STEP 33 -34 - 35

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Mario Zanoletti
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STEP 33 -34 - 35

Messaggio da Mario Zanoletti » 7 aprile 2021, 17:48

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STEP -33-

La fuga dall’oscurità implica due tappe:

Primo, il riconoscere che l’oscurità non può nascondere. Di solito questo passo implica paura.
Secondo, il riconoscere che non c’è nulla che vuoi nascondere anche se potessi. Questo passo porta a sfuggire dalla paura.
(T.1.IV.1:1-4)

Il processo del guardare i nostri pensieri senza giudizio né colpa passa attraverso due grandi fasi:

la prima è rappresentata dal riconoscere che l’oscurità non può nascondere, ossia constatiamo che i costanti tentativi dell’ego di proteggere noi e sé stesso sono totalmente inutili. In altri termini i nostri meccanismi difensivi non ci difendono affatto, perché
“tutte le difese fanno ciò da cui vogliono difendere”
(T.17.IV.7:1).
Tuttavia, noi credevamo che lo facessero, e quindi il metterli allo scoperto può addirittura incrementare la nostra paura invece di abolirla.

La seconda fase è rappresentata dal riconoscere che anche se potessimo, non vorremmo più nascondere nulla. Qui abbiamo acquisito una forza del tutto nuova ed una disponibilità totalmente diversa, ed il processo di guardare i nostri pensieri non è più accompagnato dalla paura ma dalla gioia e dall’entusiasmo di chi non vede l’ora di respirare un’aria più pura.

In queste due fasi è concentrato tutto il percorso dello studente dall’iniziale totale asservimento all’ego alla completa liberazione da esso.
Riportiamo la definizione del termine OSCURITA’ dal glossario UCIM: portare l’oscurità (illusioni) alla luce (verità) Processo di disfacimento della negazione e della dissociazione, che esprime la decisione di portare la nostra colpa nella luce dello Spirito Santo perché possa essere guardata e perdonata anziché essere tenuta con paura nell’oscurità della nostra mente inconscia dove non potrà mai essere vista e disfatta; vivere nelle illusioni porta malattia e dolore, portarle alla verità significa guarigione e salvezza.


STEP -34-

Man mano che approfondiremo il processo di guardare i nostri pensieri senza giudizio né colpa, ossia con un atteggiamento amorevole nei confronti dei nostri errori, sperimenteremo delle resistenze, provocate dal nostro ego che farà di tutto per impedirci di portare a termine tale processo.
È più probabile, quindi, che l’ego attacchi quando reagisci con amore, perché ti ha valutato come non amorevole e tu stai andando contro il suo giudizio…

Questo è il momento in cui cambierà improvvisamente dalla diffidenza alla malvagità, dato che la sua incertezza sarà aumentata.
Tuttavia non ha sicuramente senso rispondere attaccando.
Cosa potrebbe significare ciò se non che sei d’accordo con la valutazione dell’ego di ciò che sei?
(T.9.VII.4:5, 7-9)

Ma quali sono i mezzi principali che l’ego adotta per impedirci di guardare i nostri pensieri?


STEP -35-

Consideriamo brevemente quali sono i mezzi principali che l’ego usa per impedirci di guardare i nostri pensieri, ossia i suoi due formidabili strumenti difensivi: il primo è la negazione, il secondo la proiezione.

Leggiamo il significato di “negazione” dal glossario UCIM.
LA NEGAZIONE
Mente sbagliata: evitare la colpa respingendo fuori dalla consapevolezza la decisione che l’ha prodotta, rendendola inaccessibile alla correzione o Espiazione.
La decisione che ha prodotto la colpa è la credenza nella minuscola folle idea, quel piccolo folle pensiero di separazione che sta all’origine di tutti i nostri guai. (T.27.VIII.6:2-3).

Pur essendo inesistente per definizione, noi abbiamo voluto credervi per mantenere l’illusione della nostra specialezza.
Ed in questo modo abbiamo rifiutato l’Espiazione, ossia la correzione proposta dallo Spirito Santo, che consiste nel riconoscere semplicemente di esserci sbagliati.
Il profondo senso di colpa che ne è derivato, pur essendo inesistente proprio come l’idea di separazione che l’ha prodotto, è talmente devastante per chi ci crede da essere veramente impossibile da gestire.
E la strategia che l’ego ha elaborato e che ci propone continuamente per sopportare tale colpa è proprio la negazione, ossia nascondere la decisione da cui tale colpa è originata.
Adottiamo insomma lo stesso atteggiamento di chi nasconde lo sporco sotto il tappeto per non vederlo più, ed in questo modo si illude di averlo eliminato.
Nascondendo i meccanismi della mente sbagliata crediamo che non ci siano più, e ci sembra di stare meglio.
Ma in questo modo, proprio come succede con lo sporco sotto il tappeto, non ricordiamo più ciò che si cela all’interno della nostra mente, e quindi non possiamo più lasciarlo andare.
Ci lavorerà dentro, inesorabile, e non sapremo perché……

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