LA PREGHIERA DELL'ABBANDONO

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Silvia Bondioli
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LA PREGHIERA DELL'ABBANDONO

Messaggio da Silvia Bondioli » 18 gennaio 2021, 17:30

LA PREGHIERA DELL' ABBANDONO

Padre mio,
mi abbandono a te,
fa’ di me quello che vuoi.
Qualsiasi cosa Tu faccia di me
io ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
Purché si compia la tua volontà in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani,
la do a Te, mio Dio,
con tutto l'amore che ho nel cuore,
perché ti amo,
e perché ho bisogno di amore,
di far dono di me
di rimettermi nelle tue mani senza misura,
con infinita fiducia,
perché Tu sei mio Padre.

Charles de Foucauld

Mario Zanoletti
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Re: LA PREGHIERA DELL'ABBANDONO

Messaggio da Mario Zanoletti » 21 gennaio 2021, 16:49

Come è sublime l'abbandono.
Essere PRONTI a tutto porta alla completa presenza per accettare il MOMENTO esatto a ciò che ci viene chiesto.
Ecco l'importanza del SILENZIO; percepire la RICHIESTA senza interferenze della mente che mente, che distrae con le sue esigenze, pretese, desideri, aspettative, pregiudizi.
Lasciare che la Sua Volontà si compia in me è accettare, accettare e riconoscere tra la mia volontà e la Sua Volontà. Essere senza desiderio, non desiderare altro se non la Verità, l Realtà e la Luce.
rimettere la propria anima nell'Oceano dell'Immensità, affidandosi all'incommensurabile........
Com'è sublime VIVERE SENZA PAURA.....
Sì questa poesia/preghiera insegna proprio questo.....VIVERE SENZA PAURA

Charles scriveva: «Ci annoiamo più che mai e ci annoiano più che mai». Un uomo che non si accontentava delle cose della terra, pur sperimentandole fino a quando: “Non appena credetti che c’era un Dio, compresi di non poter fare altro che vivere solo per Lui; la mia vocazione religiosa risale allo stesso momento della mia fede: Dio è così grande ! Vi è una tale differenza tra Dio e tutto ciò che non è Lui…“ la scoperta del vero, della Realtà.
Allora inizia una "nuova" vita, si tratta di una vita e di uno stile che lui stesso si costruisce, attraverso dei modelli dettati dalle sue ispirazioni interiori, ed alla luce delle quali legge la vita di Gesù, come “si immagina” sia stata vissuta dal “divino operaio”. Un inizio non privo di "tentazioni" e di profondo dolore. Tutto (la Trappa, Gerusalemme, l’ospedale, il Monte delle Beatitudini), si rivelò un’esperien­za di “fuga”, un “altrove” del Nazaret senza gloria che stava vivendo!
Ma nella piena fiducia del suo "sentire":
Il 22 luglio 1905, in marcia verso l’Hoggar, Charles inizia un nuovo taccuino, il Carnet di Tamanrasset e fa parlare così la sua “patrona” Maria Maddalena: “Gesù ti ha stabilito per sempre nella vita di Nazareth …. Prendi come obiettivo la vita di Nazareth, in tutto e per tutto, nella sua semplicità e nella sua ampiezza…: niente vestito particolare – come Gesù a Nazareth; non meno di otto ore di lavoro al giorno – come Gesù a Nazareth. In una parola, in tutto: Gesù a Nazareth”. Conclude: “La tua vita di Nazareth può essere condotta dappertutto: vivila nel luogo più utile al prossimo”…

Sceglie Tamanrasset, perché è uno dei villaggi più poveri e isolati.
Arriva l’11 agosto e comincia a costruirsi un’umile casetta. Il 3 settembre la colonna Dineaux riparte e rimane solo con Paul Embarek, che considera catecumeno e che, per i pochi mesi che gli resterà vicino, gli permetterà di celebrare la messa come unico assistente. Rimane tra i Tuareg, a tre mesi di deserto dalla residenza di padre Guérin, senza risorse, senza altra protezione che la parola data da Musa. Padre Guérin gli scrive: “La considero come ‘consegnato alla grazia di Dio’ e pongo tutta la mia fiducia nel divino compagno di strada al quale si è consegnato”
Il 20 gennaio 1908 è sfinito al punto di sentirsi morire. Scrive nel taccuino: “Sono malato, costretto ad inter­rompere ogni lavoro. Gesù, Maria, Giuseppe, a voi dono la mia anima, il mio spirito, la mia vita”. Per la pri­ma volta, con i Tuareg, sperimenta la reciprocità dell’amicizia. Musa ag Amastane avverte Laperrine, mentre altri vanno a cercare “tutte le capre che abbiano un po’ di latte in questa terribile siccità, in un raggio di quat­tro chilometri”. Gli salvano la vita! Ma per tutto il mese deve osservare il riposo assoluto.

Il 13 dicembre 1911, sul punto di lasciare l’Asekrem prima del previsto, essendo lui e il suo “informatore” Ba Hammu affaticati dopo cinque mesi di lavoro intenso e cibo scadente, Charles redige un nuovo testamento, indirizzato al cognato Raymond de Blic. In esso precisa: “Desidero essere seppellito nel luogo stesso dove morrò, e riposarvi fino alla resurrezione. Proibisco che si trasporti il mio corpo e che lo si tolga dal luogo dove il buon Dio mi avrà fatto terminare il mio pellegrinaggio”. Chiede di avvertire, in caso di morte, mons. Bonnet, vescovo di Viviers, e “due amici incomparabili”: Gabriel Tourdes, “amico d’infanzia” e Henri Laperrine.

Rientrato a Tamanrasset il 15 dicembre, constata le conseguenze della siccità: “… il latte e la carne mancano da 20 mesi… Molti si nutrono esclusivamente di radici selvatiche…”. Alla cugina, inquieta per le notizie della guerra Italo-Turca iniziata in ottobre per il possesso della Libia, risponde che la guerra santa predicata dai Turchi e diffusa tra gli Arabi della Tripolitania, non tocca i Tuareg “tiepidi musulmani”, che, del resto gli danno vere consolazioni e con alcuni dei quali ha “vere e serie relazioni d’amicizia”

La sera stessa del 1° dicembre 1916 Charles de Foucauld veniva ucciso, nel corso di un assalto al fortino, da una banda isolata di Tuareg alleati a dei Senussiti libici.

Nel taccuino di pensieri quotidiani, iniziato il 1° gennaio 1916, il 18 gennaio aveva scritto:

Dio costruisce sul nulla.

È con la sua morte che Gesù ha salvato il mondo;

è con il niente degli apostoli che ha fondato la Chiesa;

è con la santità e nel nulla dei mezzi umani

che si conquista il cielo e che la fede viene propagata.

Ecco un frammento piccolissimo della vita di chi poi disse: " Padre mio mi abbandono a Te......"

Per me, Mario, l'abbandonarmi a Lui è una costante battaglia contro la paura dei "Tuareg" che sono i miei pensieri che donano siccità continua.


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