LA FERITA DA RIFIUTO

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Mario Zanoletti
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LA FERITA DA RIFIUTO

Messaggio da Mario Zanoletti » 3 marzo 2021, 19:19

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Vorremmo proporvi uno stimolo alla lettura del corpo. Una possibilità per comprendere meglio l'Altro e INCONTRARLO nella sua realtà. Una realtà che questo mondo propone costantemente a ogni persona. Ognuno ha delle ferite che abbiamo subito, ferite che si possono leggere sul e nel corpo con cui ci rapportiamo al mondo.

Il nostro corpo immagazzina memoria come un hard disk: ogni evento fisico ed emozionale viene registrato e riflesso nella muscolatura, nelle articolazioni e nelle ossa. Le storie passate, paure, traumi, vengono conservate attraverso tensioni che producono cambiamenti della struttura fisica e della postura. Ma recenti studi sul cervello hanno appurato come esso sia una ghiandola e non soltanto una sorta di computer biologico. Il nostro intero organismo secerne ormoni che influenzano direttamente le nostre emozioni, attitudini e modalità comportamentali.
Concetto basilare del lavoro integrale sul corpo è la indispensabile unità tra corpo, mente e spirito (cuore). Questo significa che qualsiasi emozione suscitata dalle mente si ripercuote sul corpo e viceversa. In altre parole il nostro corpo è la creazione di ciò che la nostra mente crede e di ciò che il nostro cuore prova.

Lowen nel suo libro “Bioenergetica” afferma: “Una persona è la somma delle sue esperienze di vita, ciascuna delle quali è registrata nella personalità e strutturata nel corpo”. Le esperienze di vita sono strettamente connesse con le emozioni provate.
Ne consegue una scoperta epica nella storia della psicologia: una persona dà forma al suo corpo in base alle emozioni primarie che vive nella sua infanzia.

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FERITA DA RIFIUTO

Il rifiuto è un NO a priori, un NO a prescindere. È la negazione dell’esistenza di qualcosa o di qualcuno, è buttar via, rigettare. È la totale non accettazione. L’oggetto del rifiuto sparisce dall’orizzonte percettivo del rifiutante, come se non esistesse o come se non fosse mai esistito. Pensate all’analogia della parola “rifiuto” che richiama all’immondizia, che si pensa solo ad eliminare perché inutile e dannosa, che non può essere di nuovo reintrodotta in casa.

Sentirsi rifiutati è sentirsi spacciati.
Come tutte le ferite, la ferita da rifiuto emerge prevalentemente nella relazione; avverti che c’è perché qualcuno ti sta rifiutando, o tu ti senti rifiutato a priori anche se l’altro no si comporta in modo rifiutante con te. Ogni essere umano ha bisogno di essere amato, di calore, di essere voluto. Il rifiutato non è voluto ne amato. E così tende a isolarsi, a chiudersi in se stesso.
Sentirsi rifiutati è sentirsi ai margini, sentirsi esclusi o ignorati, dall’altro, che o ci evita, o ci mostra indifferenza, o ci fa il bidone, o non è disponibile a darci il tipo di contatto che vorremmo ricevere.
Ma ci sono molti altri modi per sentirsi rifiutati, che hanno a che fare col rapporto con se stessi. Sì, perché il rifiuto è un gioco al ribasso con se stessi, è un atteggiamento di fondo che deprime ogni atteggiamento dell’io.
Rifiuto è non sentire la vita, non sentirsi vivi; così, ci si trascina a fatica, usando il senso del dovere o la volontà, ma senza godere delle soddisfazioni di ciò che si fa.

Il rifiuto è non accettarsi per come si è.
Rifiuto è negare se stessi, negare il proprio corpo e la propria energia, che o non vengono percepiti affatto o vengono percepiti in modo frammentario e angoscioso.
Rifiuto è negazione dei propri bisogni, dei propri impulsi.
Rifiuto è la negazione dei propri diritti, e il primo fondamentale diritto è il diritto di esistere, che viene negato.
È una costante tendenza a auto- eliminarsi.

La condizione del rifiutato è la morte vivente.

La differenza tra il rifiuto e l’abbandono: il rifiuto è la negazione dell’esistenza, è un NO iniziale e irrevocabile.
L’abbandono invece avviene in seguito all’instaurarsi di un rapporto: prima avviene una qualche forma di contatto o di legame affettivo, poi si viene lasciati.

Nel rifiuto, il legame affettivo non si instaura nemmeno.




LA CORPORATURA DELL’INDIVIDUO CHE HA SUBITO LA FERITA DA RIFIUTO APPARE:
 Snella, magra, longilinea.
 La magrezza può essere eccessiva, dando l’impressione di un corpo scarnificato, con muscoli lunghi e nervosi, come fossero incollati alla ossa. Le adiposità sono scarse e manca la pancia.

 Nonostante la sagoma sia esile, appare in tutto o in parte amorfa, con contorni non ben definiti, come fossero abbozzati o tratteggiati in modo incerto.

 L’insieme del corpo appare poco vitale, avvizzito e rattrappito. Pare che occupi meno spazio di ciò che la massa corporea consentirebbe.

 Esistono altre variabili all’aspetto alto e magro; a seconda dell’incidenza e della presenza di ferite successive, il corpo può essersi così modellato da rendere di difficile individuazione la ferita da rifiuto sottostante.

 Perciò per stabilire la ferita da rifiuto non ci si può basare unicamente sull’immagine generale corporea. Entrando nel dettaglio si può osservare meglio l’esistenza della ferita da rifiuto anche in corpi che appaiono come altre ferite. Come ad esempio in una persona atletica che mostra muscoli proporzionati e sviluppati ma rigidi e tesi.

 Le ANOMALIE: sono proporzioni fra le parti del corpo, cosa che indica la mancanza di unità nella percezione del corpo. La linea della cintura, tra torace e addome, è lo spartiacque che spesso divide due parti disconnesse l’una dall’altra; vi è una dissociazione tra la metà superiore, identificata con l’io razionale, e quella inferiore, individuata con l’io emozionale. ESEMPIO: la vita molto lunga e le gambe corte, o al contrario, le gambe lunghe e il busto corto e sottosviluppato. La metà superiore del corpo delicata, quella inferiore tozza e pesante. La metà superiore astenica, quella inferiore atletica. In certi punti mancano parti del corpo, come l’interno delle cosce è scavato nella parte mediana, oppure la schiena è arcuata e non tocca terra se sdraiati. Mancanza di simmetria tra la parte destra e sinistra. Presenza di tratti somatici del sesso opposto.

 Questi tratti denotano: il perdurare di aspetti infantili corrispondenti alle parti sottosviluppate, mancanza di armonia e grazia, una distribuzione frammentaria e disomogenea dell’energia vitale.

 BLOCCHI MUSCOLARI E SCHELETRICI:


Il corpo da rifiuto è caratterizzato da rigidità muscolari e articolari localizzate.
La testa sembra staccata dal corpo, a causa di profonde tensioni alla nuca e all’area cervicale.
L’area del bacino è contratta a causa di una rigidità cronica del diaframma che impedisce al respiro di raggiungere l’addome, la pancia e la zona pelvica.
La fascia sacrale della schiena è contratta.
Le caviglie sono rigide e hanno scarsa motilità, impedendo al piede di estendersi o flettersi.
I piedi hanno muscoli contratti; la pianta è asfittica e stretta, manca di contatto col suolo, anche a causa dell’eccessivo inarcamento della parte interna. Sono piedi che al tocco risultano morbidi fuori e duri/rigidi dentro.
Le ginocchia sono rigide.
I muscoli del petto e delle braccia sono spesso infantili, poco o niente sviluppati. Il torace è stretto e contratto, mantenuto in posizione di espirazione.
Mascella e mandibola sono serrate, impedendo un’apertura completa della bocca.
Talvolta i muscoli sono flaccidi e ipotonici in superficie e ipertonici e rigidi in profondità.

 RESPIRAZIONE
La respirazione è insufficiente e spesso appiattita nell’apnea vuota, a causa della difficoltà ad espandere gola, addome, torace e polmoni. Questi ultimi vengono tirati verso l’alto nel tentativo di inspirare, piuttosto che verso il basso e in fuori. “Riducendo le sue esigenze nei confronti della vita, ha adattato il suo corpo a un livello inferiore di metabolismo” (Lowen)

 MOVIMENTI
La motilità è ridotta a causa dei suddetti blocchi; la camminata è meccanica e rigida, simile ad una marionetta o soldatino.
Manca di coordinazione: fatica a eseguire movimenti che richiedono sincronismo.
Movimenti rapidi, incessanti e balenanti in soggetti che possiedono una certa motilità, ma che usano il corpo come un oggetto e non lo percepiscono mentre lo muovono, come se si trattasse di un automa.
Movimenti lenti e goffi simili a quelli di uno zombie tipo” camminare sulle uova” o muoversi goffamente e in modo approssimativo e disorientato.
Atteggiamento schivo: poiché è poco presente, o non del tutto presente, si rende invisibile non facendosi notare, evitando di mettersi in mostra.

 FISIONOMIA E ESPRESSIONE DEL VISO
Il volto del rifiuto ha di solito lineamenti tenui, fronte alta, occhi piccoli, sopracciglia delicate, labbra sottili.
Possono esserci tratti infantili.
È stato detto che assomiglia a una maschera, come se il vero volto fosse sottostante a ciò che si vede.
Lo sguardo è l’elemento più caratteristico. Gli occhi appaiono vacui, lontani come se fossero ombreggiati di un velo.
La persona vede ma non guarda: gli occhi sono passivi, in essi manca il movimento attivo dell’andare verso un oggetto.

 LA PELLE
La pelle del rifiutato tende ad un colorito pallido, sia di carnagione chiara che olivastra. Secondo Lowen e Reich dipende dal mancato flusso energetico all’epidermide, dando un aspetto cadaverico.
Il congelamento, del rifiutato, parte dall’esterno verso l’interno, l’organo più colpito è l’apparato tegumentario. L’energia vitale si ritira in primis dall’esterno verso l’interno e la pelle è tra le parti più spente del corpo.
Talvolta è secca, eccessivamente delicata e trasparente, poiché riceve poco nutrimento dal sangue e dai tessuti sottostanti.
Ciò si collega all’impossibilità di stabilire i propri confini per se stessi e a farsi rispettare dagli altri.
La pelle è il perimetro naturale del corpo, e percependola poco il rifiutato fa fatica a sentire fin dove arriva il proprio io.

 SOMATIZZAZIONI FREQUENTI
Disturbi alla pelle: acne, geloni, orticaria.
Colite, colon irritabile (a causa della tensione al diaframma), irregolarità nell’evacuazione intestinale.
Allergie.
Vertigini.
Freddolosità.

 LE FERITE DA RIFIUTO E LE 5 FERITE
Come riconoscere la ferita da rifiuto quando si è sovrapposta un’altra ferita primaria?
FERITA DA RIFIUTO + FERITA DA UMILIAZIONE
La somatica dell’umiliato è la più evidente. Gli umiliati che hanno anche una sottostante ferita da rifiuto sono meno imponenti da quelli che non l’hanno. Si nota un che di infantile e di sottosviluppato, per esempio nelle gambe, che di solito in questa combinazione sono magre, senza muscoli e senza energia. L’adiposità è concentrata nella pancia e nell’addome, dotato di cuscinetti tipo “maniglie dell’amore”. Il petto è colmo, tutta la parte anteriore del busto è piena. Le spalle possono essere strette e deboli. Oppure è la tipologia magra ma con la pancetta.

FERITA DA RIFIUTO + FERITA DA TRADIMENTO
Nelle donne: busto stretto, corto, infantile, poco petto, spalle strette; cosce e fianchi grossi e pieni, molto più larghi delle spalle.
Negli uomini: spalle e petto colmi e pieni, gambe magre corte e sottosviluppate.

 FERITA DA RIFIUTO + FERITA DA INGIUSTIZIA
È una combinazione molto frequente. Il rifiutato sviluppa un carattere secondario da rigido nevrotico-coatto nel tentativo di “tenersi insieme” di inserirsi nella famiglia e poi nella società, e di rafforzare un ego che, sotto sotto, è fragile e insicuro. La sagoma delle due tipologie non differisce molto, è snella. Se vi è una sovrastruttura rigida, appare meglio proporzionata, e i contorni sono più definiti. A prima vista, appare tutta d’un pezzo; scendendo nel dettaglio, rivela disarmonie e contraddizioni.


Silvia - Giulia - Mario


Mario Zanoletti
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Re: LA FERITA DA RIFIUTO

Messaggio da Mario Zanoletti » 11 marzo 2021, 13:59

A te Emanuela,
Che la tua comprensione del corpo possa aiutare alla comprensione dell'anima.
Leggere il corpo è comprendere lo "scrittore", l'ego che utilizza il "suo" libro: il corpo.
Essere autori di se stessi significa togliere la "penna" a chi pretende di scrivere la nostra vita...l'ego.

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