Come posso applicare i principi del Corso se ho una soverchiante spinta sessuale?

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Mario Zanoletti
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Come posso applicare i principi del Corso se ho una soverchiante spinta sessuale?

Messaggio da Mario Zanoletti » 23 agosto 2021, 14:47

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Come posso applicare i principi del Corso se ho una soverchiante spinta sessuale?

D: Leggo le vostre risposte sul desiderio sessuale e le relazioni speciali. Sebbene io comprenda la metafisica di Un corso in miracoli, talvolta trovo che l’impulso sessuale sia soverchiante e quindi potrei, in quei momenti di vulnerabilità, arrivare all’estremo di cercare ragazze squillo nonostante io sia sposato con figli. Cerco di non farne un dramma e questo è il modo in cui ho continuato a commettere ripetutamente lo stesso errore. So distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e in quei momenti bui chiedo aiuto allo Spirito Santo, ma suppongo che scelgo di non ascoltare e di fare quello che voglio. Come faccio a liberarmi di questo quando mi piace quello che faccio – la carica di adrenalina e la colpa segreta. Tratto le ragazze con rispetto e dignità – un ossimoro – mentre in ultima analisi vengono usate come oggetto di piacere. Come posso applicare il Corso a questo problema pratico?


R: Il mondo fa distinzione tra quella che è una forma socialmente accettabile di usare gli altri e quella che è socialmente inaccettabile, classificando le ultime come sbagliate, peccaminose o addirittura criminali. E ci fa pensare che la colpa sia solo associata ad alcune forme in cui si usano gli altri, ma non ad altre forme.
Lo scopo del Corso è quello di aiutarci a vedere che tutte le decisioni basate sull’ego per soddisfare i nostri bisogni a spese degli altri ci causa dolore e rinforza la nostra colpa. Se potessimo veramente entrare in connessione tra il pensiero di separazione implicito nell’interesse per se stessi ed il dolore che ne deriva, impareremmo presto a scegliere contro l’ego. Ma crediamo ancora che alcune delle nostre scelte egoiche ci portino più piacere che dolore.

L’ego vuole che pensiamo alle nostre azioni e ai nostri comportamenti in termini moralistici come giusto o sbagliato, buono o cattivo, con la colpa che accompagna sempre le nostre azioni sbagliate, cattive. Gesù invece ci incoraggia a pensare ai nostri pensieri e alle nostre decisioni come o utili o offensivi, saggi o folli, con dolore non necessario invece della colpa come conseguenza delle nostre scelte folli, offensive.


Così invece di pensare di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato nella situazione che descrivi, e di continuare a fare la cosa sbagliata, sarebbe molto più utile considerare che stai semplicemente prendendo la decisione più folle ed offensiva.
Ma non solo quando scegli di adescare le ragazze squillo, ma ogniqualvolta decidi di mettere i tuoi bisogni sopra quelli degli altri, sia che si tratti della tua famiglia o di chiunque altro.
Ora naturalmente alcune azioni corrono il rischio di avere conseguenze negative maggiori secondo i termini del mondo rispetto ad altre, che ha buon gioco nell’insistenza dell’ego secondo cui esiste una gerarchia nelle illusioni (T.23.II.2:3; T.26.VII.6:5).

Ma la colpa è la stessa e non viene da ciò che facciamo con il nostro corpo ma solo da ciò che pensiamo nella nostra mente.

Così il cercare soddisfazione sessuale fuori dal matrimonio non è la causa della colpa nella tua mente, ma un effetto.
E il suo scopo, che mantieni nascosto da te stesso, è quello di distrarti dal riconoscere dove sta il vero problema – la scelta di vederti separato dall’amore. Tuttavia questa è la decisione che porta tutti noi a credere che abbiamo bisogno di cercare soddisfazione fuori di noi, in momenti rubati di piacere nei quali l’ego ci seduce portandoci a vedere maggior piacere semplicemente perché vengono rubati.
E questo folle ragionamento sta alla base del sistema di pensiero dell’ego, fondato com’è sul credere che i ritagli d’ “amore” che potremmo rubare a Dio siano meglio dell’Amore totale e completo che Egli ci offre liberamente (T.1.V.3:3).

Dici che cerchi di non fare un dramma delle tua infedeltà, ma il problema è che, nella tua mente, lo sono già.
E l’obiettivo non è quello di essere in grado di impegnarti in attività offensive senza farne un dramma, ma piuttosto di arrivare a riconoscere che non sono loro ad essere il problema e che continuare a sentirti in colpa in merito alle azioni esterne garantisce che non ti rivolgerai mai al problema interiore sottostante e guardarle in maniera diversa.
E’ vero che, come ego, siamo tutti egoisti e preoccupati a soddisfare i nostri bisogni a spese di chiunque altro.
Questa è semplicemente la natura del sistema di pensiero dell’ego.

Ma malgrado l’egoismo che sta alle sue radici, ciò che Gesù ci chiede di riconoscere è che non è un peccato, non è male. Può essere folle, offensivo e poco gentile, sia verso noi stessi che nei confronti degli altri nella nostra vita, ma non è un peccato.
E’ il nostro credere che sia un peccato anziché un semplice errore a mantenerci invischiati nella ripetizione di qualsiasi schema auto distruttivo.

Senza la colpa che imponiamo sulle nostre decisioni, ma piuttosto con un esame, ponderato e senza giudizio, di quanto abbiamo scelto, vedendo solo un errore e non un peccato, che troveremo più facile fare la scelta di un Insegnante diverso nella nostra mente (T.19.III.1,2,3).
E ne conseguirà, in modo del tutto naturale, il comportamento più utile e gentile.

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