POESIA E ARTE NEL NOSTRO CUORE PER VIVERE LO "SCOPO"

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Mario Zanoletti
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POESIA E ARTE NEL NOSTRO CUORE PER VIVERE LO "SCOPO"

Messaggio da Mario Zanoletti » 6 gennaio 2021, 16:06

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L'INIZIO DELLA CREAZIONE

Ognuno di noi è chiamato a esprimere e donare i propri talenti, ognuno di noi, nessuno escluso, ha la capacità di esprimere "gli abissi dell'anima" e di "vivere secondo natura, la propria VERA NATURA"
Come suggerito nell’evangelica Parabola dei Talenti, l’Artista (Tu), nell’avvertire il senso della propria missione, ha l’obbligo di non nascondere i propri talenti sotto terra, ma di metterli al servizio dell’umanità.
Ed è probabilmente ciò che intendeva il compositore Richard Wagner quando dichiarava : «Io sono nato quale strumento per qualcosa di più alto di quanto il mio essere non permetta. Sono nelle mani del Genio Immortale che servo per tutto il tempo che durerà la mia vita, ed Egli intende che io porti a termine solo ciò che posso realizzare».
Non un atto di auto-indulgenza o di sterile orgoglio, ma ciò che ogni Artista (Tu) dovrebbe sempre tener presente: il senso della propria missione e del servizio che tramite la propria opera egli rende alla Divinità immanente.

Un cordiale sollecito a noi tutti, Artisti della Vita e creatori della nostra realtà – quanto questa sia considerata un’epoca di nuovi inizi.
Molti sono convinti che sia in atto un cambiamento di coscienza a livello planetario. Se proprio vogliamo parlare di cambiamento di coscienza, allora esso non può prescindere dall’Arte, dalla creazione della nostra vita. In ogni epoca l’Artista - colui che scava nella propria anima - ha avuto il compito di plasmare il mutamento, dandogli forma, così come il vasaio plasma la sua creta e lo scultore realizza la propria opera sbozzando la materia.
Se però vogliamo porci sulla strada dell’evoluzione e del risveglio, la nostra sfida principale deve consistere nel plasmare noi stessi quale prima Opera d’Arte, liberandoci dalle credenze basate sulla paura piuttosto che sull’amore, sul dubbio piuttosto che sulla fede, sulla preoccupazione piuttosto che sulla fiducia: un invito per ogni Artista della Vita a realizzare nel modo più pieno e completo la propria chiamata.

Propongo qui alcune poesie di William Blake

William Blake, poeta, incisore, pittore e profeta, aveva intuito che alla base dell’Arte vi è l’Immaginazione quale vera forza creativa, poiché l’Artista non copia dalla natura: l’autentica Arte è creativa, non imitativa o associativa. Quando scruta negli abissi dell’anima, nelle profondità della mente umana e negli errori della Storia, l’Artista evoca la completezza della Creazione basata sugli opposti: del giorno e della notte, dello yin e dello yang, giacché nel regno delle cose terrene non può esistere luce senza tenebre, così come non può esistere il concetto di armonia se non vi è irregolarità che gli si contrapponga; l’alchimia dei contrari contribuisce a comporre la Bellezza, di cui l’arte è Madre e Padre al tempo stesso.




Associata al potere e alla forza della creazione (artistica e non), la tigre è l’archetipo allegorico dell’immaginazione originaria, come nella visione esoterica del poeta: creata da un potente demiurgo in grado di proiettare in essa i suoi poteri divini, la tigre evoca un complesso di forze “titaniche” e fa appello alla capacità creativa. Il suo simbolo è dunque collegato alla forza energetica sovrannaturale dell’artista creatore, alla potente energia che apre le porte alla percezione sovrasensoriale, indispensabile alla creazione artistica in quanto partecipe della facoltà divina di accedere all’Assoluto.

La tigre

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l'immortale mano o l'occhio
Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l'Agnello creò, creò anche te?

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?



Gli auguri dell’Innocenza
Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
E un Cielo in un fiore selvatico,
Tenere l'Infinito nel cavo della mano
E l'Eternità in un'ora.

Eternità
Chi lega a sé una Gioia
Distrugge la vita alata;
Ma chi bacia la Goia in volo
Vive nell'alba dell'Eternità.


[size=150]La divina immagine

Grazia, Amore, Pace, e Pietà
Chi è negli affanni prega,
E ad esse virtù che liberano
Torna l'animo grato.
Grazia, Amore, Pace, e Pietà
È Iddio, Padre caro,
Grazia, Amore, Pace, e Pietà
È l'uomo, Suo figliuolo e Suo pensiero.

La Grazia ha cuore umano;
Volto umano, Pietà;
Umana forma divina, l'Amore,
E veste umana, Pace.

Ogni uomo, d'ogni clima,
Se prega negli affanni,
L'umana supplica forma divina,
Amore e Grazia e la Pietà e la Pace.

Da tutti amata sia l'umana forma,
In Turchi si mostri o in Ebrei;
Dove trovi Pietà, l'Amore e Grazia,
Iddio sta di casa.[/size]


William Blake

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