LA FUNZIONE DELLA RELAZIONE

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Mario Zanoletti
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LA FUNZIONE DELLA RELAZIONE

Messaggio da Mario Zanoletti » 7 novembre 2021, 18:16

La funzione della relazione

È inevitabile che la relazione sia penosa: questo risulta evidente nella nostra esistenza quotidiana. Una relazione nella quale non ci sia tensione
smette di essere tale e diventa semplicemente un confortevole sonno, uno stato soporifero, che è quanto la maggior parte della gente preferisce. C’è conflitto tra il desiderio di tranquillità e la situazione reale, tra illusione e realtà. Se vi rendete conto dell’illusione, potete metterla da parte e dedicare la vostra attenzione a capire la relazione.
Ma se nella relazione cercate la sicurezza, la comodità, state costruendo un’illusione; invece la grandezza della relazione consiste proprio nella mancanza di sicurezza.

Quando cercate la sicurezza nella relazione, le impedite di funzionare secondo la sua natura, e questo provocherà danni e scompensi di vario genere.
La funzione della relazione è certamente quella di rivelare in che stato si trova tutto il nostro essere.
La relazione è un processo di autorivelazione, di autoconoscenza.
Rivelarci per quello che siamo è doloroso e richiede una continua adattabilità e flessibilità del pensiero e delle emozioni.
Ma la maggior parte di noi evita o trascura la tensione che la relazione comporta e preferisce cullarsi nella comodità di una soddisfacente dipendenza,
di una indisturbata sicurezza in un rifugio sicuro.
Allora la famiglia e altre relazioni simili diventano un porto sicuro, il rifugio di chi non vuole avere pensieri.

Quando inevitabilmente ci accorgiamo di quanta insicurezza ci sia in una relazione nella quale c’è dipendenza, allora tronchiamo questa relazione e
ne cominciamo un’altra, sperando di trovare finalmente una sicurezza durevole.
Ma non c’è sicurezza nella relazione, e l’indipendenza può solo generare paura.
Fin che non capiamo come funzionano sicurezza e paura, la relazione rimane per noi un pesante impedimento, una condizione di ignoranza.
Allora l’esistenza diventa una lotta penosa senza vie d’uscita, quando non c’è quel giusto modo di pensare che viene solo con la conoscenza
di sé.

(K.)

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