esiste davvero il qui e ora ?

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SABRINA T.
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esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da SABRINA T. » 28 marzo 2021, 16:03

Ti chiedo: esiste davvero il qui e ora ? Io non ne sono più tanto certa…. Ogni cosa materializzata, ogni pensiero, ogni istante non sono forse un condensato di passato-qui e ora-futuro?
Questa sedia che sta ospitando in questo istante il mio sedere è stata passato nel momento in cui è terminata, qui e ora mentre le mani del falegname la stavano costruendo e futuro quando il falegname ha pensato di realizzarla.
E questo nostro modo di vivere il tempo FRAMMENTANDOLO in presente qui e ora e futuro non è di per se una forma di generazione di conflitto?
È necessario per l’esperienza in questo luogo chiamato Terra dare un nome alle cose, creare un orologio, creare periodi di tempo chiamati anni, giorni, mesi… come modalità di orientamento e prevenire il caos delle azioni, ma quando si ha bisogno di riflettere con il pensiero-mente-anima-corpo è corretto operare questa separazione? A volte il passato è visto come un demone, un intruso nel presente, un ospite indesiderato, un spazio che rovina il presente.
Ma se la nostra mente è nel passato, quel passato diventa il nostro qui e ora, è una decisione, una scelta….. io scelgo in questo momento di stare nel passato… ho letto il post RICORDA il tuo dolore, il verbo RICORDA è un invito a vivere una situazione del passato…
Quindi mi sento di dire : valuta come vuoi vivere il tuo tempo, sei contento dei risultati che ottieni dall’utilizzo del tuo tempo? Tutto il tempo è sempre un qui e ora, ricordare un episodio del passato ADESSO può essere lo strumento per vivere il mio qui e ora adesso in maniera diversa, il passato non si cancella, non è possibile, e il mio qui e ora ADESSO di scegliere di non fumare una sigaretta non è una scelta legata al futuro? Fumare mi piace, è un piacere che mi vorrei concedere ADESSO NEL QUI E ORA… ma scelgo di non fumare perchè non voglio dare fumo ai miei polmoni, perchè voglio mettermi nella condizione di vivere a lungo…. A volte penso che si vive molto nel qui e ora DIMENDICANDOSI del passato e del futuro…. sono tempi che in fondo appartengono ad un UNICO TEMPO, termine inventato per dare significato ad una cosa che in fondo non esiste.

Giulia Cataudella
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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da Giulia Cataudella » 28 marzo 2021, 22:49

Ciao Sabrina, ti ringrazio per la condivisione e, in merito all'argomento che hai proposto ho trovato interessante questo racconto:

DOVE SEI?
Il discepolo confida al maestro:
“Mi sento oppresso. Non la smetto di oscillare tra questi due stati: un momento mi sembra di affogare e il momento dopo ritorno a galla. Quando potrò liberarmi di questo mondo di sofferenza? Quando sarò finalmente libero?”
Il maestro non risponde nulla. Dopo qualche minuto, il discepolo, sorpreso, gli dice ancora:
“Maestro! Non sono forse qui, seduto di fronte a te, a farti una domanda?”
“Dove sei ora?” chiede il maestro. “A galla o sott’acqua?”


Per il maestro non ci sono dubbi che qui e ora, nel presente, siamo realizzati. La realizzazione è qui.
Se torna al presente con il maestro, il discepolo è realizzato. Siccome lui è tutto impegnato a chiedersi se rimane a galla o se affoga, non vive l’istante. In fin dei conti, si fa delle illusioni. In realtà, non rimane a galla e non affoga. È un diamante accanto a un altro diamante, un Buddha accanto a un altro Buddha, una perfezione accanto a un’altra perfezione.
La differenza tra i due uomini è che il maestro ha dato realtà alla sua perfezione. Il monaco no.
Egli la va cercando e gli sembra di affogare per poi tornare a galla. Si crea un’angoscia immensa perché non entra nel presente.
È per questa ragione che il maestro non gli risponde. Se il suo discepolo gli confida che a volte si sente a galla e a volte sott’acqua, vuol dire che non è qui, nell’istante, e nell’istante non c’è nulla che permetta di affogare o di rimanere a galla. Non esiste né oceano né acqua né angoscia. Solo la pace.
Il maestro non risponde a un discepolo assente. Allora questi insiste: “Maestro, ti sto parlando!”. E il maestro gli chiede: “Se mi stai parlando, dove sei?”.
Lasciamo che le cose arrivino senza farcene un cruccio. Verranno. Noi saremo in mezzo a loro, ma rimarremo completamente centrati nel presente. Non affogheremo in mezzo alle nuvole o al suono dell’acqua. Saremo qui!

Proprio qualche ora fa riflettevo sul concetto di Presenza e leggendo le tue riflessioni ho pensato di contribuire portando anche le mie.
Il concetto così tanto usato del “qui e ora” credo che si riferisca alla condizione di totale presenza, in cui SEI e basta. Non è una frammentazione o un momento diverso da passato e futuro, è vivere la tua Essenza che è atemporale e unita con il Tutto.
Se non ho capito male fai riferimento al modo in cui ogni nostro pensiero è collegato ad esperienze passate e quindi a ricordi e alle scelte che facciamo nel presente in base a questo passato e che condizioneranno il nostro futuro. Parliamo spesso di quanto noi viviamo nel nostro passato e vediamo il mondo attraverso le nostre proiezioni che sono frutto delle nostre esperienze, di quella immagine che negli anni (nel tempo) ci siamo costruiti e alla quale siamo particolarmente legati. Questo è proprio lo schema con cui ci muoviamo, la nostra mente ama ripetere e teme profondamente il nuovo. Mi viene da dire anche che teme proprio che ci si lasci andare, che ci si affidi perché questo vorrebbe dire scoprire che le nostre credenze si reggono sulla sabbia e non sulla roccia.. non sono Verità. La Fiducia ti può portare a sentire veramente chi sei e a vivere la presenza. Vivere la Presenza significa proprio andare oltre la nostra usuale modalità di pensiero, riscoprire ciò che siamo in tutta la sua purezza. È difficile descrivere la sensazione, è necessario provarla, ma sarà sicuramente capitato.
Ogni volta che si è nel vero Ascolto interiore e di chi ci è accanto, di ciò che ci circonda; quando si pone attenzione sul proprio respiro; ogni volta che ci si ferma ad osservare come è fatto un fiore o si è concentrati ad osservare il paesaggio intorno a noi; i movimenti del nostro cane o gatto; ogni volta che facciamo gli esercizi del Corso, ad esempio, o quando siamo concentrati ad ascoltare attentamente una lezione che ci interessa particolarmente..
In queste circostanze tu “sei e basta”, non stai pensando al passato, al futuro, al fatto che ti fa male la pancia, la spalla, la gamba.. ci sei. In questi momenti non esiste il giudizio. Può durare pochi secondi, minuti o anche ore (magari con la pratica), ma te ne accorgi che è una sensazione diversa dal solito. Te ne accorgi, o almeno io me ne accorgo, perché mi rendo conto dopo che cambia qualcosa. Tornano i pensieri, le ansie, i doloretti, e invece per un lasso di tempo non c’erano più. Non esiste la stanchezza, non esiste lo sforzo, perché sei in contatto e vivi veramente in comunione con ciò che ti circonda, con il Tutto, in quel momento sei il tutto, quindi in realtà la tua immagine si fa da parte. Non esiste il tempo e non esiste separazione. Percepisci ciò che c'è così come è e lasci che sia, ti lasci guidare.

Riporto quanto detto da Krishnamurti riguardo la presenza che credo possa spiegare bene il concetto:

“[..]Il pensiero va e ritorna là dove manca ordine, è la sua funzione. Questo dice qualcosa della natura del silenzio. Essendo la sua natura pace, libertà completa dal dolore e dal desiderio, mette in evidenza il dolore e il desiderio. Per questo chi vi è preso fugge il silenzio e il presente, perché rendono il disordine interiore ancora più forte, evidente, chiaro. Cacciati dal presente, maestro troppo severo, si ritorna al gioco della fuga, della contraddizione e del desiderio. Eppure, è solo attraverso il presente che può accadere una visione chiara, semplice, oggettiva. È nel presente che tutto trova il suo giusto posto, che la scelta finisce, che il raggio di luce che entra dalla finestra cadendo sulla quotidianità acquista il suo peso, il suo spazio, mettendo silenziosamente al loro posto la memoria e il desiderio. Il silenzio è permettere all’attenzione di incontrare ciò che è, interiormente e intorno a noi. Un’emozione, un pensiero o il rumore della pioggia che sta cadendo delicatamente; il rumore della stufa a legna e del frigo nel silenzio della casa. Quando l’attenzione è così vigile, aperta e senza centro è libertà ed è vita. Quasi tutto il nostro tempo scorre nell’opacità di un’attenzione limitata, concentrata su poche cose, sul risolvere una questione particolare mentre tutto il resto scorre sullo sfondo. Come dire l’immensa perdita che questo fatto costituisce? La differenza è davvero tra vivere e non vivere. Eppure, sembra che dare tutta l’attenzione ad un problema sia del tutto naturale, anzi, porti più vita ed energia. Che è l’energia dello spazzare via tutti i dubbi, tutte le distrazioni. C’è una cecità in questo. La cecità della rigidità, del perseguire il successo mentre si trascura tutto il resto. È l’ancorarsi a idee predefinite che blocca l’attenzione. È il sentire e vivere l’idea come sostitutiva di ciò che è che blocca la percezione. Ed è l’assenza di consapevolezza che questo accade davvero che porta ad auto ingannarsi.” Jiddu Krishnamurti

Il respiro e gli esercizi del Corso aiutano molto a fare pratica di questi momenti di Silenzio della mente che porta alla Presenza.
Un abbraccio

SABRINA T.
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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da SABRINA T. » 29 marzo 2021, 0:57

Oggi ho trascorso l’intera giornata da sola.

Sul balcone ho degli scatoloni di cose che non hanno ancora trovato spazio in casa, stavo cercando una cosa e mi è apparsa una borsina di plastica, all’interno tantissime lettere che ho ricevuto da amici, genitori, nonni durante i miei 6 mesi in Inghilterra quando ero là come ragazza alla pari, era l’anno 1994… al tempo non c’erano i cellulari, e tutta la corrispondenza era via lettera. Mi sono messa a leggere alcune lettere… è stato meraviglioso. Un tuffo nel passato, in un periodo particolare della mia vita… e tramite quelle lettere ho ricordato quel pezzetto della mia vita, e ho re-incontrato persone che avevo dimenticato.

Quel momento tu come lo definisci? Ero o non ero nel qui e ora ? È probabile che tu mi risponda di no perchè per mezz’ora sono stata nel 1994.

Ho guardato foto di mia figlia quando era piccola, perché mi piace ricordare come era, le cose che faceva, ricordare come era la sua voce, mi piace ricordare il modo in cui giocava…
Le foto mi fanno fare viaggi nel passato che mi piace fare, mi piace usare il tempo presente per visitare il passato.

Mi piace ricordare i miei nonni che non ci sono più, fermarmi a ricordare quando trascorrevo tempo con loro, il giorno che mi sono sposata e sono andata a salutare mio nonno e lui è scappato dalla commozione, quando giocavo a carte con lui…
Mi piace ricordare quando ero bambina, quando giocavo, quanta paura avevo della mia maestra…

Io tutto questo lo voglio tenere con me, non lo voglio dimenticare, e l’unico modo che conosco al momento è usare una parte del mio tempo presente per visitare il mio passato.

Il mio passato è per me un tesoro, è quello che sono stata, è quello che mi ha portato fino a qui.

Tu mi puoi chiedere : CHE SENSO HA? QUALE E’ LO SCOPO? E qui mi metti in difficoltà.

Ad oggi io non riesco ( e non so se nemmeno voglio ) smettere di ricordare alcuni momenti della mia vita, alcune persone che ho trovato sul mio cammino. NON VOGLIO.

Capisco se mi mettessi sul divano a pensare come sarebbe la mia vita se non avessi fatto questo o quello, se non avessi divorziato dove sarei adesso, questo lo trovo davvero un esercizio assolutamente inutile e per certi versi distruttivo.

E’ dal 2013 che sto scrivendo un diario… ogni tanto prendo l’agenda del 2015 per esempio, vado alla data del giorno odierno ma del 2015 e mi piace andare a vedere cosa ho scritto… e cosa ho fatto…. A volte mi metto a ridere per le cose che scrivevo… a volte capisco quanto sono cambiata, a volte capisco quanto non capivo un cazzo… a volte capisco che certe mie azioni di oggi sono frutto di “lezioni del passato” .. a volte capisco che certe lezioni non le ho per nulla apprese…

E’ VERO NON SONO PRESENTE ! Quindi se ti faccio una domanda tu non mi rispondi?

Ci sono anche momenti, e lunghi momenti dove osservo il cane del mio vicino che gioca nell’erba, bambini che giocano davanti a casa mia, guardo mia figlia mentre dorme, scrivo una lettera, leggo un libro … stasera sono usciata per una passeggiata e ho cercato di osservare la natura, gli alberi, i fiori, il prato, li ero nel qui e ora ( o quanto meno stavo provando a farlo).
Stavo bene e mi chiedo: il tempo che ho trascorso a vivere parte del mio passato davvero ha rubato istanti preziosi del qui e ora ? E magari il mio star bene di oggi non è dovuto anche all’effetto di quei momenti rivissuti del passato? Se mi chiedessi in questo istante di interrompere questa “ modalità “ io ti rispondo che al momento non sono pronta a farlo, non voglio!

non è che sono ferma su questa posizione, questo ci tengo a sottolinearlo, non escludo che possa “ modificare” il mio sentire e ritrovarmi un giorno nella dimensione da te descritta, ma devo sentire che HA UN SENSO, UNA VERA RAGIONE D’ESSERE ( che poi devo rileggere quanto hai scritto perchè è tardissimo e il contenuto non lo trovo di facile comprensione soprattutto a quest’ora.. )

Ma scusa secondo te dovrei buttare via tutte quelle lettere, quei diari, e tutte le foto? Se vivi nel qui e ora cosa te ne fai di tutte quelle cose? Sono alla fine “ distrazioni “ che hai per casa e che non ti permettono di rimanere nel qui e ora. Mi rendo perfettamente conto che il 1994 non esiste più da 27 anni, che anna ha 11 anni e non ne avrà mai più 3, che i miei nonni non sono più qui con i loro corpi… ma se mi venisse chiesto di bruciare quelle lettere, cancellare quelle foto, e non dedicare tempo a pensare a chi non c’è più e che è stato parte della mia storia….. io morirei… e forse/magari è questo il “ salto” che sarei chiamata a fare, ( sempre che sia davvero possibile farlo ) onestamente mi manca il respiro solo al pensiero. Forse sono andata fuori tema…. Mi sta venendo questo dubbio.. ma sto scrivendo da troppo tempo per cancellare e spero che quanto ho scritto possa trovare comunque un senso, perchè dentro di me lo ha.

Giulia Cataudella
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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da Giulia Cataudella » 29 marzo 2021, 11:51

Ciao Sabrina,
hai descritto molto bene il tuo pensiero e non credo proprio che tu sia andata fuori tema.
Il Corso ripete spesso che non ti viene chiesto di abbandonare o cambiare niente, ma solo di renderti conto dei tuoi movimenti, dei tuoi pensieri.
Siamo spaventati, terrorizzati, dall’abbandonare la nostra immagine, come giustamente tu hai detto. E nessuno ti sta chiedendo di farlo. La scelta di quale voce seguire è solamente tua. Puoi scegliere di rimanere ingabbiata nei tuoi ricordi e puoi scegliere di fare spazio, dissipare la confusione e ascoltare la voce del tuo Maestro, della tua Guida, unica vera Voce da seguire.
Noi viviamo nei ricordi, nel passato, e questo mette dei blocchi nel vivere il presente perché essendo sempre proiettati nel passato non riusciamo a vedere la realtà per quella che è ma le attribuiamo un significato di un qualche nostro vissuto collegato all’evento o all’oggetto o alla persona.
Se guardiamo entrambe una quercia, a me susciterà un’emozione di sicurezza e di stabilità perché magari da piccola mi ci appoggiavo per rilassarmi, a te invece susciterà un’emozione di paura perché da piccola ci sei caduta. Nessuna delle due sta guardando la verità del momento, l’albero per ciò che è realmente, quell’albero all’interno del quale scorre semplicemente la vita, la linfa.
Le esperienze che abbiamo vissuto ci hanno formato come tu dici ed è proprio così, ma ti chiedo: quale senso ha, una volta vissuta l’esperienza, tornare a riviverla? Che senso ha rimanere intrappolati nella nostalgia? O nel ricordo di una gioia che comunque ora non c’è più? Vivendo nel ricordo ci sfugge il presente. Non stiamo vivendo. Non sarebbe allora meglio vivere appieno le esperienze e poi lasciarle andare? Perché rimanere aggrappati a dei ricordi? Al rancore, alla rabbia, al dolore, financo alla gioia di momenti passati che non esistono più? Quando viviamo un'emozione siamo sicuri di farci attraversare da essa e viverla pienamente? Fai spazio.. più si rimane aggrappati, più si accumula, meno spazio si crea per il nuovo, per far sì che ciò che è arrivi.
Se dici che oggi stai bene, come mai hai bisogno di tornare indietro nel tempo? Come mai invece di viverti il tuo star bene adesso vai a ripescare eventi e sensazioni del passato? Adesso è il momento di creare il nuovo.
Nel passato ci possono essere stati eventi dolci, felici, dolorosi, tristi.. tutti hanno in realtà la stessa valenza..sono esperienze. Credo proprio che il punto non sia tornare a pensarci quando il ricordo affiora, ma quanta importanza diamo a questo ricordo.

Per comprendere ciò che sta accadendo, è importante portare lo scopo all’interno del quadro generale. Gesù ci dice: “Il ricordo di Dio affiora alla mente serena. Non può tornare dove c'è conflitto, poiché una mente in guerra contro se stessa non ricorda l'eterna dolcezza” (T.23.I.1:1,2). Una parte di noi vuole ricordare la nostra vera Identità in Dio, mentre un’altra parte è terrorizzata all’idea di lasciar andare la nostra falsa identità così da poter ricordare la verità. Questa paura ci porta a fare cose che impediscono alla nostra mente di essere quieta, come afferma Gesù nella frase citata. Queste sono le nostre difese e noi tutti ne abbiamo una borsa piena che tiriamo fuori nell’istante in cui questa paura viene a galla minacciosa. Una difesa molto efficace è quella di ricordare eventi del passato. Ricordare il passato ha pertanto uno scopo in quanto diventiamo ossessionati da ciò che è avvenuto anni addietro, come se stesse avvenendo adesso, e questo ci toglie ogni dubbio riguardo l’essere dei corpi, le vittime innocenti di ciò che ci è stato fatto oppure potremmo ricordare come abbiamo crudelmente vittimizzato gli altri o semplicemente ricordare con nostalgia eventi o persone che non ci sono più. Non ci rendiamo conto che questa è una difesa che viene scelta consciamente, come avviene per tutte le difese – un’importante dinamica che Gesù descrive all’inizio della Lezione 136: La malattia è una difesa contro la verità. Al punto 2 trovi scritto: “La malattia non è accidentale. Come tutte le difese, è un mezzo folle per l’autoinganno. E come tutto il resto il suo scopo è nascondere la realtà, attaccarla, cambiarla, renderla incapace, distorcerla, travisarla, o ridurla a un piccolo mucchio di parti disunite. Lo scopo di tutte le difese è impedire alla verità di essere intera. Le parti sono viste come se ognuna fosse intera in se stessa.” (L.pI.136).
Inoltre, puntualizza, in una sezione del testo: “La memoria attuale”, che “ricordare è selettivo come la percezione, essendo il suo tempo passato” (T.28.I.2:5). Perché vengono portati alla consapevolezza solo certi eventi del passato, quando sono accadute anche tantissime altre cose?
La sezione del testo chiamata “Le ombre del passato” (T.17.III) è altrettanto illuminante riguardo a come l’ego utilizzi il passato per rinforzare nella nostra mente la credenza che siamo separati. In altre parti del testo Gesù ci insegna l’uso che l’ego fa del tempo, in contrasto con quello dello Spirito Santo. Per l’ego il tempo “non è altro che uno strumento di insegnamento per incrementare la colpa finché pervada ogni cosa ed esiga eterna vendetta. Lo Spirito Santo vuole disfare tutto questo ora. La paura non fa parte del presente, ma solo del passato e del futuro, che non esistono” (T.15.I.7:7; 8:1,2). L’argomento della discussione è il feroce bisogno dell’ego di mantenere viva la sua dottrina di peccato, colpa, dannazione e inferno. Il tempo lineare è stato concepito dall’ego per questo scopo. Lo Spirito Santo, tuttavia, usa il tempo per insegnarci ad imparare solo da Lui così da non avere: “preoccupazioni, affanni, ansie, ma semplicemente essere in ogni momento perfettamente calmi e tranquilli” (T.15.I.1:1).
Una volta che comprendi lo scopo del ricordare il passato, potrai semplicemente guardarlo e poi fermarti maggiormente sullo scopo di questi ricordi. Quando non desidererai più lo scopo che i ricordi servono nel momento presente, sarà più facile lasciarli andare. Ma non dovrai mai cercare di convincerti che qualcosa non esiste. Questo andrebbe solo a peggiorare la situazione. “Non combattere te stesso” sottolinea Gesù (T.30.I.1:7). Va bene avere delle difese. Non sono esse il problema: il problema è il nostro pensare di averne bisogno. Ma ci vogliono anni di pratica perché questo venga disfatto, insieme alla pazienza e alla gentilezza nei tuoi confronti: “Le difese, come tutto ciò che hai fatto, devono essere dolcemente rivolte al tuo bene, tradotte dallo Spirito Santo da mezzi di autodistruzione a mezzi di preservazione e liberazione” (T.14.VII.5:8).

Quando mi trovo in confusione di solito faccio un esercizio. Mi fermo in un posto tranquillo, respiro e sto lì ad ascoltare come si muove il mio respiro. Se arrivano pensieri, ricordi o altro semplicemente li guardo senza giudicarli e li lascio andare e torno al mio respiro. La mente si quieta.

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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da gabriele » 29 marzo 2021, 22:26

WOW.
pensare al passato porta via spazio al VIVERE il presente.
Dalle migliaia di foto e filmati fatte al mio primo figlio 26 anni fà , dove trascorrevo serate intere a riguardarle fino a giungere ad oggi,
( 3° figlio di 18 anni )
dove non faccio più foto per ricordare , ma godo di ciò che vedo e sento nell'attimo stesso in cui accade.
Che cambiamenti, e li riconosco grazie alle vostre riflessioni.
Grazie

SABRINA T.
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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da SABRINA T. » 29 marzo 2021, 22:49

Giulia userò la tua risposta molto ricca di spunti per una profonda riflessione ... " per il momento " mi fermo qui . ti ringrazio per avermi dato strumenti per fare più chiarezza, se così si può definire.

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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da fortimaira@gmail.com » 30 marzo 2021, 16:26

La riflessione sul passato/presente mi tocca molto. Ho passato mezza vita a studiare storia e ad ascoltare le storie delle persone. Sento che il presente, quello intenso, comprende passato e futuro. E' un essere contemporaneamente su più piani, senza che questi interferiscano necessariamente l'uno con l'altro. Il passato "tossico" è quello che condiziona, che lega e crea ansia per il futuro. Se in questo momento posso provare gioia estendendo la mia coscienza nel passato (o nel futuro) la gioia è reale. Qui, ora. Il passato non sarà realmente quello che è stato, ma la creazione che io ora ne faccio. Siamo abituati a vedere il passato come storia scritta nei libri di storia, ma tutto questo è illusorio. Modifichiamo il passato esattamente come immaginiamo il futuro, lo correggiamo di continuo. Non esiste altro che la nostra coscienza di oggi, che vede e interpreta. E il fluire di questa nel cambiamento continuo. Continuerò a ridere guardando le foto dei bambini, rivedendo il ruolo di ragazzina infelice che interpretavo nei miei diari, leggendo l'altra me affetta da "stupidera" che traspare nelle lettere con gli amici. Chi ero? Chi sono? Quella che ride quando ride. Quella che piange quando piange.
Il qui e ora è tutto quel che c'è, semplicemente non possiamo esserne fuori. Il qui e ora è accogliere tutti gli strati di noi.
Provate a mangiare una fetta di torta a strati separando gli strati: riuscireste a sentirne il sapore unico? (A parte il fatto che se dividete gli strati della torta vi denuncio per delitto culinario!)

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Re: esiste davvero il qui e ora ?

Messaggio da gabriele » 31 marzo 2021, 12:29

Ciao Maira,
io penso , almeno per come lo vivo IO, che se ti capitano tra le mani delle foto vecchie non ci sia nulla di male nel correre indietro nel tempo con il pensiero per un attimo.
Dico anche però che se è stato un mio pensiero a volerle andare a rivedere allora in quel momento non ero nel QUI E ORA.
Se sono presente su tutto ciò che mi circonda e sulle mia azioni in questo preciso istante, il mio pensiero non può ( PENSARE) di andare a vedere le foto del passato, quel tempo non esiste più , perchè devo rivedere le foto dei miei figli quando erano piccoli ? quel figlio non esiste più, esiste il figlio che stà ora , in questo preciso istante davanti a me.
Questo è un esempio che riferisco a tutto ciò che è stato.
Spero di essermi fatto capire.
Grazie

IO

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