STEP 15 - ADDESTRAMENTO

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Mario Zanoletti
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STEP 15 - ADDESTRAMENTO

Messaggio da Mario Zanoletti » 28 dicembre 2020, 11:32

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Step 15

Iniziamo, con questo step, una serie di considerazioni, per meditare, allineate su un nuovo argomento: la mente ed il suo addestramento.

Così come con il tema della pace, cercheremo di comprendere che cosa dice il Corso e quali sono le trappole in cui uno studente principiante tende a cadere.
Cominciamo con un paragrafo del primo capitolo, in cui per la prima volta - dopo l’introduzione - il Corso dà una chiara definizione di sé stesso.

Questo è un corso di addestramento della mente.
Ogni apprendimento implica attenzione e studio a qualche livello.
Alcune delle ultime parti del corso si basano troppo profondamente
su queste sezioni iniziali per non richiedere uno studio approfondito.
Tuttavia man mano che studi queste sezioni iniziali,
inizierai a vedere alcune delle implicazioni che verranno ampliate più avanti.
(T.1.VII.4:1-3,6)

Questo chiarimento è indubbio: questo è un corso di addestramento della mente.

Si è notato molte volte che a questo proposito gli studenti fanno due errori basilari:
non comprendono appieno che il corso va studiato, e va studiato in modo approfondito, e quindi si limitano a trattarlo come un libro elevato da consultare di tanto in tanto per trarne ispirazione.

Quindi lo leggono una o due volte, e poi concludono “di aver fatto il corso”, o praticano superficialmente le lezioni limitandosi a cercare di ricordare in qualche modo la frase del giorno.
Salvo, naturalmente, stupirsi del fatto che nonostante lo stiano “studiando” da qualche anno, non riescono a raggiungere quello stato di pace che è il vero obiettivo del corso.

O perfino –è questo è il secondo errore che va evidenziato- lo consultano per ricevere indicazioni comportamentali, quasi fosse una specie di testo oracolare, senza rendersi conto che stanno usando quanto leggono per avere una sorta di “autorizzazione spirituale” che confermi le proprie aspettative egoiche.

Se poi quanto leggono smentisce le proprie aspettative, non esiteranno a proiettare sul corso il proprio senso di colpa, arrabbiandosi con esso perché “non funziona”, “è troppo difficile”, “non comprendo dove mi porta” ecc. ecc.
Sarebbe un po’ come leggere affrettatamente le istruzioni di un nuovo costosissimo strumento elettronico, e stupirsi del fatto che “non funziona”. E di conseguenza arrabbiarsi con chi lo ha costruito.

Prima di proseguire, dunque, sarebbe bene che ancora una volta andassimo a guardare -senza giudizio né colpa- i nostri pensieri riguardo a quanto scritto sopra, cercando di rispondere alla seguente domanda: qual è il modo in cui studio il corso?

Per riuscire a seguire sé stessi, per apprendere il funzionamento del proprio pensiero, bisogna essere straordinariamente vigili e iniziare così a sviluppare una sensibilità sempre maggiore al complesso intrico dei propri pensieri e reazioni e sentimenti, una maggiore consapevolezza non solo di se stessi, ma anche degli altri, di coloro con cui si è in rapporto. Conoscere sé stessi vuol dire studiare sé stessi nell’azione, che è rapporto.” (K.)

Alla prox....................

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