FINE DI UNA RELAZIONE E COLPA NELLE RELAZIONI

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Mario Zanoletti
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FINE DI UNA RELAZIONE E COLPA NELLE RELAZIONI

Messaggio da Mario Zanoletti » 10 dicembre 2020, 16:10

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DUE DOMANDE PER UN TEMA COMUNE: RELAZIONE E COLPA

Dovrei sentirmi in colpa o rimproverarmi per la fine di una relazione?


Recentemente ho chiuso una relazione di sette anni con un compagno con cui stavo programmando di sposarci fino a quando mi ha detto di non essere sicuro. Gli ho dato parecchie settimane per decidere, ma non ne è stato in grado, dicendo che sentiva che lui non era abbastanza per me. Ho chiuso la relazione con tanta tristezza e riluttanza, ancora senza sapere cosa lui volesse davvero. Dal Corso comprendo che tutto quello che ci accade è fatto da noi. Mi piacerebbe sapere se questa situazione, compresa la sua incertezza e il suo non sentirsi abbastanza, è stata causata dalla mia colpa, perché stavo cercando qualcosa fuori di me. Mi sbagliavo a volere che la relazione avanzasse verso un livello più profondo? Ora non mi è chiaro se rinunciato ad una relazione d’amore perché volevo il matrimonio.

R: Un corso in miracoli ci dice che questa vita fisica è un sogno e che siamo noi che lo stiamo sognando. Così alla fine è vero che tutto ciò di cui facciamo esperienza qui è fatto da noi. Tuttavia chi ha sognato tutto questo non è l'individuo che noi pensiamo di essere. Questo avviene ad un livello fuori dal tempo e dallo spazio, un livello con cui non possiamo entrare in contatto o comprendere dall’interno di questo sogno. Quindi non dobbiamo assumerci la responsabilità per tutti i pensieri, i sentimenti e le azioni di chiunque attorno a noi. Di fatto, il farlo potrebbe essere dannoso perché, invece di condurci ad una maggiore comprensione e al perdono, tende a radicarci più profondamente nella colpa e nella paura. È così perché l’“io” che cerca di prendersi la responsabilità è inventato proprio come l'io di cui sta cercando di ottenere la fiducia. Così, finiamo con l’attribuire erroneamente potere ad un falso sé che è già terrorizzato dalla credenza errata di avere il potere di distruggere il Cielo e bandire Dio per sempre.

Il messaggio del corso è esattamente l’opposto: Noi non abbiamo potere su Dio. A dispetto di tutti gli orrori che vediamo e del dolore che proviamo, non una sola nota è stata persa del canto del Cielo (T.26.V.5:4). Noi restiamo “a casa in Dio, sognando di essere in esilio ma perfettamente in grado di risvegliarci alla realtà” (T.10.I.2:1). Ciò che ci aiuterà a muoverci verso il risveglio non è il cercare di assumerci la responsabilità per quello che fanno gli altri, ma piuttosto l’assumerci la responsabilità per le nostre reazioni a ciò che fanno. Dato che noi scriviamo il copione delle nostre vite in modo che sia pieno di dolore, come difesa contro il ricordo dell’Amore di Dio, la chiave per uscire dal nostro dolore è riconoscere che viene non dalle circostanze esterne, ma dalla nostra scelta di sentirlo. Il processo del Corso consiste nel chiedere allo Spirito Santo di essere il nostro Insegnante interiore e di aiutarci a renderci conto che saremmo molto più felici se scegliessimo l’Amore di Dio al posto di dolore, colpa e paura.

E così, in una situazione come quella che hai descritto, il Corso non ti direbbe se hai preso una decisione giusta o sbagliata. Ti incoraggerebbe invece ad esplorare se hai preso la decisione con la guida dell’ego o dello Spirito Santo. Di certo non c’è niente di sbagliato nel volersi sposare e decidere che ti piacerebbe un compagno che condivide questo desiderio. Tuttavia, siccome la fine della tua relazione era confusa ed emozionalmente difficile, e ora incominci a dubitare di te stessa, sembra probabile che possano essere implicate altre tematiche.

Niente di tutto ciò è una ragione per sentirti in colpa. In effetti, virtualmente tutti qui hanno tematiche relazionali dal momento che è stata la tematica della nostra relazione con Dio ad averci costretti a cadere in questo sogno fin dall'inizio.

Sembra, tuttavia, che possa esserti utile guardare le credenze, i sentimenti e le aspettative che hai in merito alle relazioni intime affinché quelle future possano andare avanti senza intoppi. Un buon primo passo potrebbe essere quello di prendere la mano dello Spirito Santo e chiedere a Lui di aiutarti a guardare l’esperienza che hai appena fatto con i Suoi occhi amorevoli e non giudicanti.


Perché complico eccessivamente le relazioni con l’altro sesso?


Sembra ch’io sia determinato a complicare eccessivamente ogni potenziale amicizia o relazione con l’altro sesso. Non proprio: ma è diventato chiaro che entrano in gioco un sacco di fattori emozionali inconsci. Con la donna con la quale sono coinvolto da poco, mi trovo ad mettere in dubbio la sua motivazione e poi mi chiedo anche quali siano le mie.

R: Sebbene gli specifici nelle nostre varie relazioni speciali cambino col tempo, le dinamiche soggiacenti, il contenuto e lo scopo resteranno gli stessi fintanto che, nell’approcciare le nostre relazioni, continueremo a impiegare l’ego come nostra guida ed insegnante.

È utile riconoscere che alla base di qualsiasi relazione che perseguiamo, indipendentemente da come lo faremo, c’è sempre la specialezza. Perché la premessa soggiacente è che sono in qualche modo incompleto e voglio ed ho bisogno di qualcun altro che mi aiuti a darmi una sensazione o una esperienza differente da quella che sto ora sperimentando. In altre parole, la motivazione è sempre un qualche senso di mancanza: sempre! E mentre nel nucleo centrale della nostra esistenza crediamo che quella mancanza sia la nostra realtà, Gesù ci chiede di considerare la possibilità che in realtà si tratti di una bugia.

Sarebbe un errore, tuttavia, pensare che Un corso in miracoli ci dica di non perseguire relazioni speciali: Gesù ha bisogno delle nostre relazioni speciali come aula scolastica nella quale ci può insegnare le nostre lezioni di perdono. Perché le relazioni speciali, indipendentemente dalla loro forma, ci permettono di entrare in contatto con la nostra colpa soggiacente: la fonte delle nostre sensazioni di mancanza e bisogno, che ci motivano sempre a cercare fuori di noi.

A questo punto non importa quale possa essere la forma della tua relazione speciale con questa donna. Il suo valore sta nell’opportunità che questa relazione ti ha fornito di riconoscere quanto sia efficace l’ego nel legarti con dei nodi quando cerchi di ascoltare i suoi consigli. Quando saremo disposti a rivolgerci ad un Insegnante differente, incominceremo a comprendere che le relazioni non hanno mai a che fare con qualcuno ma solo con noi stessi. Esse sono gli specchi che possiamo sorreggere per guardare nelle profondità della nostra mente inconscia e vedere quale oscurità sia ancora lì in agguato. Sensazioni intense come quelle che descrivi in merito a tali relazioni non sono il risultato di esperienze passate in relazioni precedenti, ma piuttosto il risultato dell’intensità della nostra credenza nella nostra colpa e indegnità, che hanno le loro origini ontologiche nella nostra credenza che possiamo essere separati dall’Amore e che possiamo attaccarlo. Non c’è da meravigliarsi che, con una simile credenza, saboteremo tutte le relazioni che perseguiremo nel tentativo senza speranza di trovare fuori di noi ciò che segretamente ci siamo accusati di aver distrutto dentro di noi e gettato via.

Così, mentre non dobbiamo cercare di smettere di fare qualsiasi follia stiamo perseguendo nelle nostre relazioni speciali, dobbiamo imparare a fare un passo indietro da ciò che sembra avvenire e osservare quello che stiamo facendo con un certo senso di distacco non giudicante. Se riusciamo a riconoscere la nostra follia senza giudicarla, essa incomincerà a perdere il suo potere e la sua attrazione su di noi e ci troveremo meno inclini ad agire le fantasie di conflitto e vittimismo dei nostri ego. Sempre di più scopriremo di poter godere le relazioni semplicemente come unioni di mente con mente, ciascuna mente intera e completa in se stessa, ciascuna semplicemente alla ricerca di estendere l’amore che è già presente all’interno. E se l’altra mente non sembra ricambiare, non ne faremo esperienza come di una valutazione del nostro valore, ma piuttosto come di una richiesta di amore che l’altra mente ha dimenticato essere già sua.

Questo cambiamento da una relazione speciale a una relazione santa è meravigliosamente descritto all’inizio del capitolo 22 del testo:

“Chi ha bisogno del peccato? Solo chi è solo e desolato, chi vede i propri fratelli diversi da sé. … Perché una relazione non santa si basa sulle differenze, e in essa ciascuno pensa che l’altro abbia ciò che lui non ha. Si uniscono, ciascuno per completarsi e per derubare l’altro. Rimangono insieme finché pensano che non ci sia più niente da rubare, e poi se ne vanno. …

Una relazione santa parte da una premessa diversa. Ciascuno ha guardato dentro e non ha visto alcuna mancanza. Accettando la propria completezza, la vuole estendere unendosi con un altro, intero come lui. Non vede differenze tra questi sé, perché le differenze sono solo del corpo. Quindi non vede nulla che vorrebbe prendere. Non nega la propria realtà perché è la verità. Si trova appena al di sotto del Cielo, ma abbastanza vicino ad esso per non ritornare sulla terra. Perché questa relazione è Santa come il Cielo. Quanto può essere distante da casa una relazione così simile al Cielo?” (T.22.in.2:1,2,5,6,7; 3)

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