Del cercare

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Del cercare

Messaggio da fortimaira@gmail.com » 18 novembre 2022, 19:15

Ieri ho compreso che non sto affatto cercando il ritorno all'Unità.
Immagino di volerlo, mi convinco di essere nel cammino, rammento a me stessa di aver ben chiara la meta.
Ogni giorno mi racconto immense e laboriose bugie per sgusciare tra i fili della Luce che mi avvolge.
E' stata una giornata al di fuori dal tempo, da sola in casa, con il compito di preparare alcuni lavori per il bazar di Natale della scuola. Lavori con la lana cardata e con quella grezza, con la stoffa e con il filo.
Il tempo si è avvolto sul ritmo della macchina da cucire, si è infilato nei punti cuciti a mano, si è insinuato tra le fibre della lana. I pensieri si sono acquietati per lasciare spazio ai sensi: la morbidezza della lana, il fruscio della stoffa, il profumo dolce, i colori da armonizzare.
All'improvviso mentre preparavo l'ennesimo "bimbo nella noce" ho sentito le voci dei bambini che avrebbero scelto quel particolare oggetto. Ho provato quella gioia vibrante che sentivo quando da piccola riconoscevo un giocattolo come mio compagno di vita. Una risata interna mi ha colta, un'apertura verso un mondo in cui tutto è possibile, anche vedere la vita in un piccolo pezzo di lana infeltrita.
E poi ho sentito il tocco profumato di un bambino nella culla, mentre preparavo il Gigetto per i neonati. Ho avvertito l'immensità di quello che stavo costruendo un punto alla volta e la responsabilità di essere delicatezza e serenità. Sono stata morbidezza, ninna nanna, tenerezza.
A un certo punto è arrivato il buio e mi sono accorta che il tempo esisteva ancora fuori da me. Da creatrice sono tornata ad essere me.
E lì mi sono chiesta: se un angelo scendesse ora offrendomi di scambiare questa sensazione di essere viva con l'unità cosa risponderei?
Non è già unità questo imperfetto equilibrio tra gioia e dolore? Non è già unità la complessa possibilità di muovere le mani, di vedere, di sentire?
Scambierei per il Paradiso l'esser capace di far sorridere un bambino? Non c'è già il Paradiso in quel sorriso?
Mi interrogo sul mio perpetuo cercare ciò che non mi accorgo di essere.
Mi interrogo sul perché rendiamo le cose problematiche e ci avviluppiamo in spirali di dolore che si autosostengono.
Mi interrogo sulla scelta che ho fatto di vivere questo sogno. So che al momento giusto arriverà l'alba, ma perché non godermi la sensazione di un sogno fatto apposta da me e per me?
LEZ. 140 Solo della salvezza si può dire che curi. "Questo è il giorno in cui cesserà la separazione, e ricorderemo Chi siamo realmente."
Questo. Non domani. Non ieri. Ora. Siamo la cura, anche quando siamo convinti di essere la malattia.
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