il costante imbattersi nella sofferenza; c'è qualche raro sprazzo d'amore, che immediatamente diventa un fatto sessuale, mentre la compassione non ha mai potuto essere una realtà vivente; è rimasta soltanto un'idea….
.Non siamo mai disposti a guardare a fondo quello che accade nella nostra mente e nel nostro cuore, senza alterare quello che stiamo osservando.
Il nostro cuore, la nostra mente sono distorti, corrotti, ma speriamo di poterli risanare e raddrizzare facendo ricorso all'analisi.
Facciamo molto affidamento su di essa; così non ci accorgiamo di quanto essa sia inefficace…..
Stiamo dicendo che quello che importa è essere capaci di osservare che cosa accade dentro di noi, nel nostro cuore, nella nostra mente.
Ma questa osservazione non è possibile quando dietro di essa c'è un motivo qualsiasi o qualche genere di imposizione che la deforma.
La mente deve essere capace di straordinaria attenzione….
"(K.)

STEP-29-
Ritornando al Corso, esaminiamo la lettura dei primi due paragrafi di T.11.V:

Noi siamo pronti a guardare più da vicino il sistema di pensiero dell’ego ……..Restiamo molto calmi nel fare ciò, perché stiamo solo cercando onestamente la verità.

[b]Non aver paura dunque, perché ciò che guarderai è la fonte della paura, e tu stai iniziando ad imparare che la paura non è reale…..
Non aver paura dunque di guardare la paura, perché non può essere vista.

Notiamo come il testo ci solleciti ripetutamente alla calma man mano che procediamo nel processo di guardare i nostri pensieri:
“restiamo molto calmi” … “tranquillamente”… “non avere paura”.

Il nostro Insegnante sa bene che le illusioni non esistono. Ma noi no. E sa molto bene che tutte le volte che l’ego domina il nostro modo di pensare siamo letteralmente attanagliati dalla paura, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
E’ quindi fondamentale non compiere questo processo da soli, ma con la guida amorevole del nostro Insegnante interiore, che non giudica, non attacca, e non percepisce alcuna colpa.

Ecco che cosa significa “guardare i nostri pensieri senza giudizio né colpa”: Significa guardarli insieme allo Spirito Santo, la Voce di pace che sta all’interno della nostra mente, oppure - come ci suggerisce una bellissima lezione - immaginando di tenere fra le nostre la mano di Gesù:
Se ti può essere d’aiuto, pensa che ti tengo per mano e ti guido.
E ti assicuro che questa non sarà una futile fantasia
.[/b] (L.pI.70.9:3-4)

Questo è il modo in cui il corso ci insegna a disfare la paura.

Ascoltare è un'arte che non è facile acquisire, ma che porta con sé bellezza e comprensione profonda.
Ascoltiamo dalle profondità del nostro essere, ma il nostro ascolto è sempre alterato da preconcetti o dai nostri particolari punti di vista.
Non siamo capaci di ascoltare direttamente, con semplicità; in noi l'ascolto avviene sempre attraverso lo schermo dei nostri pensieri, delle nostre impressioni, dei nostri pregiudizi...

Per poter ascoltare ci deve essere calma dentro di noi, un'attenzione distesa, e non deve esserci il minimo sforzo tendente ad acquisire qualcosa.
Questo stato vigile e tuttavia passivo è in grado di ascoltare quello che è al di là dei significati delle parole.

Le parole portano confusione; sono solo un mezzo di comunicazione esteriore, ma per trovarsi al di là del rumore delle parole è necessario ascoltare in uno stato di vigile passività.

Coloro che amano sono capaci di ascoltare, ma è estremamente raro trovare chi sia capace di farlo.
La maggior parte di noi è troppo occupata a raggiungere degli obiettivi, a ottenere dei risultati; stiamo sempre cercando di andare oltre, di conquistare qualcosa, così non siamo in grado di ascoltare.
Solo chi ascolta veramente può cogliere la melodia delle parole.


Alla prox

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