FERITA DA ABBANDONO

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Mario Zanoletti
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FERITA DA ABBANDONO

Messaggio da Mario Zanoletti » 3 aprile 2021, 20:04

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FERITA DA ABBANDONO

la ferita da abbandono, che può essere involontariamente inferta al bambino dal genitore di sesso opposto tra il primo e il terzo anno di età. Solitamente la motivazione è la mancanza di nutrimento affettivo, o comunque del nutrimento di cui il bambino sente di aver bisogno.
Ma anche la si ha quando i genitori lasciano solo, a volte loro malgrado, il bambino nel momento in cui lui si trova ad affrontare esperienze impegnative, negandogli il loro appoggio e sostegno. Alcuni genitori pensano che in questo modo il bambino si fortifichi ed impari più velocemente ad affrontare la vita mentre, in realtà, si creano più insicurezze e più paure. E’ quando un bambino o ragazzo “si sente abbandonato a se stesso”.

Quando un bambino affronta una nuova esperienza è giusto che la affronti con i propri mezzi, anche se inadeguati, purché a fianco ci sia un genitore pronto a sorreggerlo e a consigliargli come superare le difficoltà: il modo corretto per aiutare un bambino a crescere è quello di aiutarlo a fare da solo, facendo sentire la propria presenza ed essendo pronti, come genitori, a sostenerlo se sbaglia, consolandolo e motivandolo quando necessario.

E’ ferita da abbandono quando due genitori si separano e al bambino o al ragazzo vengono a mancare appoggio e sostegno che prima aveva dal genitore che ha lasciato la casa. La ferita da abbandono riguarda anche i bambini che appena nati vengono messi in incubatrice. Questo perché il subconscio registra la mancata presenza della mamma quindi manca la sicurezza, l’affetto e l’amore: i bambini, cioè, vivono la paura. Inconsciamente, in futuro, eviteranno di vivere situazioni che gli facciano rivivere quella sofferenza: eviteranno di essere soli nell’affrontare la vita.

Viene vissuta la ferita da abbandono quando un bambino è sgridato ingiustamente da un genitore e l’altro non interviene per moderare o riportare la discussione nei giusti toni o in difesa del bambino. Un lutto importante come la perdita di un genitore o di un nonno, quando si è bambini o adolescenti, diventa sicuramente ferita da abbandono perché come persona dovrà affrontare la vita senza quell’ appoggio, in casi meno drammatici, è sufficiente non aiutare i figli a fare i compiti, non seguirli nelle imprese sportive o artistiche, non aiutarli ad inserirsi in ambienti nuovi per farli sentire abbandonati a sé stessi. Disinteressarsi dell’ambiente scolastico, maestri e professori ma richiedere un buon rendimento farà sentire abbandonati i loro figli. Potremmo vivere questa ferita in età adulta per un lutto o quando si è lasciati dal partner anche se non è mai stata vissuta da bambini o ragazzi.

DA ADULTO
La maschera messa su per autodifesa contro la ferita da abbandono, è quella del dipendente.

Eviterà la solitudine per non risvegliare la ferita registrata nel subconscio. Preferirà trovarsi un socio in un’avventura imprenditoriale per evitare di affrontare qualcosa che non conosce perché ha bisogno del sostegno che è mancato nel momento della ferita. Trovarsi ad aprire un’attività senza soci può dare risultati disastrosi economicamente, perché verrà vissuta con paura e non con ottimismo, considerando che la ferita da abbandono porta sempre con sé scarsa autostima.

L’idea di affrontare situazioni sconosciute procura timore o paura, come affrontare la solitudine. Eviterà in tutti i modi di affrontare esperienze in solitudine: il partner diventa colui che colma questa paura che rimane però latente, anche a costo di basare il rapporto sul bisogno di non rivivere l’abbandono piuttosto che sull’amore. Sono frequenti i casi in cui la persona che soffre di Ferita di Abbandono fatica a vivere appieno la relazione, a lasciarsi andare, sempre per la paura di essere abbandonato di nuovo quindi rivivere la ferita. Sono frequenti gelosia, possessività, dipendenza affettiva. L’idea di una vecchiaia in solitudine diventa una delle più grandi paure.

Nonostante possa essere stato un bambino molto amato, la ferita da abbandono farà sì che la persona abbia comunque sempre bisogno di un legame solido come se fosse carente di amore: in realtà ha paura di rimanere solo ed è terrorizzato all’idea di essere abbandonato, lasciato. Nei casi più gravi questo porta a sopportare qualsiasi atteggiamento del partner: tradimenti, violenze, soprusi.

La persona adulta farà di tutto per rimanere lontano dall’ipotesi di essere abbandonato, e questo condiziona tutte le sue scelte. E’ meglio avere un socio o qualcuno alle spalle che possa dare sicurezza e sostegno. E’ la persona che si martirizza per paura di essere abbandonata dal partner o che, nel caso di malattia di un genitore, se ne occupa fino a dimenticare sé stessa, fino allo sfinimento. Può avere paure infondate che, pur sapendo essere infondate, sono vissute come reali. Il timore e la paura sono i sentimenti dominanti di chi vive la ferita da abbandono.

Insicurezza
Paura di essere giudicati
Paura di essere abbandonati dal partner, soci, amici ecc
Sottomessi nelle relazioni
Mancanza di ottimismo
Dipendenza affettiva
Paure infondate
Predisposto a subire
Raramente sfogano la rabbia
Poco espansivi
Si tengono tutto dentro
Scarso senso del divertimento
Scarsa stima di sé
Gelosia


Le caratteristiche della ferita da abbandono

RISVEGLIO DELLA FERITA: tra il primo e il terzo anno di età con il genitore di sesso opposto. Mancanza di nutrimento affettivo o del genere di nutrimento desiderato.

MASCHERA: dipendente.

CORPO: allungato, sottile, ipotonico, floscio, gambe deboli, schiena curva, braccia che sembrano troppo lunghe e pendono lungo il corpo, parti del corpo cadenti o flaccide.

Occhi: grandi, tristi.

SGUARDO: magnetico.

VOCABOLARIO: “assente”, “solo”, “non reggo”, “mi mangiano”, “mi stanno col fiato sul collo”.

CARATTERE: Vittima. Empatico. Bisogno di presenza, di attenzione soprattutto di sostegno. Difficoltà nel fare o nel decidere qualcosa da solo. Chiede consigli che poi non necessariamente segue. Voce infantile. Difficoltà a sentirsi dire di no (ad accettare un rifiuto). Tristezza. Piange facilmente. Attira la pietà. Un giorno è allegro, un giorno è triste. Si aggrappa fisicamente agli altri. Sensitivo. Protagonista. Vuole l’indipendenza. Gli piace il sesso.

MASSIMA PAURA: La solitudine.

ALIMENTAZIONE: Una buona forchetta. Bulimico, gli piacciono gli alimenti morbidi. Mangia lentamente.

POSSIBILI MALATTIE: Problemi alla schiena, asma, bronchite, emicrania, ipoglicemia, agorafobia, diabete, ghiandole surrenali, miopia, isteria, depressione, malattie rare che attirano maggiormente attenzione , malattie incurabili.

Osservazioni che servono a mettere in evidenza le differenze comportamentali legate alla maschera

Il dipendente usa voce infantile e un tono lamentoso.

Il dipendente preferisce i balli che prevedono il contatto fisico, in modo da potersi incollare al partner. A volte gli sembra di restare appeso all’altro; ciò che emana da lui è un “guardate come il mio partner mi ama“;

Il dipendente preferisce una vettura confortevole, diversa dalla norma. Si può applicare questa caratteristica anche ad altre categorie di acquisti, oltre che al modo di vestire;

Il dipendente sprofonda nella poltrona o nella sedia, oppure si appoggia a qualcosa, per esempio al bracciolo della sedia vicina o alla spalliera della sua.

La parte alta della schiena è inclinata in avanti.

Quando si attiva la ferita da ABBANDONO, viene indossata la maschera del dipendente. Essa fa diventare la persona come un bambino piccolo che ha bisogno di attenzione che ricerca piangendo, lamentandosi, o sottomettendosi a ciò che accade, in quanto crede di non potercela fare da solo.

Tale maschera fa fare l’impossibile per evitare di essere lasciata o per ottenere maggiore attenzione. Può addirittura convincersi ad ammalarsi, o a diventare vittima di vari problemi, pur di ottenere il supporto o il sostegno che cerca.

Il dipendente ama fare l’indipendente e dire, a chi gli presta ascolto, quanto sta bene da solo, e che non ha bisogno di nessuno.

La persona che soffre di abbandono alimenta la sua ferita ogni volta che abbandona un progetto che le stava a cuore, ogni volta che si lascia andare, che non si occupa abbastanza di sé, che non si concede l’attenzione di cui ha bisogno.

Fa paura agli altri aggrappandosi troppo a loro, e cosi facendo fa del suo meglio per perderli, trovandosi nuovamente sola.

Fa soffrire molto il suo corpo, creandosi delle malattie allo scopo di attirare l’attenzione.

sintetizando: CARATTERISTICHE
Alcune caratteristiche della persona che vive un abbandono e diviene dipendente:

è propenso a divenire vittima, ovvero crea, nella propria vita, problemi di salute per attirare l’attenzione, in quanto la sua credenza è di non ricevere sufficiente considerazione drammatizza molto, tanto che un incidente minimo assume dimensioni enormi. Se pur questi eventi per la persona non vengono vissuti quali problemi, perché i problemi hanno in serbo il regalo dell’attenzione degli altri incentrata su di lui. Questo comportamento fa sì che non si sente abbandonato, cosa che sarebbe più dolorosa dei vari guai che si attira così.
vive alti e bassi, vivendo per un certo tempo felice ma all’improvviso si sente triste.

Ha paura della solitudine è insistente e spesso utilizza mezzi quali il broncio, il ricatto o la manipolazione per eludere i “no”, per ottenere ciò che vuole nella coppia, la persona ha una capacità straordinaria quando si tratta di non vedere i problemi di coppia. Questo perché teme di venire abbandonata e preferisce credere vada tutto bene. Ha difficoltà a lasciare, in quanto per lui la parola è sinonimo di dolore come quello provato con l’abbandono.

l’emozione più intensa è la tristezza nella vita sessuale usa il sesso per agganciare l’altra persona, soprattutto nel caso femminile.
Quando una persona dipendente si sente desiderata, crede di essere maggiormente importante.
Ha l’abitudine ad aggrapparsi fisicamente alla persona amata. Da piccola la bimba si aggrappa al padre, e il bimbo alla mamma. Nella coppia, il dipendente si appoggia all’altro, o lo tocca molto molto spesso. Quando sta in piedi cerca un appoggio come un muro, una porta.

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