Cosa è il sé?
Inviato: 20 ottobre 2020, 20:35
Propongo una riflessione che, se meditata, accompagna a eliminare quello che tutti chiamano DOLORE. Da dove inizia? Si può porre fine alla sofferenza? Il conflitto tra esseri umani può aver fine? Le mie e vostre paure quali radici hanno? Chi e cosa ha creato la paura?
Queste alcune delle moltissime domande che un uomo serio si pone nella vita. Noi stiamo leggendo Un Corso In Miracoli con la speranza, conscia o inconscia, di un cambiamento. Ma il cambiamento è possibile senza uno sforzo per attuarlo? Meditare, meditare è la cosa più sublime per il "cambiamento"; se davvero lo vogliamo. Ecco un primo spunto di meditazione e discussione. A breve inizieremo le pubblicazioni sugli "spunti sulle Lezioni UCIM". Spunti che potranno aiutarci a comprendere il "messaggio" del corso e la Sua attuazione nel quotidiano.
Serena riflessione.......
Mario
Che cos’è il sé?
Tra i molti modi in cui il sé si manifesta ci sono l’ambizione, l’imposizione di un’autorità, la ricerca del potere.
Ma quello che veramente importa e capire che cos’è il sé (con la "s" minuscola).
E, se me lo permettete, vorrei aggiungere che dobbiamo affrontare la questione con molta serietà, perché ritengo che voi ed io, se smettessimo di considerarci persone appartenenti ad un gruppo, ad una certa classe sociale, ad una determinata società, abituate a vivere in una particolare zona climatica e comprendessimo il problema che ci sta di fronte, agendo di conseguenza, potremmo realmente produrre una vera rivoluzione.
Il sé tende costantemente ad espandersi, ad universalizzarsi, a creare organizzazioni sempre più sofisticate, nelle quali si fonde e si protegge.
Ma se voi ed io fossimo esseri umani capaci di amare ed esprimessimo questo amore nella vita di tutti i giorni, allora ci sarebbe quella rivoluzione che è assolutamente essenziale... Sapete che cosa intendo con il termine “sé”?
Intendo il “me”, i ricordi, le convinzioni, le esperienze, le varie intenzioni nominabili o innominabili, lo sforzo intenzionale di essere o il non essere qualcosa, la memoria accumulata nell’inconscio riguardante l’appartenenza ad una razza, ad un gruppo, ad una famiglia e via di seguito.
Tutto questo può manifestarsi esteriormente nell’azione o assumere sul piano spirituale l’aspetto di una virtù; questo complicato processo e lo sforzo che esso comporta costituiscono il sé, che implica necessariamente la competizione e il desiderio di essere.
E quando ci troviamo di fronte a questo processo, ci rendiamo conto che è male.
Uso intenzionalmente questa parola, perché il sé provoca divisione ed un processo autolimitante; qualunque cosa faccia, opera nella frammentazione e nell’isolamento.
Lo sappiamo bene.
E sappiamo anche quanto siano straordinari i momenti in cui il sé non c’è, quando cadono ogni tensione e ogni sforzo. (K.)
Alla prossima.........
Queste alcune delle moltissime domande che un uomo serio si pone nella vita. Noi stiamo leggendo Un Corso In Miracoli con la speranza, conscia o inconscia, di un cambiamento. Ma il cambiamento è possibile senza uno sforzo per attuarlo? Meditare, meditare è la cosa più sublime per il "cambiamento"; se davvero lo vogliamo. Ecco un primo spunto di meditazione e discussione. A breve inizieremo le pubblicazioni sugli "spunti sulle Lezioni UCIM". Spunti che potranno aiutarci a comprendere il "messaggio" del corso e la Sua attuazione nel quotidiano.
Serena riflessione.......
Mario
Che cos’è il sé?
Tra i molti modi in cui il sé si manifesta ci sono l’ambizione, l’imposizione di un’autorità, la ricerca del potere.
Ma quello che veramente importa e capire che cos’è il sé (con la "s" minuscola).
E, se me lo permettete, vorrei aggiungere che dobbiamo affrontare la questione con molta serietà, perché ritengo che voi ed io, se smettessimo di considerarci persone appartenenti ad un gruppo, ad una certa classe sociale, ad una determinata società, abituate a vivere in una particolare zona climatica e comprendessimo il problema che ci sta di fronte, agendo di conseguenza, potremmo realmente produrre una vera rivoluzione.
Il sé tende costantemente ad espandersi, ad universalizzarsi, a creare organizzazioni sempre più sofisticate, nelle quali si fonde e si protegge.
Ma se voi ed io fossimo esseri umani capaci di amare ed esprimessimo questo amore nella vita di tutti i giorni, allora ci sarebbe quella rivoluzione che è assolutamente essenziale... Sapete che cosa intendo con il termine “sé”?
Intendo il “me”, i ricordi, le convinzioni, le esperienze, le varie intenzioni nominabili o innominabili, lo sforzo intenzionale di essere o il non essere qualcosa, la memoria accumulata nell’inconscio riguardante l’appartenenza ad una razza, ad un gruppo, ad una famiglia e via di seguito.
Tutto questo può manifestarsi esteriormente nell’azione o assumere sul piano spirituale l’aspetto di una virtù; questo complicato processo e lo sforzo che esso comporta costituiscono il sé, che implica necessariamente la competizione e il desiderio di essere.
E quando ci troviamo di fronte a questo processo, ci rendiamo conto che è male.
Uso intenzionalmente questa parola, perché il sé provoca divisione ed un processo autolimitante; qualunque cosa faccia, opera nella frammentazione e nell’isolamento.
Lo sappiamo bene.
E sappiamo anche quanto siano straordinari i momenti in cui il sé non c’è, quando cadono ogni tensione e ogni sforzo. (K.)
Alla prossima.........