- Sulla paura - ( I parte)

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Mario Zanoletti
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Messaggio da Mario Zanoletti » 24 novembre 2021, 17:21

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- Sulla paura - ( I parte)

Esiste la paura. La paura non è mai una realtà concreta, esiste prima o dopo il presente in atto. Quando c’è la paura nel presente in atto, si tratta davvero di paura? È lì e non c’è possibilità di fuga, di evasione. Lì, nel momento presente, nel momento del pericolo, fisico o psicologico, c’è un’attenzione totale. Quando c’è attenzione totale, non c’è paura. Al contrario, il fatto reale che manchi l’attenzione genera paura. La paura nasce quando si evita la realtà, quando si fugge. Allora, la fuga in sé è paura.

Ma che cos’è la paura? Quali sono i fattori che contribuiscono a costituire la paura? Come tante piccole correnti e tanti piccoli rivoli formano la massa imponente di un fiume, quali sono le piccole correnti che confluiscono nella paura, che ne hanno la stessa terribile vitalità.?
Il confronto, confrontarsi con qualcun altro, è una delle cause della paura? Ovviamente sì.
Infatti, potete vivere tutta la vita senza confrontarvi con nessuno? Capite cosa dico? Quando paragonate voi stessi con qualcun altro, ideologicamente, psicologicamente o persino fisicamente, vi sforzate di diventare qualcosa e temete di non poterlo fare.
Questo è il desiderio che vorreste soddisfare e potreste non essere in grado di farlo. Dove c’è confronto, là deve esserci paura.

E così ci si domanda se è possibile vivere senza paragonarsi mai con nessuno, senza fare mai confronti, se siete belli o brutti, se piacete o no, se vi avvicinate a un certo ideale, a qualche modello di valori. C’è questo costante confronto in atto. Noi ci domandiamo se non sia questa una delle cause della paura? Certamente.
E dove c’è confronto, deve esserci conformismo, deve esserci imitazione. Quindi stiamo dicendo che il confronto, il conformismo e l’imita¬zione sono le cause che contribuiscono all’insorgere della paura. Si può vivere senza confrontarsi, imitare o conformarsi psicologicamente? Certamente. Se questi sono i fattori che contribuiscono all’insorgere della paura e voi siete impegnati a porre termine alla paura, allora dentro di voi non c’è alcun confronto in atto, il che significa che non vi è divenire. Il significato stesso del confronto è diventare ciò che si pensa sia migliore, più elevato, più nobile. Quindi, confrontarsi è divenire.
E questo uno dei fattori della paura? Lo dovete scoprire da soli. Allora, se sono quelli i fattori, se la mente riconosce quei fattori come forieri di paura, il solo fatto di percepirli pone fine alle cause che contribuiscono all’insorgere della paura. Se c’è una causa fisica che provoca in voi il mal di stomaco, il dolore cesserà quando scoprirete la causa. Allo stesso modo, dove c’è una qualunque causa, vi è una fine.

Abbiamo tutti paura di qualcosa; non esiste la paura in astratto, la paura è sempre in relazione con qualcosa. Conoscete le vostre personali paure? La paura di perdere il lavoro, di non avere abbastanza cibo o soldi o di cosa pensa di voi il vicino o il pubblico, o di non essere di successo, o di perdere la vostra posizione nella società, o di essere disprezzati o ridicoli – la paura del dolore e della malattia, di essere dominati, di non arrivare a sapere mai cos’è l’amore o di non essere amati, di perdere vostra moglie o i vostri figli, della morte, o di vivere in un mondo che è come la morte, della notte assoluta, di venire meno all’immagine che gli altri si sono creata di voi, di perdere la fede – tutte queste e innumerevoli altre paure – conoscete le vostre personali, particolari paure? E cosa fate di solito? Fuggite e vi create idee o immagini che le nascondano? Ma fuggire di fronte alla paura la aumenta soltanto.

Uno dei maggiori motivi di paura è che non vogliamo trovarci a faccia a faccia con noi stessi così come siamo. Dunque, tanto quanto le paure stesse, dobbiamo esaminare la rete di fughe che abbiamo sviluppato per liberarcene. Se la mente, in cui è incluso il cervello, cerca di superare la paura, di reprimerla, di disciplinarla, di controllarla, di tradurla nei termini di qualcos’altro, c’è un attrito, un conflitto e il conflitto è uno spreco di energia.
La prima cosa che ci dobbiamo domandare allora è cos’è la paura e come sorge. Cosa intendiamo con la parola stessa “paura”. Mi sto domandando che cos’è la paura, non di cosa ho paura.

Conduco un certo tipo di vita; penso secondo certi schemi; ho certe credenze e certi dogmi e non voglio che questi schemi vengano turbati, perché in essi ho le mie radici. Non voglio che vengano turbati perché i turbamenti producono uno stato di ignoranza che io non gradisco. Se vengo strappato a tutto ciò che conosco e in cui credo, voglio essere ragionevolmente sicuro dello stato di cose a cui vado incontro. Così, le cellule cerebrali hanno creato uno schema e quelle cellule cerebrali si rifiutano di creare un altro schema, che potrebbe essere incerto. Il movimento dalla certezza all’incertezza è ciò che chiamo paura.

(J.K.)

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