STEP 21 e 22

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Mario Zanoletti
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STEP 21 e 22

Messaggio da Mario Zanoletti » 21 gennaio 2021, 18:30

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-21-
Abbiamo visto precedentemente (Step 20) che il corso vuole portarci a fare un’esperienza universale di perdono, e ci siamo domandati quale fosse il significato che diamo noi alla parola “esperienza”. Forse ci siamo accorti che con il termine “esperienza” intendiamo l’azione ed il comportamento, in altri termini quanto avviene a livello di corpo.

Tuttavia all’inizio del testo leggiamo:
I pensieri possono rappresentare il livello d’esperienza inferiore o corporeo,
oppure il livello d’esperienza superiore o spirituale.
Uno fa il livello fisico, l’altro crea quello spirituale
(T.1.I.12)


Dunque secondo il corso l’esperienza definisce solamente l’attività del pensare, indipendentemente dal fatto che tale pensare porti alla formulazione del mondo fisico o alla creazione di quello spirituale.

Questo non dovrebbe stupirci, se ricordiamo che questo è un corso relativo alla causa – cioè alla mente - e non all’effetto – cioè al corpo - (T.21.VII.7:8).
E se ricordiamo anche che secondo il corso il mondo non esiste, ché anzi, questo è proprio il pensiero centrale che il corso cerca di insegnarci (L.pI.132.6:2-3).


Fermiamoci a riflettere su questo punto: avevamo compreso che nel corso il termine “esperienza” definisce soltanto l’attività della mente?

L’esperienza della mente è possibile solo quando la mente è tranquilla, che non cerca ciò che già conosce.
Una mente che cerca spera di trovare una soluzione a se stessa. la mente che non cerca è la Mente corretta, che già ha.
La distinzione è importante.

Quando la mente è calma, quando il pensiero è assente e la mente non è frastornata dal suo rumore, c'è un attimo di comprensione, c'è una percezione istantanea che avviene con fulminea rapidità. Per capire una cosa qualsiasi – un quadro moderno, un bambino, vostra moglie, il vostro vicino, o la verità che è presente dovunque, la mente deve essere calma, una calma che non può essere costruita. Se cercate di rendere calma la mente, non la calmate, la uccidete.

STEP -22-
Le idee non lasciano la loro fonte e sembra solo che i loro effetti siano separati da esse.
Le idee appartengono alla mente.
Ciò che è proiettato al di fuori e sembra essere esterno alla mente, non è affatto al di fuori,
ma è un effetto di ciò che è dentro e non ha lasciato la sua fonte.
(T.26.VII.4:7-9)


Gli effetti della mente – i corpi con tutti i loro comportamenti, il mondo con tutte le sue azioni - non hanno lasciato la loro fonte, ossia la mente.
In altri termini il mondo è un pensiero dentro la mente, che non ha lasciato la sua fonte.
E tutto l’apparente bagaglio di “esperienze” del mondo, non è altro se non una convulsa attività mentale.
Non c’è alcun mondo separato dalle tue idee perché le idee non lasciano la loro fonte, e tu mantieni il mondo all’interno della tua mente nel pensiero
(L.pI.132.10:3)


E’ evidente a questo punto che la cosiddetta “esperienza” fisica del mondo è una specie di non-esperienza, mentre l’unica esperienza è quella della mente.

Questa è la ragione per cui l’addestramento della mente è tutto il lavoro che lo studente deve svolgere. Non c’è nient’altro da fare, per la semplice ragione che non c’è nulla al di fuori della mente( ECCO CHE SI COMPRENDE L'IMPORTANZA DELLA MEDITAZIONE E DEGLI ESERCIZI PROPOSTI che sono vera meditazione, quella vera, quella che porta a vedere la differenza delle scelte della mente). Quindi, ancora, ecco perché integrare l’addestramento della mente proposto dal libro degli esercizi con tecniche fisiche o energetiche desunte da altre strade implica il non aver compreso né lo scopo né la didattica del corso.

"La mente non è mai in silenzio, insegue sempre un pensiero dietro l’altro, una sensazione dietro l’altra.
Per cercare di porre fine a questo chiacchierare ininterrotto, imparate a concentrarvi; vorreste imporre il silenzio alla mente; ma così il conflitto ricomincia. È questo che fate: chiacchiere su chiacchiere, un continuo parlare a proposito di niente.
Ma se volete osservare qualcosa, un albero, un fiore o il profilo delle montagne, dovete guardare standovene in silenzio.
A voi però non interessano le montagne, la bellezza delle colline e delle valli, o lo scorrere dell’acqua; voi volete arrivare da qualche parte, volete ottenere qualcosa di spirituale.
Non è possibile starsene quieti in modo naturale.
Guardare una persona, ascoltare una canzone, o stare a sentire con calma quello che qualcuno sta dicendo, senza opporre la minima resistenza, senza mettersi a dire: «Devo cambiare, devo fare questo, devo fare quello».
Starsene semplicemente quieti?
Evidentemente questa è la cosa più difficile. E così vi mettete a seguire dei sistemi per arrivare alla quiete. Ma non vedete l’inganno che si nasconde in questo modo di fare?
"

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